Pettole pugliesi

Le pettole pugliesi, conosciute anche come zeppole, sono un classico della tradizione. In genere vengono preparate nel giorno di Santa Cecilia, che ricorre il 22 novembre, ma sovente si preparano il giorno dell’Immacolata e si continua a servirle durante tutto il periodo natalizio. Del resto sono facilissime da preparare e per niente costose.

Ho deciso di cimentarmi nella preparazione delle pettole pugliesi non solo per approfondire il mio grandissimo amore per i dolci della tradizione (il diabete me ne sarà per sempre grato!) ma soprattutto per omaggiare una terra veramente stupenda, fatta di bella gente, di colori, profumi, paesaggi e sapori che non si scoprono tutti i giorni, parlo ovviamente della meravigliosa Puglia.

E’ utile ricordare che, secondo dati Istat, oltre il 30% della produzione nazionale di olio, proviene proprio da loro. Un motivo in più per regalare o regalarsi un prodotto di quella terra (magari aiutando gli imprenditori in questo periodo, e non solo)
Ovviamente una dedica speciale va fatta ad alcune di queste meravigliose persone come Giusy, Antonietta, Marisa, Ilaria che hanno un grande cuore e che nel corso di questi due anni sono state vicine e amiche.
Sperando di aver rispettato al massimo la tradizione vi lascio con le mie pettole pugliesi 🙂

Scopri anche le altre ricette della tradizione come i rustici leccesi!

Ingredienti:
400gr di farina, 350ml di acqua, ½ cubetto di lievito di birra, 1 pizzico di sale, olio per friggere; zucchero.

Preparazione:
In un recipiente versate tutta la farina, aggiungete il lievito che avrete sciolto in un paio di cucchiaiate d’acqua e infine la restante acqua, aggiungete un pizzico di sale e mescolate per bene fin quando il composto non risulterà ben amalgamato. A questo punto lasciate lievitare il composto fin quando non avrà triplicato la sua forma a quel punto, con l’aiuto di un cucchiaio bagnato (come mi è stato fatto notare giustamente da Ornella) versate il composto nell’olio bollente e profondo.
Quando le pettole pugliesi salgono a galla e sono dorate da entrambe i lati saranno cotte e quindi pronte per essere messe ad asciugare su carta assorbente.
Quando avrete finito di preparare tutte le pettole pugliesi rotolatele nello zucchero semolato.

Ho letto in giro che queste meravigliose pettole pugliesi non solo possono essere farcite con creme, marmellate, confetture e glassate con glasse e sciroppi, ma che possono trasformarsi in versione salata e farcite con quello che più si preferisce.

N.B.
come letto dai commenti degli amici pugliesi (che tra l’altro sono due straordinari food bloggers) ci sono delle condizioni indispensabili da seguire per poter ottenere delle ottime pettole (se ce ne ho mancata qualcuna vi prego di avere ancora un pizzico di pazienza 😀 ) :

  • il composto necessita di meno acqua e meno lievito;
  • va lavorato bene per ottenere un impasto liscio ed elastico
  • l’olio deve essere extravergine d’oliva ben caldo, ma non bollente
  • di volta in volta l’impasto va raccolto con un cucchiaio bagnato in acqua
  • infine ognuno ci mette quello che vuole su ma la tradizione originale vuole zucchero o vincotto

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7) le pettole pugliesi pronte
7) le pettole pugliesi pronte

Pubblicato da Giovanni Castaldi

Giovanni classe 86, sono un partenopeo doc, con la grande passione per la cucina! Adoro sperimentare dal dolce al salato indistintamente e ho questo piccolo spazio dove condivido le mie ricette. Segui anche le mie video su Giallo Zafferano!

64 Risposte a “Pettole pugliesi”

  1. Buongiooooooooooooooooooooooooooorno!!!E che buongiorno con questa bellissima ricetta dolce. Come colazione mi piace, tanto. Anche facile da fare, quindi…ti copierò! Un bacione e buona settimana

    1. @ Rossana, si sono semplicissime 🙂 provale anzi chiamami quando le fai che ti “supervisiono” ahaahahahahah ciao tesorona :-*

  2. siiiiiiiiiiiiiiiii,ma a casa mia le facciamo solo salate….per l’immacolata bravo e anche per la vigilia!!!!!!infatti avevo intenzione di farle e ti fo vedere quanto sono buone ;-)!!!chè bello vedere i piatti pugliesi,ihihih!!!felice io e bravissimo ovviamente 🙂

