piccoli alcoolisti anonimi


 La Tata e il Vov ®

La ricetta dei carciofi, che anche mia sorella ha subito riconosciuto, era una di quelle tramandataci dalla Tata. Ecco una breve introduzione su questa importante figura della mia, della nostra infanzia, e un episodio di quegli anni. Corredato, naturalmente, da una ricetta
Sono nata a Lecco, ma ho trascorso fino alla tarda adolescenza lunghe estati e due interi anni scolastici in Toscana, ospite del nonno materno. Lui adorava i nipoti, e, con la scusa della vicinanza al mare, ogni anno ci ospitava, anche due o tre di noi per volta. Vedovo e abbastanza benestante, poteva però permettersi questa scelta solo perché affiancato dalla “Tata”, la sua governante, una donnina minuta e volitiva, severissima e generosa, che ci gestiva con burbero affetto e un’immensa fiducia nelle sue doti di educatrice.
Ed ecco il punto dolente: precisa e sicura di sè, in genere ci imponeva una dieta semplice e sana. Certo, anche abbastanza saporita e genuina, ma si sa: ai bambini piacciono anche  cose più golose.
Così, sulla spiaggia, ci erano proibite le fragranti “schiacciatine calde” degli ambulanti, e ci toccava come merenda, dopo un bagno di mare meticolosamente cronometrato, una misera pera, magari calda e un po’ abbacchiata dal lungo soggiorno nei nostri cestini.
Per fortuna a volte anche la Tata si faceva traviare da false credenze su ciò che allora era ritenuto salutare per l’infanzia.
Come quella volta che – non si sa bene da chi consigliata- decise di preparare per tutti noi una bevanda moolto energizzante: un liquore a base di uova fresche, simile al “Vov” ®, allora tanto in voga. Una delizia! Tutte le mattine ci bevevamo il nostro bicchierino, in barba alle raccomandazioni della scienza ufficiale che già allora proibiva di  somministrare alcoolici ai bambini.
Purtroppo qualche tempo dopo la solita consigliera della Tata suggerì di mettere a macerare nell’alcool del casalingo “Vov” anche i gusci delle uova, per rendere il liquore ricco di calcio. Una vera schifezza. E così finì miseramente la nostra carriera di piccoli alcoolisti anonimi.
Ed eccola, la ricetta legata ai vecchi ricordi: non particolarmente sana, né adatta ai bambini, nè tantomeno al mio compagno, intollerante a latte e  uova:

liquore alle uova (senza gusci)!

1/2 litro latte
gr 400 zucchero
4 torli d’uovo
1 etto e 1/2 marsala
1 etto alccol puro
Bollire il latte con gr 200 zucchero e lasciarlo raffreddare. Montare i torli con i rimanenti 200 gr di zucchero. Unire goccia a goccia il marsala e l’alcool, poi il latte, passandolo per un colino