Pane senza impasto “mi sento fortunato”

Questo pane nasce da un rimorso! Un pomeriggio avevo rinfrescato parte del mio lievito madre in coltura liquida, dell’altra parte in esubero ne avrei voluto fare, come faccio ultimamente, dei taralli o dei grissini, non si butta via nulla e come snack nelle pause di lavoro sono perfetti. Era un venerdì sera di una settimana pienissima e il tempo, ma soprattutto la voglia, erano pochi e neanche volevo rimettere il barattolo in frigo, sarebbe rimasto lì dimenticato e dopo 2 o 3 settimane l’avrei buttato via. Però da più di una settimana che non avevo fatto pane proprio per il periodo superimpegnato e mi mancava il mio pane. D’altra parte l’indomani saremmo partiti per stare via fino alla domenica pomeriggio. Guardo la dispensa… farine forti ce n’erano, via si prova!! Non ci avrei scommesso granchè, ma ormai sarà l’esperienza o la certezza che nei vari gruppi che frequento qualcuno alle brutte mi avrebbe sicuramente dato una mano, che ho deciso di procedere. Lo chiamerò pane “mi sento fortunato” perchè è stato un salto nel buio, un pane lievitato quasi 48 ore, primissima esperienza per me. Le ore mi sembravano tante ed allora ho pensato di usare delle farine forti. Inoltre è un pane cosiddetto “senza impasto” dove cioè non viene fatto l’impasto classico fino a renderlo incordato con eventuali pieghe di sostegno. No, io ho mescolato gli ingredienti per 5 o 6 minuti con una forchetta e aspettato il raddoppio. Questa però è una esperienza già fatta e ripetuta spesso, a causa della mia vita piena e complicata. Risultato molto soddisfacente!

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Gnocco fritto

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Focaccine al latte

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