I canestrelli genovesi sono tipici biscotti della mia zona. Qualcuno li chiama “gubeletti”, anche se, in realtà, questi ultimi hanno una forma diversa e sono ripieni di marmellata.
La ricetta mi è stata data dalla mia mamma e apparteneva a mia nonna Manin (Maddalena in genovese) e, prima di lei, a sua madre, a sua nonna e chissà a chi altro ancor prima di loro.
In realtà si tratta di un biscotto di frolla molto semplice e friabilissimo, squisito ed appagante, uno di quei biscotti che non ti fermeresti mai dal mangiare. Ecco, diciamo pure che uno tira l’altro, come succede per le ciliegie, tanto per intenderci.
Sono molto fiera di continuare la tradizione di famiglia e di tramandare la ricetta alle mie figlie. E ora desidero rendere partecipi anche voi di questa vera GODURIA dolciaria… mi raccomando fatene buon uso!
CANESTRELLI GENOVESI NONNA MANIN
Ingredienti:
- 300 g di farina 00
- 200 g di burro freddo di frigorifero
- 1 tuorlo
-
100 g di zucchero (io di canna)
- 8 g di lievito in polvere per dolci
- la scorza grattugiata di un limone
Procedimento:
Tagliare a pezzettini il burro ed amalgamarlo con lo zucchero in una capiente ciotola. Incorporare il tuorlo, la scorza di limone grattugiata, la farina ed il lievito. Impastare molto velocemente per evitare di riscaldare gli ingredienti.
Formare un panetto e metterlo a riposare per una quindicina di minuti in frigorifero.
Prelevare metà quantità di impasto (lasciando l’altra in frigo) e stenderla con un mattarello tra due fogli di carta da forno ad uno spessore di circa 4/5 mm.
Ricavare i canestrelli con il tipico tagliabiscotti a forma di fiore con il foro centrale. Quando l’impasto sarà esaurito, prendere quello in frigorifero e ripetere l’operazione.
Rivestire di carta da forno una placca (anche due) e disporvi i biscotti leggermente distanziati fra loro, perché non si attacchino durante la cottura.
Cuocere in forno ventilato già caldo a 180 gradi per circa 15 minuti o perlomeno fino a quando i canestrelli cominceranno leggermente a dorarsi.
Non appena sfornati saranno estremamente friabili perciò non toccateli finché non si saranno raffreddati, dopodiché spolverizzarli con dello zucchero a velo o (come fa mia madre) con lo zucchero semolato.
Si conservano per un paio di giorni all’interno di una scatola di latta.
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Durano due giorni perché al terzo non ci arrivano : finiscono prima! ! Io sono di Pra’
Ciao Anita, hai ragione! Anche mio marito è di Prà
I miei preferiti proverò a farli