UN POST TUTTO PER ME:IL 25 APRILE


Eccoci anche quest’anno al 25 Aprile, una festa che quasi non riconosco più: una retorica strumentale e spesso alla rovescia mi ha rubato il senso di questa giornata.
Vediamo: i miei primi ricordi riguardo la Resistenza mi portano lontano: allo zio C, che giovanissimo fu ferito da una scheggia al polmone, che pregiudicò fortemente le sue capacità. Eppure visse, bello e fiero, ebbe tre figli, e un’esistenza piena, seppur travagliata. Ma soprattutto non lo sentii mai lamentarsi per la sua menomazione; ad un vicino di casa di tanti anni fa’, chiamato semplicemente “il Partigiano”.
Ma  pochi commenti, in casa, su quel periodo. Solo crescendo imparai e studiai la Resistenza, e da subito feci miei  gli ideali di quei i giorni.
Poi ripenso ai tempi in cui, finalmente con un lavoro fisso e desiderato da sempre (medico ospedaliero), mi trasferii con la mia piccola famiglia ( il mio compagno e il nostro bambino) in una bella casa del centro storico, con una terrazza sui tetti, che affacciava sulla via principale. Era primavera, era il 25 aprile. Il sole splendeva, era festa. Fui svegliata dalla banda del paese, da “Bella Ciao”. Mi affacciai prontamente, e li’ sotto vidi che si erano fermati la banda, una piccola folla e il nostro bel sindaco, con la sua aria paciosa e rassicurante. Rendevano tutti omaggio alla lapide di Giuseppe Marino, un giovane partigiano siciliano, venuto a morire qui, dalle nostre parti , a soli 20 anni.
Mi commossi: era tutta retorica? Non so, ma  l’omaggio a quel giovanissimo con  la sua vita breve ed eroica, ebbe su di me un impatto memorabile.
Ero lì, in una cittadina i cui abitanti da sempre mi sono piaciuti, con i loro modi schietti e sinceri. Toscani, ma senza l’umorismo a volte un po’ troppo tagliente del capoluogo.. e non sempre  tollerante verso chi viene da fuori.
E invece qui la Banda, il Sindaco, la cittadinanza, si erano fermati a rendere omaggio a quel giovanissimo siciliano venuto a morire per la libertà proprio dalle nostre parti, tanti anni fa’..
Oggi ormai non abitiamo più in paese,e  il  periodo attuale per me un po’ di basso profilo (ma passerà!) mi ha impedito di uscire. E poi avevo paura di non vedere più il “mio”25 aprile.
Però ho sbirciato sul web.. e sì: anche oggi  la liberazione veniva festeggiata dalla banda ecc. con sosta anche alla lapide di Giuseppe Marino. Retorica?  Se anche così fosse, viva la Resistenza, e viva QUESTA  Retorica!