Pizzette di sfoglia, idea buffet

Cari lettori,

le ore di sonno sono poche, effettivamente troppo poche, e il piacere vano delle illusioni non so fino a che punto possa darmi la speranza che tutto possa, un giorno, progredire ed evolversi. Lo so, il pessimismo cosmico di Leopardi di prima mattina non aiuta di certo, specie di lunedì, ma osservando le pizzette che ho preparato, le poche briciole rimaste dai vassoi di ieri, è stato proprio quello il primo pensiero: quello di una dolceamara illusione. Pensi di addentare una pizzetta e ti ritrovi con un salatino sfogliato in bocca. Insomma, oggi la mia brama di filosofeggiare si riduce a poco più che un rotolo di pasta sfoglia e qualche cucchiaio di passata di pomodoro. Ma mi raccomando, che pizzetta sarebbe senza origano siciliano, quello buono!…

E’ che ieri, alla fine, i miei manicaretti sono pure piaciuti, e questa dovrebbe essere una magra consolazione ai miei sforzi. E la mia mente vorrebbe distruggerle, le illusioni, e vorrebbe che il mio cuore non le ricostruisse, mattone dopo mattone. Vediamo ciò che ci piace vedere, lo pregustiamo e pensiamo si tratti di altro, di tutt’altro: non sarebbe di gran lunga più conveniente sognare, immersi in un sonno profondo e ristoratore, che illudersi da svegli con gli occhi striati di rosso? E’ l’aspro che fortifica, l’amaro miele, l’essenza borderline, il desiderio istintivo, e quello più soppesato e prudente, la dolorosa scoperta, infine, la terranea stupidità insita in quel delirio di inutile, temporaneo, sprazzo di felicità.

Non si possono togliere le erbacce dell’illusione, senza danneggiare le radici della speranza. (Michael Rumpf).

E allora, facciamoci piacere queste pizzette di sfoglia, che poi, alla fine di tutto, come Zuccarello distinto melodista ci insegna, chi si accontenta…