    1. @ Cristina, grazie carissima 🙂 mi fa veramente tanto piacere che ti piaccia! allora appena le prepari fammi sapere che corro a vederle 🙂 bacio

  3. Giovani, sembra che ti siano venute benissimo!!!! Qualche precisazione però te la vorrei fare, se non ti dispiace troppo… 😉
    1) Non in tutta la Puglia si preparano per Santa Cecilia, ma solo a Taranto;
    2) Hai omesso un dettaglio importante.. Non si mescolano semplicemente gli ingredienti, ma vanno lavorati energicamente dal basso verso l’alto per creare un impasto omogeneo ed elastico.
    3) La frittura rigorosamente in olio extravergine, non certo in un olio qualunque… caldo sì, ma non proprio bollente e fumate, bagnando il cucchiaio in una ciotolina con dell’acqua per far scivolare facilmente l’impasto.
    4) Che si farciscano con la marmellata o qualunque altra cosa non è proprio da tradizione pugliese! Se dolci, si passano nello zucchero semolato o nel vincotto e stop. Se salate, possono essere farcite con baccalà, cavolfiore, acciughe o come nel salento con un condimento detto “alla pizzaiola”. Io le preparo anche con all’interno un oliva verde snocciolata, ma non è un modo tradizionale.
    Grazie per le belle parole sulla Puglia,
    ciao,
    Ornella

    1. @ Ornella, ma ciao 🙂 figurati le parole sono sentite e davvero provo un’immensa ammirazione per la vostra terra. Farò tesoro di questi consigli, alla prossima farò quelle salate e lavorerò meglio l’impasto 🙂 in effetti l’ho solo mescolato. Anche qui a Napoli si mangiano quelle con il cavolfiore e baccalà e sono la fine del mondo *__*
      Ti ringrazio e mi spiace se ho fatto qualche errore, prometto che rimedierò 🙂 e ti auguro una buona settimana 🙂 🙂

      1. Giovanni, visto che le pugliesi ti hanno detto che la tua ricetta è perfetta, da rompiballe quale sono, te ne dico un altro paio..
        1) In Puglia non le ho mai sentite chiamare Zeppole… che invece sono quelle di San Giuseppe come a Napoli.
        2) Il punto dolente è la frittura. L’olio deve essere alla giusta temperatura, sennò si intridono di olio e sono una vera schifezza. Ora tu dici:Quando le pettole pugliesi salgono a galla “e sono dorate da entrambe i lati” ( ilo virgolettato lo hai aggiunto dopo:stamattina non c’era 😉 ) saranno cotte e quindi pronte…
        Ti confido un segreto: Se le pettole sono state impastate a regola d’arte e l’olio è a temperatura, salgono a galla immediatamente e si gonfiano, girandosi nell’olio quasi da sole. Se l’olio è bollente come tu dici, il rischio è che dentro rimangano crude e che non gonfino a sufficienza. OK? Avrei voluto vedere una foto dell’interno delle tue pettole, solo così il mio giudizio sarebbe stato obiettivo…
        Prometto che non vengo più a rompere se non si tratta cucinaa pugliese… 😀
        Buonissima settimana anche a te! 😉

        1. Ops.. ancora un’altra.. Per essere perfetta la tua ricetta ha troppa acqua e troppo lievito.. 😉
          Non è una pastella, ma u impasto molle… OK? 😀

        2. @ Ornella, ma puoi “rompere” su tutte le ricette che vuoi 🙂 come ti ho già detto quando le critiche sono educate e motivate le ascolto molto volentieri, mi hai spiegato e io ho capito 🙂 anzi mi fa veramente piacere che mi critichi.
          Per quanto riguarda l’aggiunta è vero, ma ti garantisco che avevo scritto “quando salgono a galla e sono dorate”, ho aggiunto solo “da entrambe ai lati” ti sarà sfuggito 🙂 ma non fa nulla, ho precisato proprio per amor di correttezza 🙂
          hai ragione che potevo far vedere la foto della pettola 🙁 però un poco poco si intravede 😀 hahahahah grazie di tutto! 🙂 🙂 buona notte

    2. concordo con Ornella, niente marmellate e altre cose strane, e poi, Bravo che hai cancellato “conosciute anche come zeppole, “perchè le zeppole sono tutta un’altra cosa,in Puglia si preparano per San Giuseppe e sono a forma di un grande tarallo, vuote all’interno si farciscono con la crema pasticcera e si decorano con una amarena candita!

