Lo so che sul mo blog sono presenti svariati dolci golosi, magari carichi di cioccolata, ma tra i tanti questo è senza dubbio ai primi posti. È un dolce leggero, che si fa mangiare. Una zeppola tira l’altra e non te ne accorgi nemmeno!
Come per ogni dolce della tradizione ottatese mi premuro di dirvi che esistono tante ricette per quante sono le famiglie del mio paese. Ho scelto quella di zia Angelina, mia vicina di casa, molto apprezzata da tutti, ma son tutte buone e portano pressoché allo stesso ottimo risultato. Si tratta sempre di ricette, infatti, in cui piccole variazioni non fanno la differenza.
Zeppule scaurate, zeppole scaldate
Ingredienti
1 litro di acqua
Buccia di un mandarino, oppure di un’ arancia o di un limone, in pezzi
Un pizzico di sale
Un pugno di zucchero
500 gr. farina di grano duro (io 500 gr. di grano tenero)
Un filo di olio (“una croce” dicono gli anziani)
Per condire
350 ml circa di miele (la quantità ed il tipo dipendono dai gusti)
La buccia grattugiata di un agrume a vostra scelta
Zucchero al velo e cannella in polvere
Poi vi servirà
olio per friggere
Spianatoio in legno
Procedimento
Mettete a bollire l’acqua con la buccia dell’agrume che preferite, lo zucchero, il sale, un filo di olio. “Di olio una croce” dicevano gli anziani, una bellissima espressione per indicare la quantità di olio che cade per disegnare una croce sulla superficie dell’acqua nella pentola (foto 1).
Passate un leggero velo d’olio sullo spianatoio di legno. Preparate già una tovaglia di cotone su cui adagiare le zeppole che man mano formerete.
Munitevi di un mestolo di legno resistente. Appena l’acqua bolle versate piano la farina rimestando l’acqua velocemente per evitare che la farina formi i grumi. Aggiungete lentamente tutta la farina e non smettete di mescolare energicamente.(foto 2 e 3)
Una volta che tutta la farina sarà nella pentola e si sarà formata una sorta di crema densa, abbassate il gas e continuate a mescolare fino a quando la massa non inizierà a staccarsi dalle pareti della pentola. Adesso togliete dal gas, aggiungete qualche pizzico di farina alla massa (in totale l’equivalente di un cucchiaio da tavola raso), rimestate ancora e vedrete che avrete un composto omogeneo che si stacca in blocco dalla pentola.
Appoggiate il composto sullo spianatoio leggermente unto (non esagerate con l’olio) e, poiché l’impasto è molto caldo, servendovi di un matterello appena appena unto, colpite due o tre volte l’impasto, piegatelo, colpitelo di nuovo e ripiegatelo, per eliminare eventuali grumi di farina. Potete picchiarlo anche con le mani se non temete di scottarvi. Non occorre esagerare nel muoverlo, perché altrimenti il dolce non sarà buono (foto 4).
Ora potete iniziare a formare le zeppole, fintanto che l’impasto è caldo. Se dovesse attaccarsi alle mani ungetele leggermente. Mentre procedete tenete l’impasto al caldo: mantenetelo sotto la pentola capovolta in cui lo avete cotto, oppure sotto un canovaccio. Con i palmi delle mani formate dei bastoncini non troppo sottili, altrimenti le zeppole risulteranno dure, ma dello spessore di un mignolo e lunghi una quindicina di centimetri (foto 5).
La grandezza delle zeppole la decidete voi, anche in base alla padella in cui le friggerete, ma io vi consiglio di non farle troppo grandi. Piegate il bastoncino e create due binari paralleli. Unite i binari quasi in prossimità delle estremità, senza accavallare, ma esercitando una decisa pressione, altrimenti in cottura le zeppole si apriranno (foto 6).
Questa è la forma classica, ma ce ne sono altre, come quella di piegare a due il bastoncino di impasto, tener ferma un’estremità e torcere l’altra, in modo da formare una spirale che poi fermerete attaccando tra loro le due estremità (foto 7, 8 e 9).
Mettete a scaldare abbondante olio, aspettate che si riscaldi e poi friggete le zeppole poche per volta. Quando saranno cotte saliranno a galla e saranno pronte. È importante non farle cuocere troppo, perché diventerebbero dure raffreddandosi, ma fatele dorare leggermente (foto 10 e 11).
Questione di gusti, comunque! Le signore dicono che quando in frittura si formano delle piccole bolle (“li rusieddi” in dialetto), allora la ricetta è riuscita perfettamente. Le zeppole scaldate dovrebbero essere mangiate calde, ma se non le consumate subito non le condite, perché il miele le ammorbidisce (foto 12).
Il giorno dopo potete riscaldarle nel forno e saranno ugualmente buone, ma magari non irresistibili come il primo giorno. Così mi dicono, perché al giorno dopo a casa mia non sono ancora arrivate!
Sciogliete sul fuoco la quantità di miele che ritenete adeguata a condire la quantità di zeppole scaldate che volete consumare, ma non siate avari perché lo assorbono. Prima di accendere il fornello grattugiate nel miele la buccia di un limone o di un’arancia: il profumo di agrumi verrà assorbito e potenziato dal miele caldo (foto 13).
Cospargetele di zucchero a velo mischiato con cannella le zeppole scaldate ancora calde; irroratele poi col miele e mangiatele subito (foto 14 e 15).