Dall’Asia 7 peperoncini su 10

Dall’Asia 7 peperoncini su 10

Peperoncini
Peperoncini

Dall’Asia 7 peperoncini su 10, è antichissimo: dalla testimonianza di reperti archeologici sappiamo che era conosciuto in Messico 9.000 anni fa e che già nel 5.500 a.C. era presente in quelle zone come pianta coltivata.

In Europa il peperoncino è arrivato con Cristoforo Colombo che l’ha portato dalle Americhe. Ma prima di quella data si era già diffuso in Asia e Africa. E ora proprio dall’Asia arriva la concorrenza più agguerrita alla produzione italiana. “In Italia circa il 70% dei peperoncini che finiscono sulle nostre tavole e nelle nostre pietanze -spiega a Labitalia Rolando Manfredini, responsabile Qualità della Coldiretti- è importato dai Paesi asiatici. In pratica, 7 peperoncini su 10”.

Questo perché la produzione italiana, (Toscana, Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo le principali zone di provenienza del nostro ‘oro rosso’), molto rinomata e molto apprezzata anche all’estero, è insufficiente a coprire il fabbisogno nazionale. “E’ una coltivazione che andrebbe incentivata, siamo in un’area mediterranea e tutte le regioni del Centro Sud si prestano ottimamente a questa produzione. Insieme a questo, però, dovrebbe essere creata una sorta di ‘doc’, di denominazione di origine per il peperoncino che identifichi con certezza la sua provenienza e la sua qualità”.

Il problema del riconoscimento di una filiera italiana non è solo una questione nominale, ma anche di tutela della salute della consumatore. Sono state sequestrate diverse partite di peperoncino o di alimenti con peperoncino proveniente dall’Asia dove è stata riscontrata la presenza di ‘Sudan rosso’, un colorante tossico e cancerogeno, messo al bando dal ministero della Salute e dalla Commissione europea”.

Come difendersi dunque? “Intanto è preferibile – consiglia Manfredini- comprare il peperoncino in frutti interi e non già macinato o polverizzato. E cercare di sceglierlo il più possibile a ‘KmO’, con provenienza da campagne italiane”.

In mancanza di questo, non rimane che un’alternativa: coltivarlo sul balcone. Le piantine hanno altezza che varia tra i 20 e gli 80 centimetri, foglie alterne, a forma di cuore o lanceolate, fiori bianchi da maggio a settembre, che danno frutti e bacche di varia forma e colori, verde, rossi, viola scuro, a seconda della varietà. Belli, oltre che buoni.

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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