Trofeo Vergani-Ballotta 2016..il seguito

Trofeo Vergani-Ballotta 2016..il seguito. Forse due giorni dopo. Quando partecipo a questi eventi perdo la cognizione del tempo, dello spazio..e questo, per me, era davvero grande e importante. Il primo con così tanti cuochi preparati e conosciuti.

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Non sono una giornalista, lo sapete. Probabilmente continuerò a cancellare questa frase altre mille volte, come sto facendo da cinque minuti. Sarà difficile descrivere tutto quello che ho visto, sentito e mangiato. Ma ciò che leggerete verrà scritto con la sincerità e la schiettezza di una “bimba” di 24 anni, come a volte mi definiscono. Dunque, iniziamo…dal viaggio! Prometto un piccolissimo resoconto, ma va fatto.

La mattina dell’8 giugno, dovevo partire con mia figlia alla volta di Torreglia, dove è situata l’Antica Trattoria Ballotta. Ma tutti voi sapete che se organizzi un viaggio a cui tieni particolarmente, i bambini arrivano la notte prima e iniziano a stare male. Giustamente è accaduto. Panico generale. Ho messo in allerta tutta Predazzo per trovare qualcuno che mi potesse dare una mano. Fortunatamente ho una maestra di materna speciale e tra un incastro e l’altro si è offerta di aiutarmi. Pericolo scampato.

Si parte. Stanchissima per aver dormito solo tre ore, la pioggia decide di rendermi la vita più difficile. Mi tiene compagnia da quando ho acceso il motore a quando l’ho spento: 169 km sotto il diluvio universale. All’antica Trattoria Ballotta non è diverso: acqua e umidità son le padrone. Non per questo lo staff e i cuochi si demoralizzano. Solo un piccolo ritardo per far si che tutto e tutti siano al coperto.

Il personale correva ovunque ce ne fosse bisogno, si spostavo in continuazione le attrezzature per coprire al meglio, casse di ingredienti scaricate sotto la pioggia battente ed insistente che pareva volerla vinta sull’evento. E’ vero. L’allestimento non è stato semplice. Ma chi la dura, la vince si dice. Per le 20 era tutto pronto e i primi piatti per la giuria tecnica stavano uscendo dalle cucine del ristorante. Il cuoco a cui ero associata, Franco Favaretto (vedi intervista qui), era il primo a consegnare e spiegare il piatto agli esperti. El bocon del “prete”: polenta con trippa di baccalà.

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Ad aiutarlo c’era suo figlio Pietro, un giovane dodicenne. All’apparenza gli si danno almeno diciotto anni, sia per la statura sia per la bravura che dimostra tra i fornelli. Io son rimasta basita a sentire la sua reale età. E’ l’orgoglio del suo papà: lo ha portato nelle cucine sette anni fa e da allora Pietro lo segue ovunque. Si vede che ci mette impegno e passione, elementi caratteristici della famiglia Favaretto. Un grande complimenti a questo giovane e talentuoso futuro cuoco, che saprà seguire degnamente le orme del papà.

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Proseguendo la serata, la piazzetta caratteristica del locale iniziava ad essere gremita di persone. Queste componevano la giuria popolare a cui spettava l’arduo compito di assaggiare ben 21 piatti e votare il migliore secondo i loro fini palati. Si riservavano su ogni stand, chiedendo informazioni sugli ingredienti, sulla composizione del piatto, sulla preparazione. I cuochi, divisi tra spadellate, allestimento piatti e pioggia battente, erano sempre pronti a rispondere a tutti con gentilezza e cortesia. Nonostante il quantitativo immenso di commensali, hanno mantenuto la calma e portato a termine il servizio. Cosa straordinaria per me, ma per loro..ordinaria amministrazione.

Solo verso le 21.30 di sera son riuscita a fare un giro per gli stand, assaggiare con tranquillità i piatti e far due chiacchiere con i cuochi. Descriverli, ardua impresa. Le preparazioni di Franco son le prime che ho assaggiato: sapevo cosa avrebbe preparato, ne avevamo discusso per due settimane, ma degustarle è stata tutta un’altra cosa. La tartare di baccalà è stato il piatto deciso e concordato insieme.

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Era composto da un mix di verdure e frutta esplosivo. Fresco e leggero, si potevano trovare cubetti di ananas, cocco, sedano e carota. Un colpo d’occhio eccezionale. Colori e sapori che si mischiavano per creare un finger food in cui il nordico baccalà si sposava alla perfezione con l’esotica frutta. Poi si passava alla crema di piselli novelli con mantecato alle erbe.

