Nella VERSIONE CATANESE DELLE SARDE A BECCAFICO, altrettanto saporita, si aggiunge anche l’uovo, ma le sarde vengono accoppiate per contenere la farcia e, poi, infarinate e fritte.
SARDE A BECCAFICO – ricetta palermitana
INGREDIENTI (per 5/6 persone)
- 1 kg di sarde
- 150 g di pangrattato
- 3 cucchiai di pecorino grattugiato o caciocavallo (facoltativo)
- 2 acciughe sotto sale
- 1 ciuffo di prezzemolo
- 30 g di pinoli
- 50 g di uvetta sultanina
- 2 limoni
- 2 cucchiai di zucchero
- 2 cucchiai di succo di limone
- olio extravergine d’oliva q.b.
- foglie di alloro
- sale e pepe q.b.
PREPARAZIONE DELLE SARDE A BECCAFICO
Scaldate due cucchiai d’olio in padella, fate sciogliere le acciughe diliscate, unite il pangrattato e fatelo tostare leggermente. Trasferitelo in una ciotola tenendone da parte un cucchiaio.
Aggiungete al pangrattato l’uvetta precedentemente fatta rinvenire in acqua tiepida e strizzata, i pinoli, il prezzemolo tritato, il formaggio, sale, pepe ed amalgamate il tutto con cura, aggiungendo, se necessario, altro olio.
Pulite bene le sarde eliminando testa e lisca ma lasciando la coda (apertura a libro). Lavatele sotto acqua corrente e fare sgocciolare. Disponetele sul piano da lavoro e salate leggermente all’interno.
Su ciascuna sarda distribuite al centro un po’ della farcia preparata e arrotolate partendo dalla testa formando degli involtini.
In una teglia unta disponete le sarde a beccafico alternandole con le foglie di alloro e fettine sottili di limone.
Una volta sistemate irrorate le sarde a beccafico con un’emulsione di limone e zucchero. Cospargete il pangrattato tenuto da parte e infornate a 200°C per 15 minuti.
Lasciate intiepidire e servite le sarde a beccafico accompagnando con insalata.
VARIANTE
Sostituite il limone con l’arancia.
CONSERVAZIONE
Conservate le sarde a beccafico in frigorifero dentro un contenitore con coperchio e consumate entro due giorni.
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Complimenti
Grazie mille Nunzio! 🙂
Ottime! Appena posso provo la tua ricetta, le ho mangiate due volte ma non le ho mai preparate in casa e la tua versione mi sembra veramente fedele alla tradizione.
Proprio così Elisabetta, la mia ricetta è quella tradizionale! Più avanti pubblicherò la variante catanese, ma preferisco di gran lunga quella palermitana… Ci tengo a sottolineare che non sono di parte. poichè le mie origini sono ennesi! 😉