Cresce in Italia l’agricoltura bio, +13%

Cresce in Italia l’agricoltura bio, +13%

Cresce in Italia l'agricoltura bio, +13%
Cresce in Italia l’agricoltura bio, +13%

Ispra, 1,3 milioni ettari coltivati. Nel mondo superficie cresciuta 12% – ROMA – Secondo i dati dell’Istituto di Ricerca sull’Agricoltura Biologica (FIBL) e della Federazione Internazionale per l’Agricoltura biologica (IFOAM), a scala globale, l’agricoltura biologica è in continua espansione: la superficie attualmente destinata all’agricoltura biologica nel mondo è di circa 43,1 milioni di ettari, con una crescita del 12% rispetto al 2012; le aree con le maggiori superfici bio sono presenti in Australia (circa 17.3 milioni di ettari, pari al 35% circa della superficie biologica mondiale) e in Europa (circa 11,5 milioni di ettari, pari al 27% della superficie biologica mondiale). Dal 2012 al 2013 c’è stato un incremento di 0,3 milioni di ettari (+3%) della superficie biologica, che adesso occupa il 2,4% della superficie agricola totale. Nella Ue il totale delle aree biologiche ammonta a 10,2 milioni di ettari; il numero dei produttori è pari 330 mila unità. Nel mondo sono 82 i Paesi che dispongono di un regolamento di produzione e commercio del biologico. Anche in Italia, come confermano le statistiche fornite dal Sinab (il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica presso il Mipaaf) esiste una tendenza positiva del biologico, sia in termini di superficie (ormai a quota 1,3 milioni di ettari (+12,8% rispetto al 2012), circa un decimo della superficie agricola italiana), sia di numero di aziende (46 mila produttori e oltre 52 mila operatori), sia di fatturato (3,5 miliardi di euro, oltre il 2% delle vendite alimentari totali del Paese). L’Italia è al secondo posto in Europa e al quinto nel mondo per superficie biologica. Lo rileva un’indagine condotta dall’Ispra, “che conferma quanto l’agricoltura biologica vinca su quella convenzionale, in termini di biodiversità, di qualità delle acque e del suolo, di bilancio di gas serra, di uso e consumo delle risorse quali suolo, acqua ed energia”. Nei terreni biologici, dove è proibito l’uso di fertilizzanti e pesticidi e erbicidi di sintesi – aggiunge l’Ispra – è possibile rilevare un numero doppio di specie vegetali rispetto a quelli convenzionali, fino al 50% in più di ragni, il 60% in più di uccelli e il 75% in più di pipistrelli. Da un quarto di secolo, la produzione di alimenti bio è continuamente cresciuta in Italia, imponendosi anche come filosofia e stile di vita orientato a principi sociali e ambientali come equità, commercio solidale, sviluppo rurale ed eco-sostenibilità. L’Italia è ai primi posti nella Ue per la produzione agricola bio e si colloca al secondo posto (dopo la Spagna, 1,6 milioni di ettari) per l’estensione delle aree biologiche, risultando anche tra i primi produttori al mondo di agrumi, olive, frutta (uva, ciliegie, pere, prugne, mele, melacotogne e albicocche), cereali e ortaggi. Dai dati raccolti, emerge che il 60% dei consumatori italiani acquista bio. Nel 2014 si è registrato un netto incremento sia rispetto al 2012 (+5,8) sia rispetto al 2013 (+ 4,5%). Nei primi cinque mesi del 2014, nelle famiglie italiane i consumi di prodotti biologici confezionati nella grande distribuzione sono aumentati del 17% in valore rispetto ai primi cinque mesi del 2013, mentre la spesa agroalimentare complessiva ha subito una sensibile diminuzione (-1,4%). L’analisi di Ispra dimostra che la produzioni dei suoli biologici è in media l’80% della produzione dei suoli convenzionali. Ma la variazione è sostanziale. Il divario di rendimento organico differisce in modo significativo tra i gruppi di colture (3% per il raccolto di frutta e il 35% per la verdura) e le regioni del pianeta. D’altra parte, lo studio mostra che i terreni sottoposti a forme intensive di agricoltura sono soggetti ad un calo della fertilità e della capacità produttiva. Alcuni studi stimano che quasi il 40% dei terreni coltivati intensivamente andrà perso entro il 2050. Al contrario, i suoli organici tendono a mantenere le proprietà biologiche, fisiche e chimiche nel corso del tempo, contribuendo a mantenere la produttività e garantire la sicurezza alimentare a lungo termine.

Fonte ANSA.it

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Pubblicato da peperonciniedintorni

Calogero Rifici nato a Mirto (ME) nel lontano 13 aprile 1958, sono Perito Meccanico e studio cucina, fotografia, elettronica, informatica, ec, ec. Nel 1982 mi sono trasferito a Firenze, per lavorare nel primo impianto di smistamento d’Italia, nel 1984 mi sono sposato con Marina e ci siamo trasferiti a Livorno, sul mare, perché ci nasce sul mare difficilmente ci rinuncia. Per circa 6 anni ho insegnato Office automation in una scuola superiore, ho tenuto diversi corsi di informatica in diverse aziende. Per tanti Anni ho lavorato come specialista infrastrutture per una grande azienda di servizi, mi occupo di sicurezza. Dal gennaio 2019 sono libero professionista, nel campo enogastronomico Dal 2002 sono membro dell’accademia del peperoncino, dal 2008 sono Sommelier Fisar delegazione Livorno. Da 2013 ho un blog, www.peperonciniedintorni.it dove pubblico notizie enogastronomiche e ricette. Quando nelle ricette uso ingredienti particolari, prima spiego gli ingredienti che uso e poi illustro le ricette. Le mie ricette sono o tradizionali o di mia creazione, cerco di valorizzare i prodotti che uso. Faccio parte della delegazione Slow Food di Livorno, e cerchiamo di far conoscere la natura, specialmente ai bambini.

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