Fuje strascinite

Fuje strascinite

Li fuje strascinite, ossia le verze in padella, sono un contorno tipico del mio paese Giulianova e della provincia teramana. Li fuje strascinite si preparano con verze fresche, olio, aglio, alloro, peperoncino e vino bianco. Li fuje strascinite sono un piatto della tradizione, della cucina povera, gustoso, saporito e perfetto da accompagnare alla carne di maiale.

Fuje strascinite Cucina vista mare

Ingredienti

1 kg di verza

2 foglie di alloro

1 spicchio d’aglio

2 bicchieri di vino bianco

acqua q.b.

peperoncino piccante

sale

olio extravergine d’oliva

Pulire la verza secondo le indicazioni che trovate QUI. Soffriggere in un tegame capiente l’aglio e l’alloro nell’olio a fuoco basso. Aggiungere la verza tagliata non troppo piccola. Aggiungere l’acqua che non dovrà ricoprire completamente le verze, un pizzico di peperoncino (che la ricetta richiede ma se non piace si può omettere) e per finire sfumare con il vino bianco. Lasciar evaporare tutto il liquido di cottura e servire il contorno di verze ben caldo!

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Curiosità

Questa ricetta è per me assolutamente legata alla nonna… mentre insieme alla mamma puliva le verze per prepararle “strascinite” noi bambine aspettavamo che arrivassero “all’osso” per potercelo mangiare: bianco, liscio e croccantino. L’avete mai assaggiato? Noi ci andavamo matti… ma oggi non lo mangio più… non so… non è come quello di una volta… E nel frattempo la nonna ci raccontava la solita storiella: “C’era una giovane che si “maritò” (si sposò) ma non sapeva proprio cucinare… una mattina il marito prima di uscire per andare nei campi le disse di scendere all’orto a prendere le verze perché, per dirla alla maniera della nonna, “masser famm artruvà du fuje strascinite” (questa sera vorrei trovare a cena li fuje strascinite, le verze in padella). “La moje iò iù all’ort a coje li fuje, fic nu bell fasc e cuminciò a strascinì (la moglie scese all’orto, raccolse le verze e cominciò a trascinare). “Ma nonna, dove trascinava?” La sposa pensò bene, poiché dovete sapere che “strascinite” nel nostro dialetto vuol dire appunto trascinare, di legare il cavolo verza ad una corda e di trascinarlo per le vie del paese fino a che non fosse cotto…  Ma trascina trascina passano le ore le foglie spariscono e resta solo l’osso… “ma coma facc mò arvè maritm e sti fuje nz coc” (come faccio tra un po’ torna mio marito e le verze non sono ancora cotte). La sera il marito tornato dal lavoro trova la casa vuota e preoccupato si mette alla ricerca della moglie. Quando la trova lei sconsolata “è da mantmà che sting a coce sti fuje… n me lu dic chiu ca vu li fuje ch nt li facc” (è da stamattina che cerco di cuocere le verze… non me lo chiedere più perché non te le faccio). E poi naturalmente c’era la morale: “Voi dovete imparare a cucinare perché se un giorno avrete marito se non sapete fare nulla poi è un problema”. E adesso sorrido pensandoci… se le inventava la nonna queste storie? Erano racconti di paese tramandati? Erano finte con un fondo di verità? O erano vere? Mah! E chi lo sa… La nonna ancora oggi continua a dire che è una storia vera…

 

2 Risposte a “Fuje strascinite”

  1. Bella storia ! Anche a me ricorda l’infanzia , mia mamma è di Montorio al Vomano e su pinterest pensavo che mai avrei trovato li fuje , e invece sto per cucinarle con la tua ricetta !!

    1. Salve Francesca! Benvenuta nel blog! Quando ricevo commenti da amici abruzzesi visto che sono lontana sento subito aria di casa! Spero che questa ricetta ti sia piaciuta! Un abbraccio e grazie di cuore!

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