Strichetti emiliani

Non ho mai fatto mistero del mio amore per la mia adorata Emilia; ne parlo in continuazione, e vivere senza di lei è un po’ come vivere senza il cuore: non ci si riesce mica, per quanto uno si possa impegnare. Se vi foste persi qualche puntata delle mie ricette regionali, potrete prontamente aggiornarvi leggendo lo Speciale Ricette regionali Emilia Romagna e vi ricordo anche che tutti gli Speciali della Lifferia sono in costante aggiornamento, man mano che aggiungerò i miei racconti di cucina. Detto questo, il mio pensiero di oggi va agli strichetti emiliani.

Gli strichetti sono gli antenati delle commerciali farfalle: sono fatti con pasta all’uovo e, anche se qui li vedete verdi (io oggi li ho fatti con la sfoglia verde), solitamente sono realizzati con la pasta all’uovo classica e vi spiego anche perchè.

Gli strichetti erano il modo con cui le rezdore (massaie) recuperavano gli avanzi di lavorazione derivati dalla produzione dei cappelletti. Accadeva con frequenza, infatti, che facessero la fujèda (sfoglia di pasta all’uovo) in abbondanza, per essere certe di usare tutto il ripieno preparato in precedenza; questo comportava la naturale conseguenza, nel momento in cui il ripieno terminava, di ritrovarsi con esuberi di pasta, magari già sfogliati e tagliati a quadratini. E si sa, è un peccato buttar via ed è un peccato anche ridurre tutto ad una triste pastina in brodo.

Nascono così gli strichetti, il cui nome, appunto, deriva dal dialettale “stichèr“, ossia stringere. I quadratini venivano perciò pizzicati al centro per ottenere questi simpatici papillon di pasta, che si possono gustare in molti modi ed aprono un simpatico scenario di possibilità.

Semplicissimi da preparare, anche per chi non ha dimestichezza con la lavorazione della pasta fresca, gli strichetti emiliani sono veloci e adatti a tutte le stagioni, poichè in particolare se li cucinate in giornata, la loro cottura è fulminea. Se poi non li cuocete subito, si possono seccare all’aria e consumare nei giorni successivi, oppure potete prendere spunto dalla mia nonna che li prepara e li congela: li stende su un vassoio di cartone ben infarinato e lo lascia in freezer per un giorno; il giorno successivo, li trasferisce in un sacchettino per risparmiare spazio, e così li ha sempre pronti all’uso.

Ora che vi ho detto tutto sugli strichetti emiliani, non mi resta che mostrarvi in modo dettagliato con un passo passo il modo per realizzarli. Buon appetito!

Strichetti emiliani

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strichetti emiliani

ingredienti | 2 persone

180 g di pasta all’uovo (leggi la ricetta)
farina calibrata per spolverizzarli

procedimento

Sfogliare la pasta con la sfogliatrice ad uno spessore di 6 (in una scala da 0 a 10), quindi ricavare dei quadrati con la rotellina tagliapasta: io uso la rotellina che forma già quadrati perfetti, ma in sua assenza, cercare di realizzare dei quadrati di 3-4 cm di lato.

Piegare ogni quadratino in due, quindi riportare un lembo verso l’alto (figura 2) e fermarlo con una lieve pressione del dito (figura 3); ripiegare l’altro lembo verso l’alto, dando quindi una piega “a fisarmonica” (figura 4). Premere con decisione il centro per bloccare la pasta, (figura 5), altrimenti si apriranno in cottura.

Proseguire fino ad esaurimento della pasta, quindi procedere alla cottura oppure alla essiccazione per consumo futuro.

Tutorial strichetti emiliani

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Strichetti emiliani

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4 Comments on Strichetti (pasta tipica emiliana)

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