Para frittus o fatti fritti

Is para frittus o fatti fritti sono delle frittelle tipiche sarde, durante il Carnevale vengono preparati in tutta la Sardegna, con ricette simili ma con alcune varianti in base alla zona o più semplicemente alla ricetta di famiglia. Come per tutte le ricette regionali sono andata alla ricerca di informazioni per capire la loro storia e ho trovato qualcosa di veramente carino da raccontare..
Queste frittelle in sardo vengono chiamate  “Para Frittus” che letteralmente significa “frati fritti”, ci sono  diverse  interpretazioni che parlano delle origini di questo nome,  alcune storie raccontano che il buco al centro ricorda la chierica dei frati, altre che la classica riga bianca centrale che si forma durante la frittura, ricorda il cordone del saio dei frati.
Parliamo della riga, appunto quella che sembra essere il cordone del saio, spesso si preparano questi tanto famosi fatti fritti, magari anche con soddisfazione perchè vengono effettivamente ottimi, ma non sempre si riesce a prepararli con questa famosa riga, la riga non ha segreti, non ci sono particolari magie, ma solo una buona lievitazione.
Un tempo per preparare questo dolce si utilizzavano quantità di lievito molto elevate, forse per abitudine, forse per poca informazione, ma utilizzando invece pochissimo lievito il risultato è di un prodotto qualitativamente migliore, molto più digeribile e ottimo anche dopo qualche ora, quindi il consiglio è sempre quello di utilizzarne poco e aumentare i tempi di lievitazione.

  • DifficoltàMedio
  • CostoBasso
  • Tempo di preparazione40 Minuti
  • Tempo di cottura2 Minuti
  • Porzioni30 pezzi
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 1 kgfarina di forza (o manitoba o farina 00 )
  • 4Uova
  • 500 mlLatte
  • 100 gZucchero (più quello per decorarli)
  • 100 gstrutto (o burro)
  • 60 mlacquavite
  • 4 gSale
  • 1 gLievito di birra fresco
  • 2Scorza d’arancia
  • 1Scorza di limone
  • 1 lOlio di semi di arachide

Preparazione

  1. Versate la farina in una ciotola o nella planetaria, aggiungete il lievito e poco alla volta il latte caldo, iniziate a lavorare l’impasto.
    Quando l’impasto avrà assorbito tutto il latte, versate le uova in una ciotola, sbattetele con una forchetta e aggiungetele in modo graduale alternandole con lo zucchero, a questo punto aggiungete anche il sale.
    Continuate a lavorare l’impasto, ora risulterà morbido, liscio e ben incordato, versate poco alla volta lo strutto o il burro a pezzetti, grattugiate la scorza delle arance e del limone, versate anche quelle e ultimate il tutto con l’acquavite o un liquore a vostra scelta.
    Ora il vostro impasto sarà liscio, ben lavorato e morbido, trasferitelo in una ciotola e copritelo con pellicola trasparente.

  2. Se impastate la sera prima: tenete l’impasto a temperatura ambiente fino alla mattina dopo.
    Se impastate la mattina per la sera: procedete allo stesso modo fino a risultare perfettamente lievitato.

  3. Ribaltate l’impasto su un piano da lavoro infarinato, tagliate a pezzi , circa 30, dipende dalle dimensioni che volete ottenere.
    A questo punto con l’aiuto di un po’ di farina formate le palline, fate un buco al centro allargando delicatamente l’impasto e adagiatele su una tovaglietta infarinata, infarinatele anche in superficie e copritele.
    Fate lievitare le forme per 3 ore circa, o comunque fino a raddoppiare di volume, i tempi possono variare in base al clima.

  4. Versate l’olio in una padella capiente, fatelo scaldare e una volta caldo scoprite le forme, versate i fatti fritti ormai pronti nell’olio.
    Quando risulteranno dorati girateli e cuoceteli dall’altra parte, se l’impasto è ben lievitato vedrete che galleggeranno e gonfiandosi si formerà la riga centrale, una volta dorati da entrambe le parti, scolateli e adagiateli su carta assorbente per perdere l’olio in eccesso.
    (In alternativa potete anche preparare le palline e fare il buco in un secondo momento.)
    Passate subito i fatti fritti nello zucchero e trasferitili in un vassoio, non vi resta che servirli. Se volete restare aggiornati sulle mie ricette seguitemi anche su Facebook e su Instagram 

Note

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22 Risposte a “Para frittus o fatti fritti”

  1. ti chiedo scusa , non so chi ti abbia passato la ricetta, ma per quanto ne so io questa non è la ns ricetta dei Para frittusu…..in genere molte persone tendono a non dare la vera ricetta ma di darne una farlocca…nella mia zona comunque questa non corrisponde alla tipica ricetta…

    1. Ciao Maria Grazia, non so come sia la tua, la mia non è sicuramente “farlocca” ma è una ricetta che faceva anche mia mamma,dubito che ci siano ricette giuste o sbagliate, ma magari solo diverse. Cambiano da ua zona all’altra o anche semplicemente da una famiglia all’altra. Se vuoi propormi la tua per me è un piacere provarla comunque.

