Lo sapevi che…“U’ Toccu” (?!)

Il Traina, nel suo vocabolario siciliano-italiano definisce U Toccu come un gioco plebeo che consiste nel disporre e bere del vino messo in giuoco, con inviti e diritti secondo regole. Le regole sono semplici e ricordano la seconda parte del banchetto greco e romano che era destinato alla degustazione dei vini prescritti dal simposiarca, al canto o alla recita dei carmi conviviali e a trattenimenti vari.

Nella scena del giuoco del U’ Toccu,  i commensali, con la conta delle dita, eleggevano il re dù toccu, ù patruni, che dirigeva l’organizzazione della bevuta attraverso ù suttupatruni, e indicava chi doveva bere, disponendone con autorità la quantità e la modalità, in altri termini, il U Toccu era espressione di  giuoco fra uomini e riguardava una sfida e una punizione. Si era consueti praticare il giuoco del U Toccu nelle bettole che escludevano la presenza delle donne poiché non erano solite frequentarle. Oggi la fumosa bettola ha lasciato il posto all’eleganza dei moderni wine bar, dove oggi si esprime la spontaneità popolare e l’ebrezza dionisiaca del bere insieme in modo un po’ diverso. Però, si può immaginare che il clima dell’ambiente conviviale di allora doveva essere simile a quello di oggi dove il buon vino fa da padrone e si gustava piacevolmente nelle cene con gli amici, seduti alla stessa mensa non solo per mangiare, ma soprattutto per socializzare, rinsaldare i vincoli di amicizia, sciogliere i freni inibitori; è senza dubbio un momento di rilassante godimento dello spirito: battute scherzose, discorsi leggeri, talvolta intercalari da estemporanee riflessioni filosofico-esistenziali e indovinelli.

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