Queste fettuccine Alfredo sono un successo mondiale: provatele!
Ingredienti per 4 persone:
250 g di fettuccine all’uovo, 200 g di burro, 150 g di parmigiano grattugiato + qualche scaglietta per decorare, una presa di sale, un pizzico di pepe nero macinato al momento.
Preparazione delle fettuccine Alfredo:
- Per prima cosa cominciate mettendo subito sul fuoco la pentola con l’acqua per cuocere la pasta.
- Intanto tagliate il burro a pezzettini, versatelo in un recipiente e sistematelo accanto al fuoco, così inizierà ad ammorbidirsi.
- Nel frattempo, portatevi avanti, grattugiando il parmigiano e macinando il pepe nero.
- Ora avete tutto quello che vi serve, buttate la pasta in acqua bollente e salata e cuocetela scolandola poi al dente.
- A metà cottura prelevate un mestolo d’acqua di cottura e versatelo nel recipiente con il burro, mescolate di continuo fino a scioglierlo completamente.
- Scolate la pasta, senza buttare via l’acqua di cottura, direttamente nel recipiente, aggiungete abbondante parmigiano e pepe nero e cominciate a mescolare. Mano a mano potete continuare ad aggiungere altro formaggio, e a mescolare di continuo, fin quando non avrete ottenuto la consistenza preferita.
- Impiattate, decorate con qualche scaglietta di parmigiano e servite subito.
Qualche consiglio:
provate anche la versione in padella, basterà fondere il burro e risottare per un paio di minuti la pasta aggiungendo dell’acqua di cottura (il formaggio andrà aggiunto a fiamma spenta);
se volete potete personalizzare come meglio preferite questo piatto, magari aggiungendo del pecorino romano o colorandolo con un po’ di zafferano;
le fettuccine Alfredo sono famose per essere preparate a mano, preparate un impasto di farina 00 e semolino, come da tradizione, e poi ottenete le fettuccine.
Restiamo in contatto!
Iscriviti sul mio canale di YouTube e se vuoi condividi anche con le tue cerchie di Google Plus ti aspetto! 🙂
STORIA DI ALFREDO DI LELIO, CREATORE DELLE “FETTUCCINE ALL’ALFREDO” (“FETTUCCINE ALFREDO”), E DELLA SUA TRADIZIONE FAMILIARE PRESSO IL RISTORANTE “IL VERO ALFREDO” (“ALFREDO DI ROMA”) IN PIAZZA AUGUSTO IMPERATORE A ROMA
Con riferimento al Vostro articolo, di cui vi ringrazio, rinnovo alla Vostra redazione (come in passato) il piacere di raccontare ai Vostri lettori la storia di mio nonno Alfredo Di Lelio, inventore delle note “fettuccine all’Alfredo” (“Fettuccine Alfredo”).
Alfredo Di Lelio, nato nel settembre del 1883 a Roma in Vicolo di Santa Maria in Trastevere, cominciò a lavorare fin da ragazzo nella piccola trattoria aperta da sua madre Angelina in Piazza Rosa, un piccolo slargo (scomparso intorno al 1910) che esisteva prima della costruzione della Galleria Colonna (ora Galleria Sordi).
Il 1908 fu un anno indimenticabile per Alfredo Di Lelio: nacque, infatti, suo figlio Armando e videro contemporaneamente la luce in tale trattoria di Piazza Rosa le sue “fettuccine”, divenute poi famose in tutto il mondo. Questa trattoria è “the birthplace of fettuccine all’Alfredo”.
Alfredo Di Lelio inventò le sue “fettuccine” per dare un ricostituente naturale, a base di burro e parmigiano, a sua moglie (e mia nonna) Ines, prostrata in seguito al parto del suo primogenito (mio padre Armando). Il piatto delle “fettuccine” fu un successo familiare prima ancora di diventare il piatto che rese noto e popolare Alfredo Di Lelio, personaggio con “i baffi all’Umberto” ed i calli alle mani a forza di mischiare le sue “fettuccine” davanti ai clienti sempre più numerosi.
Nel 1914, a seguito della chiusura di detta trattoria per la scomparsa di Piazza Rosa dovuta alla costruzione della Galleria Colonna, Alfredo Di Lelio decise di trasferirsi in un locale nel centro di Roma, ove aprì il suo primo ristorante che gestì fino al 1943, per poi cedere l’attività a terzi estranei alla sua famiglia.
Ma l’assenza dalla scena gastronomica di Alfredo Di Lelio fu del tutto transitoria. Infatti nel 1950 riprese il controllo della sua tradizione familiare ed aprì, insieme al figlio Armando, il ristorante “Il Vero Alfredo” (noto all’estero anche come “Alfredo di Roma”) in Piazza Augusto Imperatore n.30 (cfr. il sito web di Il Vero Alfredo).
Con l’avvio del nuovo ristorante Alfredo Di Lelio ottenne un forte successo di pubblico e di clienti negli anni della “dolce vita”. Successo, che, tuttora, richiama nel ristorante un flusso continuo di turisti da ogni parte del mondo per assaggiare le famose “fettuccine all’Alfredo” al doppio burro da me servite, con l’impegno di continuare nel tempo la tradizione familiare dei miei cari maestri, nonno Alfredo, mio padre Armando e mio fratello Alfredo. In particolare le fettuccine sono servite ai clienti con 2 “posate d’oro”: una forchetta ed un cucchiaio d’oro regalati nel 1927 ad Alfredo dai due noti attori americani M. Pickford e D. Fairbanks (in segno di gratitudine per l’ospitalità).
Un aneddoto della vita di mio nonno. Alfredo fu un grande amico di Ettore Petrolini, che conobbe nei primi anni del 1900 in un incontro tra ragazzi del quartiere Trastevere (tra cui mio nonno) e ragazzi del Quartiere Monti (tra cui Petrolini). Fu proprio Petrolini che un giorno, già attore famoso, andando a trovare l’amico Alfredo, gli disse che lui era un “attore” della cucina romana nel mondo e gli consigliò di attaccare alle pareti del ristorante le sue foto con i noti personaggi soprattutto dello spettacolo, del cinema e della cultura in genere che erano ospiti di “Alfredo”. Anche ciò fa parte del cuore della bella tradizione di famiglia che continuo a rendere sempre viva con affetto ed entusiasmo.
Desidero precisare che altri ristoranti “Alfredo” a Roma (come Alfredo alla scrofa o Alfredo’s gallery) non appartengono e sono fuori dal mio brand di famiglia.
Vi informo che il Ristorante “Il Vero Alfredo” è presente nell’Albo dei “Negozi Storici di Eccellenza – sezione Attività Storiche di Eccellenza” del Comune di Roma Capitale.
Grata per la Vostra attenzione ed ospitalità nel Vostro interessante blog, invio i miei cordiali saluti
Ines Di Lelio
Buongiorno Ines, grazie mille per aver condiviso con tutti noi la vera storia della famiglia Di Lelio.
Una buona giornata,
Giovanni