Vacanze in Sardegna… alla scoperta del Pecorino!
Quando si dice unire l’utile al dilettevole!
Quest’anno come meta estiva per le vacanze ho scelto la Sardegna! Molti di voi, solo sentendola nominare avra’ immaginato spiagge bianchissime, mari cristallini e bar alla moda super affollati…. ebbene, la Sardegna sarà anche questo, ma io l’ho scelta per un altro motivo, per poter assaggiare e rubare qualche segretuccio per realizzare uno splendido e gustosissimo pecorino!
Terra splendida questa regione, famosa per il suo mare ma costituita per la quasi totalita’ da zone montuose dove pascolano allegramente , incuranti del via vai di turisti ,gruppi di capre e pecore.
Poco attratta dal trasformarmi in lucertola per 10 giorni , fin dal primo passo mosso sull’isola ho iniziato a fare domande in giro; mi sarebbe piaciuto parlare con un pastore, (uno vero, sapete, quelli che nel nostro immaginario collettivo indossano gilet di lana grigia anche ad agosto, lunghi baffi , il bastone e notoriamente sono molto taciturni…. ) e magari lavorare con lui qualche litro di latte ovino. Purtroppo questo è un sogno costretto a rimanere nel cassetto ( per ora), in compenso mi sono state aperte le porte di un caseificio che realizza formaggi utilizzando il latte proveniente da tutti i piccoli allevatori della zona. E questa è la prima cosa che stamattina mi ha stupito…. appena arrivata ho notato questo andirivieni incessante di automobili o piccoli furgoncini che trasportano mini cisternine di latte, da 10 o 20 lt; i pastori scendono, aprono le taniche consentendo ad un operatore del caseificio di testarne il ph e, se ottengono l’ok, viene “succhiato” attraverso una cannuccia di acciaio e mandata al pastorizzatore. Il latte raccolto proviene da un unica razza ovina ovvero la pecora sarda, ma allevata, cresciuta e lasciata pascolare in zone diverse anche se limitrofe al caseificio; questo conferirà caratteristiche estremamente uniche al formaggio che infatti è famoso in tutta la Sardegna e oltre mare!
Si realizzano pecorino sardo, pecorino romano , soffice ricotta di pecora , caciotte , un formaggio tipico sardo la ” frue” e…..tanti altri!
Ho avuto la fortuna di visitare tutte le stanze adibite ai diversi processi accompagnata dal capo casaro L. e ho potuto apprendere tanti preziosi consigli. Ma la cosa che mi ha stupito maggiormente è stata trovare un ambiente sereno, rilassato, mi hanno dedicato tempo e nozioni, gratuitamente ,senza preavviso , non si sono risparmiati in sorrisi , ma hanno continuato a lavorare con metodo pur chiaccherando con me e facendomi sentire degna di ricevere tali informazioni
Eppur mi son presentata come una turista qualunque che semplicemente desiderava vedere dal vivo come si fa il pecorino! Mi hanno ascoltata, accolta e mostrato ogni angolo di questo regno dove, nelle cantine , conservano tesori a maturare per molti mesi, coccolandoli e fornendo loro le cure necessarie per “crescere” bene, fino alla completa maturazione che varia a seconda del tipo di formaggio che si vuole ottenere.
Un processo sicuramente un pò industrializzato, quello della cooperativa , che si attiene alle norme precise e severe che l’asl impone,dove trasformano il latte in un ambiente sano e scrupoloso
Forse ,non saranno in grado di evocare la magia che può suscitare l’immagine di un pastore occupato nel mungere una pecora e lavorarne subito il suo prezioso nettare, ma vi assicuro che l’ottimo prodotto che nasce in queste stanze è frutto dell’amore, della passione e della grande esperienza di uomini straordinari e straordinariamente generosi.