Dolce tipico calabrese – A’ pitt’ i fera 

dolce tipico calabrese

Cari Lellini,

oggi vi parlo di un dolce tipico calabrese che da sempre è l’ospite d’onore in casa mia nelle feste natalizie. Da piccola mi divertivo ad osservare mia madre e mia zia che la preparavano, mentre mio padre si divertiva a schiacciare le mandorle e le noci! E’ una ricetta semplice ma deve essere preparata con attenzione. Ecco tutto quello che c’è da sapere! 

Dolce tipico calabrese – A’ pitt’ i fera

INGREDIENTI PER DUE PITTE

  •  Farina di grano duro kg 1
  • Mandorle g. 300
  • Noci kg g. 200
  • Uva passa g. 300
  • Due uova
  • Un normale bicchiere di zucchero
  • Un bicchiere normale di olio
  • Un normale bicchiere di vermuth bianco dolce
  • Un pizzico di sale
  • Mezza bustina di cannella
  • Mezza bustina di garofano
  • Una bustina di lievito di birra, oppure un cubetto fresco di lievito.
  • Miele q.b.

 PROCEDIMENTO

Questo dolce,chiamato “pitt’i fera “, è tipico della CALABRIA dove acquista denominazioni diverse (pitta ‘nchjusa, pitta ccu pàssuli, pitta ‘mpigliata,pitta ‘i da Madonna, pitta ccu ll’uogghju) a seconda dei luoghi in cui si prepara. Oggi è diffuso in tutta la regione anche a livello commerciale in quanto molto apprezzato e richiesto. La sua origine è antichissima. Qualcuno sostiene che esso rappresentasse in origine une tipico dolce nuziale, mentre altri ne fanno risalire l’origine alle sagre paesane e alle fiere zonali, da cui appunto il nome di “pitt’ i fera”.

Versare la farina sullo spianatoio, fare un buco al centro e versare due uova, un bicchiere di olio, un bicchiere di vermut bianco dolce, un bicchiere di zucchero, un pizzico di sale, un panetto di lievito fresco sciolto in acqua tiepida e un po’ di cannella e garofano. Impastare con acqua tiepida fino a quando non si amalgama tutto. Con l’impasto così ottenuto formare quattro panetti, due piccoli che serviranno per le basi delle pitte e due più grandi almeno quattro volte quelli piccoli che serviranno per fare le sfoglie ripiene. Con il mattarello spianare i panetti di pasta facendo in modo che la pasta conservi la sua forma circolare. A differenza di quelle del ripieno la sfoglia delle basi non dev’essere molto sottile. Una volta spianate le basi si spalmano con olio, miele (sciolto sul fuoco in modo da diluirlo), zucchero, cannella, garofano e si mettono da parte. Intanto si spianano i panetti più grandi formando una sfoglia molto sottile e circolare, dopo di che si dividono in due emisferi e partendo dal loro diametro si ricopre un emisfero di olio (un filo appena da spalmare), zucchero, cannella e garofano, più una bella manciata di mandorle tritate, di noci, di uva passa e di miele. Afferrare il lembo esterno della sfoglia vuota e sovrapporla su quella già ricoperta degli ingredienti sopra descritti, dopodiché si ripete l’operazione spalmando sulla sfoglia vuota l’olio, lo zucchero, la cannella e il garofano, le mandorle e le noci tritate, l’uva passa e il miele. A compimento di tutto questo, con un coltello si divide l’emisfero di pasta in due parti uguali che verranno tagliate in tante striscioline dalla larghezza di non più di 5 cm con le quali si faranno dei rotoli ben marcati (il ripieno contenuto nelle striscioline non deve fuoriuscire dalla pasta). I rotoli verranno disposti nelle teglie partendo dall’esterno verso l’interno. Versare un po’ di zucchero e lasciare riposare per almeno 12 ore (è il tempo che occorre per la lievitazione). Il tempo della cottura sarà di un’ora ad una temperatura non superiore ai 120°.

 

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