In occasione delle festività, ho pensato di provare una ricetta per una focaccia al farro integrale da portare al pic-nic di Pasquetta. In realtà avevo visto questa focaccia (o almeno una simile) durante la mia visita all’azienda Raia e me ne sono davvero innamorata. Fino ad ora purtroppo non sono riuscita a carpire il segreto di quella focaccia, ma ho trovato delle varianti altrettanto buone, una di queste è questa focaccia al farro che verrà messa direttamente nel mio cestino da picnic..
Ma veniamo a noi, questa è una ricetta molto semplice, anche se come al solito, per i lievitati ci vuole tempo e pazienza..ma il risultato finale vi soddisferà parecchio! Quindi vi consiglio di provare questa buonissima focaccia al farro integrale, e mi raccomando, sono curiosa di sentire le vostre impressioni
Focaccia al farro integrale
Ingredienti:
250 g di farina integrale
250 di farina di farro
20 g di Lievito di birra
45g di Olio extravergine d’oliva
Sale fino e grosso q.b.
300 ml di acqua
Preparazione:
In una ciotola ampia mettete le farine.
Sciogliete il lievito in un bicchiere di acqua (preso dai 300 ml) e versatelo sulla farina, mescolando qualche minuto e poi tot.
Unite l’olio, il sale fino e iniziate ad impastare.
Formate un panetto lasciatelo lievitare per circa 1 ora coperto da un panno e da un plaid.
Trascorsa l’ora riprendete l’impasto e impastate per ancora una volta, quindi lasciatelo lievitare per un’altra ora.
Trascorsa l’ora ungete una teglia e disponetevi la pasta, stendendola in modo che abbia uno spessore di circa 1 cm.
Lavorate la superficie con i polpastrelli in modo da formare le classiche fossette, ungetela con due cucchiai d’olio .
Fate lievitare ancora 40 minuti .
Spolverate il rosmarino e il sale grosso sopra l’impasto steso .
Infornate a forno già caldo a 200 gradi per circa 30 minuti.
Altre idee per il vostro cestino da picnic di Pasquetta? guardate nel mio paniere
Focaccia al farro integrale
Pubblicato da ilmandorloinfioreblog
Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato.
Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente;
Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte.
Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento.
Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta.
Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle.
Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.
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