Come dicevo tempo fa in questa prima versione di polenta intingolata, mia mamma è diventata grande a polenta, perché ai suoi tempi, cioè prima e durante la seconda guerra mondiale, questo e poco altro era quello che “passava il convento”, quindi la farciva e mangiava in diversi modi…semplice con il formaggio o con il burro, arrostita e spezzetata nel latte caldo (certe volte la guardavo mangiare, perplessa), ma il più delle volte la faceva “unta”, come diceva lei; questa è un’altra versione di polenta unta che altro non è che una polenta pasticciata, cioè farcita e a strati. E’ una buona ricetta svuota frigo.
- una dose di polenta (fatta con 300 gr di farina di mais bramata)
- 250 gr di formaggi misti (io Feta, provolone dolce e caciotta)
per il ragù:
- 150 gr di macinato
- 2 salsicce
- 2 cucchiai di trito per soffritto
- olio evo
- 150 gr di avanzi di carni grasse (io avevo della coppa di testa)
- 1/2 bicchiere di passato o polpa di pomodoro
- 1/4 di bicchiere di vino rosso
- 1 cucchiaino di dado vegetale
Procedimento:
- mentre la polenta si cuoce (visto che occorrono 40 minuti) preparare il ragù, rosolando il soffritto nell’olio e poi la carne cruda sbriciolata; sfumare con il vino, salare con il dado e versarvi la passata di pomodoro. Cuocere a fuoco lento una mezz’oretta, fino ad addensamento del sugo. Tritare la carne grassa finemente ed aggiungerla al ragù ancora caldo
- tritare i formaggi grossolanamente e metterli insieme in una ciotola
- non appena la polenta è pronta, ancora fumante, prenderne una parte con un mescolino e distribuirla sul fondo di una teglia da forno antiaderente, in uno strato sottile (1/2 cm)
- cospargere qualche cucchiaiata di ragù sulla polenta e coprire con un altro strato sottile di polenta fresca
- distribuire i formaggi tritati un po’ su tutta la superficie
- coprire con un altro strato di polenta e così via fino ad esaurire gli ingredienti ( in realtà mi è rimasto del ragù e del formaggio)
- mettere in forno caldo a 200° a gratinare per 20 minuti circa
- servire calda tagliata a fette…
🙂 e non solo prima e dopo la guerra. Io sono degli anni 70 e sono cresciuta a polenta e stracchino. Polenta e latte e polenta ”ucia”(unta).Sono bergamasca e la polenta da noi è santa!Pure il mio piccino stà crescendo a polenta .
Scherzi a parte BRAVA ,le ricette della tradizione sono quelle più buone .
ciao Simo
Mi fai venire in mente la scena finale di “Benvenuti al Sud” in cui Maria (Valentina Lodovini) chiama Silvia (Angela Finocchiaro): “polentona”! Mi sa che non è una parola detta per dire, ma contiene una grande verità: siamo stati, siamo tuttora e saremo sempre grandi consumatori di mais, giusto?