Spaghetti all’abruzzese

Gli spaghetti all’abruzzese con la ricetta di zio Ettore.

Mio zio era di Castelli, una cittadina molto caratteristica dell’entroterra abruzzese, famosa per la produzione di ceramiche, una tradizione che risale all’inizio del Rinascimento. Anche le tradizioni culinarie sono importanti e mio zio aveva un modo tutto Castellano di fare la pasta “aglio, olio e peperoncino”!

Era uno spettacolo vederlo ai fornelli mentre preparava alcuni piatti che per lui erano sacri e che “se non ci metteva le mani” non avevano lo stesso sapore! E’ verissimo! Da quando lui non c’è più, non ho più assaggiato gli spaghetti buoni come i suoi!

Per quanto riguarda la mia personale tradizione, questo piatto può essere tranquillamente inserito nel menù della domenica perché mangiarlo è come rievocare una parte di vita e di allegria!

spaghetti all'abruzzese
spaghetti all’abruzzese

Ingredienti per 4 persone mediamente affamate:

½ kg di spaghetti

½ bicchiere di olio e.v.o.

2 spicchi di aglio

1 peperoncino

5 filetti di alici dissalate

3 cucchiai di pangrattato

1 ciuffetto di prezzemolo

Come si preparano gli spaghetti all’abruzzese:

in una pentola far bollire acqua leggermente salata e cuocere la pasta seguendo le indicazioni scritte sulla confezione.

Mentre la pasta cuoce, in una padella antiaderente capiente far soffriggere nell’olio, l’aglio e il peperoncino tagliato a pezzi. Aggiungere i filetti di alici e farli sciogliere completamente. Due minuti prima di scolare la pasta, aggiungere al soffritto il pangrattato facendolo tostare un po’, quindi il prezzemolo tritato. NON aggiungere sale. Scolare la pasta e condirla direttamente nella padella facendola saltare, così si evita di mescolare e di rovinare la meraviglia dello spaghetto “ricapato”. Mio zio ci faceva mangiare anche con gli occhi e con il naso. Ogni senso veniva soddisfatto quando ai fornelli c’era lui!

Pubblicato da marygraceincucina

Creo e cucino tra le nuvole... cibo e fantasia: una miscela esplosiva e calorica! Il mio mondo è tra le nuvole, non perchè io sia svampita, o almeno non solo, ma perchè sono una sognatrice cronica e spesso i miei sogni li riverso in cucina, preparando piatti che finora hanno riscosso meritato successo. Forse perchè hanno come ingrediente principale il desiderio che tutto sia buono!