Le prime volte non si scordano mai! E’ vero: possono essere esperienze belle o brutte, ma ti rimango scolpite nella mente, nel cuore. Non ci puoi fare nulla, le devi prendere così come sono, ti aiutano a crescere, ti fanno diventare adulto, anche se hai già 50 anni, ma se è la prima volta puoi avere l’età che vuoi e ti rimarrà dentro.
Vi racconto la mia prima volta, il mio primo viaggio sensoriale al Molin 22, situato a Desenzano del Garda in via Tommaso dal Molin 22.
Non sono una critica gastronomica, non sono esperta in questo campo ma adoro il cibo, che unisce popoli e culture diverse, concezioni di cucina distanti anni luci ma con un unico punto in comune: far provare sensazioni alle persone che si gustano quel piatto, quella ricetta. Ecco, io la penso così, e da qui parto per descrivervi questa mia prima volta.
Chiamata dallo staff di Cucina Semplicemente (un grazie sincero a Monica e Valentina per queste esperienze), mi reco a Desenzano insieme ad altri food blogger e non, per provare, assaporare e gustare i piatti proposti dal ristorante, wine bar e pasticceria Molin 22.
All’ingresso troviamo Donato, uno dei due proprietari del locale, che ci accoglie nella luminosa sala bar per un buon caffè. Il feeling con gli altri ospiti si crea subito: si sa, il cibo unisce! Si chiacchera di pasta madre, di food ph, di piattaforme e di luoghi in cui vivere, le emozioni che essi trasmettono e come influiscono sul nostro modo di cucinare. Il tempo passa sempre troppo velocemente quando ci si diverte e in men che non si dica è ora di sedervi a tavola!
La sala ristorante è preparata con molta cura, i colori usati, principalmente blu e bianco, danno aria e luminosità a questo luogo! I tavoli sono posti vicino a grandi vetrate che permettono alla luce di entrare dando ancora più risalto ai particolari presenti nella zona ristorante. Molto minimalista, i proprietari Donato e Marco hanno preferito non appesantire il locale per dare spazio al cibo, protagonista indiscusso.
Prima di iniziare, ci raccontano com’è nato il progetto e quali sono i punti su cui vogliono distinguersi: materie prime di ottima qualità (da notare la frase che ha detto un loro fornitore:”……io vi do il meglio, voi potete solo rovinare…..” ), prodotti stagionali e della terra, attenzioni per le intolleranze (celiachia, lattosio..) e le diete particolari (vegetariane e vegane). Il menù non prevede pagine e pagine da leggere, ci sono circa cinque scelte per portata e viene cambiato ogni tre mesi per seguire il corso della natura. Si inizia a lavorare alle 7, si offrono brioches con burro fatte da loro per poi passare agli aperitivi e infine al pranzo o alla cena: un locale a tutto tondo. Ultima considerazione, non per poca importanza, è il giardino che ha una capacità di 50 posti a sedere, per godersi i piatti da loro proposti anche all’aria aperta.
Partiamo con un assaggio di pane “casalingo”: pane integrale, pane bianco con scamorza, grissini, polenta essiccata e focacce con rosmarino. Deliziosi, con me sfondano una porta aperta ma ho notato che anche gli altri ospiti gradivano particolarmente. Un altro assaggio sfizioso sono stati i pop corn di amaranto: una piacevole sorpresa!
Arriva il piatto di benvenuto, merluzzo su una base di centrifugato di pomodoro con uova di salmone. Che vi posso dire? Come faccio a descrivervi le sensazioni che ho provato? Come ho detto, la prima volta non si scorda mai: l’equilibrio di sapori presenti nel piatto, lo studio e la ricerca della perfezione, tutto in un assaggio. Favoloso. Ero estasiata, le mie papille gustative viaggiavano cercando di captare tutti i sapori presenti all’interno. Purtroppo mi potevo fermare ancora per poco, i doveri di mamma chiamavano a rapporto….
Prima dell’antipasto si presenta lo chef Miraglia Alessio, un ragazzo giovane, simpatico e spigliato, che ci racconta il menù che ci proporrà. Il tema è “LA STAGIONALITA’ NEL PIATTO”.
Si inizia con alici marinate nel lime con crema di castagne, quenelle di burrata con scalogno fondente e basilico, lisca fritta in farina di riso per la parte croccante. Il primo piatto è un risotto con cavolfiore e trota affumicata mantecato con formaggio maniva. Passiamo ad un pagello con alghe dashi e tamarindo e si terminerà con gelato al fico d’india con gelatina allo zenzero, amarene e polline.
Come detto prima, mi son potuta fermare fino all’antipasto, semplicemente perfetto. Ci si chiedeva di valutare ingredienti, tecnica, genio ed equilibrio…e poi dare una valutazione al locale. Io concluderò il mio racconto con un pensiero, una mia valutazione. Forse non tecnica, non ne ho le competenze, ma sicuramente di cuore.
Sposo il loro progetto, la ricerca e lo studio che fanno ogni giorno per rendere i piatti perfetti. Lo chef Alessio ha un motto: ogni giorno devo imparare qualcosa di nuovo. Dovrebbe essere sempre così, chi intraprende la strada dello chef, della ristorazione o semplicemente del food blogger, dovrebbe essere curioso, pieno di voglia di studiare e scovare ingredienti nuovi da inserire nei propri piatti o rivalutare e usare in maniera geniale “vecchi” ingredienti.
Ho apprezzato la loro cordialità, il loro estro creativo per la cura dei dettagli e la semplicità con cui si sono posti a noi: ci hanno accolto come meglio non si poteva, togliendoci qualunque curiosità ci venisse in mente.
Consiglio vivamente di passarci, di fare due parole con i proprietari che vi sapranno trasportare in un bellissimo viaggio di gusti e sapori… insieme a qualche bollicina!
Ringrazio per alcune foto Monica di Cucina Semplicemente, Elisa di Glutenfreely e Maria Pia di Mapy le sue Ricette.
Ringrazio i proprietari del Molin 22 per la splendida accoglienza e lo Chef Alessio per geniale viaggio sensoriale che ci ha fatto fare, per me breve ma intenso! A presto!
