Busiati

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Questo tipo di pasta è tipico della Sicilia occidentale (Trapani) e la sua denominazione deriva dal nome dell’attrezzo che si usa per modellarla. Infatti, si prepara pazientemente a mano con l’ausilio dei ferri per lavorare la lana che in dialetto si chiamano appunto “busi”.

 

Ingredienti per 2 persone:

  • 180 g semola rimacinata di grano duro
  • 90 g acqua a temperatura ambiente
  • un pizzico di sale

 

Procedimento

Versate la farina e il sale in una ciotola. Aggiungetevi l’acqua poco alla volta impastando a lungo con le mani fino ad ottenere un panetto compatto, liscio ed omogeneo. Copritelo con un canovaccio pulito e lasciatelo riposare per circa mezz’ora.

Prendete dei piccoli pezzetti di impasto e lavorateli con le mani, su una spianatoia non infarinata, formando dei cordoncini di pasta lunghi circa 10 cm e spessi 4 – 5 mm. Ponete una striscia di impasto verticalmente di fronte a voi e agganciate la sua estremità superiore al ferro da calza, posto invece orizzontalmente. Se non lo avete potete utilizzare, come ho fatto io, uno di quei bastoncini di legno che si usano per gli spiedini.

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Fate ruotare il bastoncino di legno (o il ferro – busu) verso di voi sulla striscia di pasta esercitando con le mani una leggera pressione per appiattire l’impasto. In questo modo la pasta si arrotolerà intorno al bastoncino formando un ricciolo.

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Infine, estraete con attenzione il bastoncino dalla pasta. Procedete come indicato fino ad esaurimento dell’impasto.

 

Suggerimento

Potete lasciare asciugare la pasta su un canovaccio o cuocerla subito in abbondante acqua bollente salata. I busiati vengono tradizionalmente conditi con pesto alla trapanese, ma sono ottimi anche con della semplice salsa di pomodoro fresco.

2 Risposte a “Busiati”

  1. Una correzione …il “buso” é una pianta erbacea dallo stelo sottile che veniva utilizzato per realizzare la pasta che appunto si chiamó “”busiate” e i ferri da calza in dialetto si chiamano “busi” sempre in riferimento al sottile stelo del buso …

    1. Salve Sicula! In effetti, il termine “buso” viene anche usato per designare il fusto esile della disa, pianta diffusa nelle regioni mediterranee. Tuttavia, l’espressione è più nota a tutti per indicare in dialetto i ferri da calza. Dubito, inoltre, che questi ultimi si chiamino “busi” semplicemente per somiglianza con il fusto della pianta. Infatti il termine è certamente di origine araba e nella lingua originale vorrà indicare qualcosa di sottile ed affusolato. Anche nella lingua sarda il termine busas designa i ferri da calza (parola importata dai pescatori siciliani che si trasferirono anticamente nella costa meridionale della Sardegna). Ma noi non siamo linguisti! Grazie, comunque, per l’interessante riflessione! 🙂

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