Verdure spontanee siciliane: Gli Strigoli o cannatedda…

Nella mia zona nel periodo primaverile e autunnale si trova in abbondanza nei campi, è un’ottima verdura, non tutti la conoscono ma è veramente buona e si può fare in tanti modi: una delle ricette più “gettonate” sono le cosidette “polpette di cannatedda” termine dialettale della zona del catanese e non solo.

Sono spesso curiosa di conoscere le origini delle verdure spontanee, così mentre cercavo nel web ho trovato questo interessante articolo che in parte vi riporto.  Qui di seguito alcune ricette con questa buonissima verdura:

Rolls con asparagi e strigoli al bacon

Schiacciatine di patate e strigoli al rosmarino

Polpette di cannatedda ai pistacchi di Bronte

Arancini con verdure selvatiche salsiccia e noci

Strigoli o cannatedda-immagine.jpg

Verdure spontanee siciliane: Gli Strigoli o cannatedda…

 

STRIGOLI
Altri nomi volgari
Bubbolini, Schioppettine, Schioppetti, Verzuli, Erba del cucco, Crepaterra, Mazzettone minuto.
Taxon
Silene vulgaris (Moench.) Garcke ssp. angustifolia (Miller) Hayek
Famiglia
Caryophyllaceae
Etimologia
Il primo termine del binomio ha un`etimologia controversa. Secondo alcuni discenderebbe da Silenòs, nome dato nella mitologia greca ad un essere semidivino, compagno del dio Dioniso e padre dei Satiri, per metà uomo e metà cavallo, con ventre rigonfio, in riferimento al calice fiorale della pianta, che si presenta panciuto; secondo altri deriverebbe dal greco sialon = saliva, muco, per la sostanza bianca e appiccicosa presente nel fusto e nel calice fiorale di molte altre specie dello stesso genere (ad es. Silene italica (L.) Pers.); secondo altri ancora discende da Selene = luna, in allusione a quelle specie del genere che aprono i fiori di notte. Il secondo termine deriva dal latino con il significato di comune, per l’ampia distribuzione della specie.
Caratteri botanici
Pianta erbacea perenne, glabra, caratterizzata da fusti cespitosi e legnosi alla base, articolati con nodi ingrossati, che seccano quasi del tutto durante la stagione calda. Le foglie sono opposte, in corrispondenza dei nodi, carnosette, lineari-lanceolate, di colore verde pallido; se stropicciate tra le mani, esse emettono un particolare crepitio o sfrigolio (da qui il nome volgare Strigoli), simile a quello prodotto stropicciando le foglie della Verza o Cavolo cappuccio (da cui il nome Verzuli). Sul finire della primavera, si sviluppano gli scapi alla cui sommità si formano i fiori, penduli, su peduncoli flessuosi, riuniti in cime, caratterizzati da un calice subcilindrico, rigonfio, con nervature verdastre, che ricorda una minuscola brocca o un palloncino fessurato, da cui il nome dialettale Cannatedda (‘cannata’ = brocca) e quello volgare Bubbolini; il bubbolo, infatti, è il noto sonaglio (‘ciancianedda’) di ottone sferico e fessurato.
Habitat
Gli Strigoli sono comuni su tutti i versanti del vulcano, dove crescono nei luoghi incolti soleggiati, presso i muri a secco dei coltivi e nelle sciare.
Parti commestibili
Si raccolgono le cime dei nuovi getti con i ciuffi di tenere foglie, che si formano dall`autunno alla primavera. Questi getti (spicuneddi) vanno prelevati prima della formazione degli scapi fiorali. Anche le foglie presenti sugli scapi sono buone da mangiare, raccolte quando sono ancora tenere. L’asportazione dei giovani getti non danneggia la pianta la quale, essendo perenne, si rinnova in continuazione e con facilità, fornendo così i suoi prodotti per tutta la stagione propizia.
Lessi Fritture
I getti novelli degli Strigoli sono una delle verdure più conosciute nella tradizione fitoalimurgica del nostro territorio, una vera leccornia anche per i palati più raffinati. Si usano lessati come componenti delle mesticanze, alle quali conferiscono un tono particolare, ma principalmente essi vengono sbollentati in acqua, mescolati alle uova sbattute con aggiunta di formaggio pecorino e pepe, quindi fritti sotto forma di polpette.
Osservazioni
– Le ‘scattiole’ Gli Strigoli sono legati ai ricordi infantili di molte persone, specialmente quelle vissute in campagna. I ragazzi (e non solo quelli siciliani) usavano fare le scattiole con i fiori di questa pianta; si chiudeva con le dita l`apertura del calice vescicoloso che, quindi, si schiacciava sul dorso della mano o sulla fronte, producendo un sonoro scoppio, da cui i nomi volgari di Schioppettini e Schioppetti.
Nomi dialettali
Adrano: Calicedda î mura
Belpasso: Cannatedda
Biancavilla: Calicedda di muru
Bronte: Ebba priricatura
Castiglione: Erba pridicatura
Linguaglossa: Cannatedda
Maletto: Erba ru priricaturi
Milo: Cannatedda
Nicolosi: Cannatedda
Pedara: Campanedda
Ragalna: Cannatedda
Randazzo: Cannatella, Erba du pridicaturi, Priricaturi
San Giovanni: Cannatedda
Santa Venerina: Cannatedda
Zafferana: Cannatedda, Campanedda

L’articolo completo qui: dipbot.unict.it

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