      1. @ Annysea, si chiedo ancora scusa per l’errore 🙂 è che qui a Napoli (tra l’altro ho scoperto che anche qui si fanno con e senza patate, sempre nel periodo natalizio) la maggior parte delle cose lievitate e fritte prendono il nome di zeppola. ho impropriamente utilizzato una mia parola per spiegare un vostro prodotto. mi spiace. grazie anche a te per le precisazioni doverose 🙂

  4. giovanni che belle!! a vederle così mi hai fatto venire in mente gli sfinci che facciamo qua in sicilia! l’impasto è diverso ma l’aspetto sembra uguale! mi hai incuriosita! adesso divento monotona ma te lo dico lo stesso..sei davvero bravo!riesci a fare bene sempre tutto!ma sbagli mai qualcosa in cucina!?ahahah buona giornata!

    1. @ Giusy, ehhhh hai voglia! Hahahahahah credimi la perfezione è altrove! ad ogni modo grazie 🙂 gli sfinci… perchè non li fai? così te li copio? 😀 buona notte!

    1. @ Maria Elena, no sono finite 😀 ma visto che si fanno in poco tempo le rifaccio subito 🙂 ciao cara buona settimana anche a te! notte

  5. Ma che bontà 😉 son contenta che spesso nel tuo ricettario includi le nostre tradizioni Pugliesi.. bravo chef..ottime le tue pettole :*

    1. @ Ombretta, 🙂 🙂 🙂 adoro provare le ricette regionali, almeno quelle più semplici 🙂 ciao carissima un bacione forte! notte

  6. ciaoo gio!!! Non conoscevo questa ricetta,mi attira molto però! Sotto le vacanze proverò a farli! ciao buona serata 😉

    1. @ Pam, hahahah inizia a provarle però che altrimenti ti scoppia la cartella dei preferiti 😀 bacione cara ciao!

  7. Da pugliese quale sono posso dirti con estrema tranquillità che la tua ricetta è perfetta.Un saluto da Barletta 🙂 Claudia

  8. Adoro anch’io la Puglia e le nostre amiche pugliesi tutte meravigliose..molto simili alle nostre zeppole..fantastiche!

    1. zeppole pettole, cmq buone! da noi a casa ne facciamo simili ma con la frizzina, vedi come si gonfianoo!! le fa sempre mio padre! ma ora devo provare la tua ricetta!

  9. Ti ringrazio per l’attenzione che riservi alla mia regione, ben vengano “stranieri” che scrivono della sua cucina molto semplice, fatta più che altro di ingredienti di alta qualità da manipolare con cura e semplicità. La nostra cucina, come quasi tutte, è fatta di particolari, che non sono regole ma che andrebbero rispettati. Queste regole, noi per primi ci rendiamo conto d’essere poco bravi ad evidenziarle, le lasciamo tra le righe e non possiamo pretendere che vengano colte con facilità. Non lo facciamo per cattiveria, né per gelosia, il fatto stesso che proviamo a divulgarle dovrebbe dimostrarlo, ma perché tutto ciò che abbiamo da sempre sotto gli occhi ci appare ovvio, non degno e, men che meno, rimarchevole per ottenere un buon risultato. Quello che mi ha messo in allarme per la buona riuscita della ricetta a te ed ai tantissimi che, vedo, ti seguono è stata l’espressione “e sono dorate da entrambe i lati”, che messa insieme alla parola di sopra “zeppola”, che, in verità, poco c’entra, danno un’idea non chiara dell’oggetto della ricetta: la pettola.
    Per questo motivo sono andato ad aggiungere particolari al post del mio blog ed ad arricchirlo con un filmato esplicativo di tutta la preparazione, la tradizione ed il colore che c’è intorno. Ciao ed arrileggerti, anche sulle nostre tradizioni oltre che le tue.

    1. @ Mimmo, sono io che ringrazio te per queste parole. Sono d’accordo quando dici che non è sicuramente un fatto di cattiveria, ci mancherebbe. Vengo a seguire subito il tuo articolo 🙂 grazie mille e buona giornata 🙂

  10. da tarantina doc e divoratrice di pettole, dico che ti sono venute benissimo…se ti va vieni a vedere la mia versione salata…ciao

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