      1. la mia che non è mia ma di mia bisnonna , non prevede il burro, ne il limoncello e nemmeno il sale, nel procedimento noi nel campidano pesausu i parafrittusu a palline come piccoli marizzoseddusu e gli mettiamo a riposare ancor apriam di friggerli ,non usiamo il amtarello ,in quanto la pasta non lo permette, ti chiedo scusa…ma è la prima volta in tutta la mia vita che vedo questa ricetta, con chiunque ho lavorato le ricette erano molto simili..tu di che parte sei della sardegna..

        1. Devo dare ragione a Maria Grazia. La ricetta che ho usato io è la ricetta originale del mio piccolo paese, se la tramandano da tempo immemore, il burro non si usa assolutamentissimamente! Ci vuole lo strutto! Niente mattarello, si va di mani, capisco le varianti, ma se si pone una ricetta come tipica della mia terra, il minimo che si possa fare (a mio parere), è contattare qualcuno che di queste tradizioni si è fatta tramite. Io, ad esempio, per riscoprire le vecchie ricette, sono andata nelle case delle signore anziane.

      2. ciao Michela anche la mia ricetta è come la tua …. vecchissima di oltre settanta anni.. ottimi è dir poco <3

  2. comunque questa è la ricetta più conosciuta nel campidano e mediocampidano…* 1 Kg. di farina
    * 1 arancio gratuggiato
    * 4 uova
    * 1/2 litro di latte
    * Villacidro(un bicchierino)
    * vanillina
    * 50 gr. lievito di birra
    * 100 gr. zucchero (per la preparazione)
    * 100 gr. di strutto
    * 300 gr. zucchero (per la decorazione finale)

    1. Grazie Maria Grazia! Ovviamente ho provato subito la tua ricetta, li ho fatti oggi, buonissimi anche i tuoi, soffici e belli, una pecca non mi son venuti con la riga, a giorni pubblico la ricetta così li vedi!

    2. Maria Grazia, la ricetta della tua bisnonna è identica a quella della mia bisnonna (prov. di Sassari) 🙂 Fantastica!!!

  3. li ho fatti( per la prima volta in assoluto) con la ricetta col burro..mi son venuti con la riga e buonissimi…p.s le due ricette sono simili..il burro e lo strutto sono due grassi intercambiabili ..le due ricette sono simili ..un uovo su 1kg di farina cambia poco..il liquore cambia in ogni zona.. una nonna metteva abbardenti…l altra succo di lim e arancio…ogni zona ha il suo…

  4. ho appena letto le ricette dei fatti fritti ce ne sono diverse la mia è questa kl 1,200 di farina gr 150 di zucchero gr 200 di strutto 5 uova 2 bustine vanillina gr 100 di lievito di birra gr 500 di latte scorza di 2 limoni scorza e succo di 1 arancio e un bicchiere di rum ma qualche volta non avendo altro ho messo anche malvasia o grappa buonissimilo stesso e sempre con la riga bianca ciao buon lavoro

  5. Anche mia madre e mia nonna prima di lei preparavano is parafrittus grosso modo come la prima ricetta.
    Piccola variante, comunque, rispetto a quella esposta, 4 uova per un kg di farina (e non 5) e, per quanto riguarda il lievito di birra, usavano e usano tuttora quello in panetti, sciogliendone 3 in un po’ di latte tiepido.
    La vanillina e gli aromi (alcoolici e non) sono tutti a piacere, con le varianti in base alle zone di provenienza della Sardegna.
    Ho letto anche che, in alcune zone, mettono anche le patate, ma non so in quale proporzione e in quale momento della preparazione.
    Il trucco per farli venire “leggeri” sta nella lavorazione che influenza, poi, la lievitazione, e non è vero che la sequenza utilizzata per preparare l’impasto non sia importante: provate a cambiare l’ordine con cui miscelate gli ingredienti, e vedrete se ci saranno differenze!
    Ovviamente, ogni nonna ha i suoi trucchi…

    1. Ciao Stefano, sapere le varianti è sempre un piacere, con le patate io preparo sempre le zeppole, i fatti fritti mai, riguardo al lievito, io tendo sempre a metterne poco e far lievitare in più… Io ho provato a seguire un ordine preciso per gli ingrediente o a prepararli così, ma non ho trovato differenza sinceramente, concordo in pieno sul fatto che la lavorazione e la lievitazione sono molto importanti. Comunque le nonne non le batte nessuno!

  6. Anche la mia ricetta è simile a quella di Maria Grazia , non metto vanillina, e uso sempre acqua vite, a parte che il Villacidro non si trova più.

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