Paella a la marinera

L’anno scorso ho fatto un bellissimo viaggio a Barcellona, mi sono innamorata di questa città e mi sono innamorata della sua cucina e dei suoi prodotti. Avevamo un appartamento vicinissimo alla Rambla e al mercato della Boucheria, un meraviglioso posto pieno di colori, profumi e di vita.
Avendo a disposizione una cucina ed un mercato così ricco e pieno di prodotti freschissimi , spesso cucinavamo a casa,  ma capitava altrettanto spesso di andare a mangiare fuori..
Ovviamente non potevamo non provare la Paella. Ne abbiamo provati due tipi, ma io mi sono innamorata di quella con marinara, fatta con solo pesce.

Arrivata a casa mi ero ripromessa di provarla  (oltretutto, a Barcellona, avevo comprato un libricino di ricette tipiche), ma non mi sono mai buttata..forse un po’ per paura della “laboriosità” della ricetta. Qualche sera fa invece mi son presa di coraggio, ho comprato gli ingredienti e, certa di avere una o due paellere a casa (le aveva comprate mio fratello e le aveva lasciate da me) mi sono messa all’opera… il problema è che le pallere sono scomparse.. dissolte nel nulla, quindi ho dovuto utilizzare una comune casseruola.. non fa “figo” come con la paellera, ma è venuta comunque buona (si fa di necessità virtù). Ovviamente non potevo non condividere la ricetta anche con voi.

Paella a la marinera
Paella a la marinera

Ingredienti:

  • 400 g di riso
  • Farina 100g
  • 400g di cozze
  • 250g rana pescatrice (conservate testa e lisca)
  • 200g piccoli gamberetti
  • 3 pomodori
  • 1 cipolla
  • 2 spicchi d’aglio
  • 2 tazze di olio d’oliva
  • 250g calamari
  • 4 gamberi
  • 1 seppia
  • 1 testa e lisca di pesce
  • 1 cucchiaino di paprica
  • sale
  • prezzemolo
  • zafferano 1 bustina
  • 100g piselli

Procedimento:

Pulite e tagliate la rana pescatrice a pezzi sale e passatela nella farina. Friggetela e mettetela da parte.

Pulite le cozze:

  1. In una bacinella piena di acqua fredda mettete le cozze e pulitevi aiutandovi con un coltello oppure strofinando le cozze tra loro. Eliminate così tutte le impurità.
  2. Tirate il bisso (la barbetta che fuoriesce) ed eliminatelo.
  3. In una padella wok o una pentola mettete lo spicchio d’aglio, l’olio, il pepe macinato e le cozze.
  4. Fate cuocere a fuoco vivo chiuse con un coperchio  fino a quando non si apriranno.
  5. Appena saranno aperte spegnete il fuoco. Togliete le cozze dal guscio (eliminate quelle che sono rimaste chiuse) e mettete da parte il mollusco.

In un litro di acqua salata fate bollire la testa e la lisca della rana pescatrice. Fate cuocere per 30 minuti

Adesso lavate e tritate la seppia, lavate e tagliate i calamari, sbucciate e tritare finemente la cipolla l’aglio,e il prezzemolo, infine tagliate il pomodoro a tocchetti.
In una paellera (io ho dovuto usare una casseruola perché non so che fine ha fatto la mia paellera) fate rosolare l’aglio, il prezzemolo e il pomodoro.

Aggiungete i gamberi, i gamberetti, le seppie, calamari e cipolla, fate rosolate tutto a fuoco lento.
Adesso Aggiungete il riso e paprika e i piselli, mescolare energicamente e fate saltare.
Filtrate il brodo di pesce e aggiungetelo poco a poco nella padellera insieme allo zafferano.

Alzate la fiamma e aggiungete la rana pescatrice e le cozze. Lasciate cuocere per 8 minuti.

Appena il riso sarà cotto, spegnete il fuoco e lasciate riposare per qualche minuto.

La paella si serve direttamente nella paellera. Se non disponete della paellera ma volete comunque provare la paella, dovrete utilizzare una comune casseruola o padella wok

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.