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Il colore verde rispecchiava la freschezza della verdura utilizzata. In bocca un’esplosione di primavera. Le erbe fresche nella quenelle di baccalà arricchivano un piatto all’apparenza semplice ma equilibrato in tutte le sue componenti. E terminiamo con il piatto presentato alla giuria tecnica: el bocon del “prete”.

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Ovviamente è quello più vicino alla mia cucina territoriale, in cui la polenta è la padrona durante l’inverno. Che sia stata casualità o no, un buon piatto caldo, tipo confort food, era quello che ci voleva visto le condizioni climatiche avverse. La polenta con le trippe di baccalà scaldavo corpo e anima, consolavano il cuore e facevano vibrare le papille gustative. Amante delle interiora, questo piatto ha fatto colpo. Mi è sembrato di tornare bambina, quando mio papà cucinava la classica trippa con i fagioli nella pentola di coccio. Cotture lunghe, profumi semplici e genuini, tradizione e amore. Pochi ingredienti per riscoprire il valore della semplicità, il gusto delle cose buone e l’ottima materia prima. Quest’ultimo piatto era il perfetto equilibrio tra la semplicità e sperimentazione continua per migliorare.

Tra assaggi e foto, si scherza con i cuochi. Martino Scarpa, Andrea Rossetti e Tommaso Pardo son un trio davvero vulcanico. Piatti studiati e preparazioni complesse gli permettono di……udite, udite…..vincere il premio Trofeo Vergani-Ballotta assegnato dalla giuria tecnica.

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Con il piatto gelatina di prosciutto e le sue briciole con cremoso di carciofo e pelle di baccalà hanno ammaliato gli esperti, centrato in pieno il tema del riciclo. Io ho avuto l’onore di assaggiarlo: sapidità, croccantezza e accostamenti erano equamente bilanciati. Il cremoso di carciofo era sublime, avvolgeva tra di loro tutti gli ingredienti facendoli esplodere in bocca. Un’esperienza tutta da vivere. Complimenti ancora e come da promessa fatta, entro la fine dell’estate vi verrò a trovare!

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La serata volgeva al termine; tra un bicchiere di vino, un piatto e le chiacchiere, il tempo era volato. E anche noi food blogger siamo state omaggiate dal locale per la nostra partecipazione. Chiamate dalla presentatrice Francesca Barberini, abbiamo descritto brevemente la nostra esperienza. Emozionata e onorata, credo di essere diventata bordeaux nel giro di pochi secondi. Era tutto così bello e speciale che non mi sembrava reale.

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Un ringraziamento speciale va al presidente dll’Associazione Aifb, Anna Maria Pellegrino, che ha reso possibile questa magnifica esperienza. Mi ha sopportato e supportato in queste settimane, con i miei cambi di programmi dell’ultimo minuto e i miei dubbi. Donna di grandissima classe e umiltà, da lei c’è solo da guardare e imparare. Grazie davvero di cuore.

Le mie compagne di avventura..Cinzia, Silvia, Tanya, Gabriella, Marianna, Francesca…fantastiche! Risate e confronti per tutti e due i giorni. Tante cose in comunque da condividere in poche ore, si entra subito in sintonia e non vorresti più andar via.

Una favolosa serata dove ho potuto entrare in contatto con un mondo che fino ad oggi avevo solo sognato. Un altro immenso grazie all’Antica Trattoria Ballotta per l’ospitalità e un abbraccio a tutti cuochi che hanno speso due minuti di tempo con me per far due chiacchiere e condividere la stessa passione. Grazie ad Alessandro Tison, giovane e talentoso cuoco, che mi ha dedicato ben più di due minuti e con il suo piatto gnocchi di polenta all’ortica su fonduta di casel Bellunese abbiamo scoperto ben più di un’amicizia in comune. Al cuoco Paolo che mi ha fatto assaggiare la polvere di gnocca e con la sua brigata ci siamo fatti tantissime risate. Tra l’altro, loro son il ristorante che ha vinto il premio assegnato dalla giuria popolare.

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Un grazie davvero immenso a tutti quelli che hanno reso questa serata unica e indimenticabile.

E questo è solo l’inizio…la prossima settimana usciranno i resoconti del giorno dopo il trofeo. Visita ad un maestoso Castello del Catajo, primo in regione per dimensione, quinto in Italia e ventiduesimo in Europa. E a seguire…alla scoper di una piccola e briosa realtà: Salvan – Vigne del Pigozzo.

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Continuate a seguirmi in questo bellissimo e intenso tour!

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