Chi viveva in campagna e aveva la possibilità di allevare qualche maialino era privilegiato; un pezzo di lardo e un barattolo di sugna era una ricchezza quando l’olio extravergine d’oliva era un lusso per pochi. Oggi ho preparato questa ricetta per partecipare al contest “le ricette della carestia”, dopo aver chiesto consiglio a mia mamma che i tempi di carestia li ricorda molto bene avendoli vissuti personalmente. Naturalmente lei non si ricorda che ci fossero i rigatoni ma pasta del tutto diversa: lei ricorda 2 tipi di pasta. C’era la pasta chiara e quella più scura con un prezzo molto più basso ed era quella più consumata, l’altra era per le occasioni importanti. Anche i formati erano pochissimi: c’erano i mezzani da spezzare a mano, i vermicelli, i bucatini e per le minestre c’era la pasta mista detta ” minuzzaglia”. Per il sugo naturalmente il lardo non lo avevo e l’ho sostituito con la pancetta. La scorta di sugna c’è in quanto me la preparo ogni anno per i dolci e i rustici del periodo di pasqua ma non la uso mai per preparare i primi, quella di oggi è stata un’eccezione molto gradita, i miei hanno pulito i piatti e i commenti sono stati tutti positivi !!! Naturalmente io mi sono guardata bene dal rivelare cosa avevo messo al posto dell’olio !! 😀
Rigatoni alla San Giovanniello
Ingredienti per 4
- rigatoni 400 g
- pomodori pelati 500 g
- lardo 100 g
- strutto 1 cucchiaio (oppure 4 cucchiai di olio evo)
- aglio 1 spicchio
- cipolla piccola 1
- patate 2
- formaggio pecorino 2 cucchiai
- basilico
- sale e pepe q b
Preparazione
In un tegame, possibilmente di coccio soffriggete l’aglio e la cipolla con la sugna e il lardo tritato. Togliete l’aglio, aggiungete i pelati e fate cuocere la salsa per una buona mezz’ora. Verso la fine aggiustate di sale e mettete anche il basilico. Lessate insieme la pasta e le patate tagliate a tocchetti, calando le patate cinque minuti prima della pasta. Salate e fate cuocere quindi scolate la pasta e conditela nel tegame della salsa con il pecorino, un pizzico di pepe e altro basilico. Mescolatela bene e servitela ben calda.
Come saprai in Puglia esiste una versione alla Sangiuannidd completamente diversa, con acciughe, capperi, ecc . . . Mi piace il tuo ricordare di quando l’Olio EVO era un gran lusso ed il grasso era generalmente sugna e lardo. Ne parlo anch’io, suscitando stupore e disaccordi, capita. Da oggi ti seguirò con attenzione
Grazie Mimmo, noi siamo fortunati perché non siamo nati in tempi di carestia ma chi come me ha avuto i genitori che hanno patito la fame, è doppiamente fortunato perché ne è a conoscenza tramite i loro racconti, soltanto chi non ha avuto questa fortuna può essere in disaccordo 😉
oggi li ho proposti nel mio locale un successone !!!!!
per me è un gran piatto!
Quando mio padre era bambino, al suo paese c’è stata la carestia, e si mangiava il pane strofinato ad un’aringa affumicata salata appesa nella cucina, poteva durare giorni una sola aringa per un’intera famiglia.
fanno venire fameeee 🙂 Bravissima!!! Un bacio!!! Buon fine settimana 🙂
mamma mia che buoni questi rigatoni!!!brava tesoro!
bellissima e semplice come tutte le ricette della tradizione popolare
piatto buono e saporito brava…………………….
spettacolari!!!
Le ricette dei nostri nonni sono sempre le più belle!!!!
Complimenti a presto!
Un primo veramente straordinario, delizioso proprio!!!