Crème brulée

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“Amélie cresce in provincia, siamo in Francia. Suo padre è un medico fin troppo originale: visita ogni mese la figlia, che si agita ogni volta, e crede che sia malata di cuore. La madre, uscita dalla chiesa, viene schiacciata da una suicida. Più grande la ragazza va a Parigi. Fa la cameriera e incontra tanta gente. Il 31 agosto 1997 è il giorno decisivo della sua vita: vede in tv il servizio dulla morte di lady Diana, le cade di mano un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella, dove Amélie trova una vecchia scatola di cianfrusaglie (figurine, la foto di un calciatore, un ciclista di ferro). Si mette in testa di rintracciare il proprietario, che a quel punto avrà una cinquantina d’anni. Lo trova, gli restituisce il “ricordo” e gli cambia la vita. Da quel momento decide di far felice il prossimo, ed ecco una galleria di personaggi secondo la tradizione del cinema francese…dell’arte: un pesce che cerca continuamente di suicidarsi, un impiegato dei treni in pensione che oblitera le foglie delle piante di sua moglie, un pittore che falsifica una volta l’anno un dipinto di Renoir, un cieco che Amélie accompagna, descrivendogli ciò che vede. Il film è stato un “caso”. Negli USA ha battuto l’incasso del nostro La vita è bella. In Francia il chiasso è stato altissimo, con riferimenti al grande cinema del passato, da Carné a Malle ( Zazie nel metro), a Lelouch alla magica scrittura di Prévert. Con tutto il rispetto, la sceneggiatura di Jeunet-Laurent, spumeggiante e fantasiosa, non si avvicina certamente allo spessore di Prévert. Dunque Amélie più che beatificata, va considerata una bella storia, diversa e curiosa, che fa star bene, uscita nel momento propizio.”

[mymovies]


La passione di Ameliè? Rompere la crosticina della Crème Brulée con la punta del cucchiaio.
Creme brulee
Creme brulee

Ingredienti

  • 6 tuorli di uova grandi
  • 300 g zucchero bianco
  • stecca di vaniglia
  • 600 ml di panna
  • 300g  zucchero di canna
Procedimento
  1. Portate ad ebollizione una pentola media con dell’acqua
  2. Lavorate i tuorli con lo zucchero bianco fino ad ottenere una crema bianca e spumosa.
  3. Incidete la stecca di vaniglia nel senso della lunghezza ed aggiungetela alla panna in una pentola a fondo spesso, quindi portatela ad ebollizione
  4. Appena la panna avrà raggiunto il bollore toglietela dal fuoco e versatela sulle uova filtrandola con un colino.
  5. In una pentola portate la panna ad ebollizione e mantenetela sul fuoco lasciandola per circa 30 secondi quindi versatela sui tuorli montati amalgamando tutto con una frusta a mano.
  6. Versate il composto in piccole pirofile.
  7. Accendete il forno a 160°
  8. In una teglia da forno dai bordi alti versate ponete le ciotoline. Con un mestolo riempite con l’acqua bollente la teglia fino a raggiungere la metà delle pirofile.
  9. Infornate per circa 60 minuti.
  10. Tirate fuori dal forno e lasciate raffreddare completamente per poi riporle nel frigo fino a quando non le servirete.
  11. Spolverizzate con lo zucchero di canna le pirofile, quindi bruciatelo con il caramellizzatore o ponendo per qualche secondo le pirofile a contatto con il grill del vostro forno fino a quando non si formerà la crosticina  dorata.

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.