Pasta con le sarde gelese

 

Questa è una pasta con le sarde diversa da quella di cui vi ho parlato qualche tempo fa (in questo articolo) e che è tipica del palermitano. Questa è la versione gelese, la ricetta è di mia cugina e l’esecuzione è della mamma (la foto è sua) . La ricetta è un po’ lunga e si divide in tre fasi per la preparazione del condimento, ma alla fine avrete un buonissimo primo di cui vi innamorerete al primo assaggio!

Pasta con le sarde gelese
Pasta con le sarde gelese


 

 

Ingredienti:

  • 5 mazzi di finocchietti
  • mollica fresca q.b.
  • 100g acciughe
  • 210g estratto di pomodoro
  • aglio q.b.
  • prezzemolo q.b.
  • olio q.b.
  • sale q.b.
  • pepe q.b.
  • 2 cipolle
  • 500g rigatoni

Preparazione:

Pulite finocchietto e prendetene le parti più tenere. In una pentola a parte fateli bollire. Una volta cotti tritateli con la mezzaluna

Pulite le acciughe e tritate la cipolla.

Soffriggete la cipolla e aggiungete 30g di acciughe e un pugno di finocchietto.

Sciogliete l’estratto di pomodoro con un po’ di acqua e aggiungetela al resto del soffritto. Fate cuocere per un’ora circa.

Nel mentre fate un altro soffritto con un’altra cipolla tritata e il resto dei finocchietti e altri 30 g di acciughe

Fate tostare lievemente la mollica in una padella con poco olio, aglio, prezzemolo il resto delle acciughe, sale e pepe. Appena sarà pronta spegnete il fuoco e fate raffreddare, quindi mettete il parmigiano.

Nel mentre fate cuocere la basta in abbondante acqua bollente e salata(potete cuocere la pasta nella stessa acqua dove avete cotto il finocchietto, aggiungendo altra acqua).

Quando la pasta sarà pronta, mettete sopra prima il ragù, poi i finocchietti e poi il composto di mollica.

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.