FESTE DI SAN FERMIN A PAMPLONA: TRADIZIONI POPOLARI E CUCINA NAVARRA

Le feste di San Fermin sono delle celebrazioni di massa conosciute in tutto il mondo che si svolgono a Pamplona, la capitale della regione Navarra. I festeggiamenti iniziano con il lancio di un razzo (cohete) a mezzogiorno del 6 di luglio e finiscono alla mezzanotte del 14 luglio con la canzone “Pobre de mí” (Povero me), ma il giorno esatto della feste di San Fermin è appunto oggi, il 7 di luglio.

Patrono della Navarra, San Fermín nacque a Pamplona nella seconda metà del III secolo, divenne il primo vescovo di questa città e morì decapitato in Francia, ad Amiens. Secondo la tradizione alcune delle sue reliquie vennero poi trasportate nella sua città natale e dal culto di queste si svilupparono i primi festeggiamenti religiosi.

Di origine medioevale, epoca in cui agli omaggi della processione religiosa al santo si unirono le fiere agricole e di bestiame, le feste di San Fermin sono state rese famose dallo scrittore americano Ernest Hemingway nel suo libro “Fiesta” e ogni anno che passa accrescono la loro fama nel mondo attirando turisti in cerca di emozioni. Si calcola che nei nove giorni di festa Pamplona passi da 190.000 abitanti ad albergare fino ad un milione di persone: la maggioparte di questi si riversano nelle strade vestiti di bianco e con il collo cinto da un fazzoletto rosso (pañuelo rojo).

FESTE DI SAN FERMIN A PAMPLONA: TRADIZIONI POPOLARI E GASTRONOMIA NAVARRA

Fonte della foto: Reyno de Navarra

FESTE DI SAN FERMIN: GLI ENCIERROS.

Gli “encierros” sono la parte più famosa e pericolosa delle feste di San Fermin: originariamente era l’atto attraverso cui i pastori portavano le bestie da una parte periferica della città fino alla zona in cui si celebrava la fiera agricola, oggi invece è una corsa di 850 metri in cui 3.000 corridori conducono e accompagnano i tori dai recinti di Santo Domingo dove gli animali hanno trascorso la notte fino alla Plaza de Toros. Non è una corsa vera e propria perchè non ci sono vincitori, ma un rituale collettivo che simboleggia la sfida dell’uomo alle forze della natura rappresentate dai tori.

Gli animali non vengono in alcun modo maltrattati (possono essere inflitte severe multe a chi non rispetta le regole previste in loro difesa) ma i tori sappiamo che non sono degli animali certamente mansueti: è più la calca caotica della gente -molto spesso anche ubriaca ed insonne- che fa sì che questi eventi, che si ripetono ogni mattina alle 8 e durano solo due o tre minuti, diventino spettacolari ed anche pericolosi visto le frequenti incornate ai malcapitati di turno. Dal 1924 ad oggi infatti si contano ben 15  incidenti mortali: ma forse le feste di San Fermin attraggono tanto anche per questi aspetti un po’ morbosi. Bisogna sottolineare però, che le vittime più frequenti degli incidenti sono spesso turisti stranieri che non conoscono il comportamento dei tori, le misure di sicurezza da mantenere e che sono troppo ubiachi anche per stare in piedi… Per chi non vuole partecipare attivamente agli encierros, è utile sapere che il percorso viene transennato ed è possibile assistervi dalla parte interna delle strade o dai balconi degli edifici che si affacciano sul percorso, a pagamento naturalmente.

FESTE DI SAN FERMIN A PAMPLONA: ENCIERROS

Fonte della foto: Taringa

FESTE DI SAN FERMIN: CUCINA NAVARRA.

Il rito collettivo delle feste di San Fermin è composto quindi da una parte legata alla tradizione religiosa ed una più popolare in cui bevande alcoliche e degustazioni gatronomiche sono aspetti centrali delle celebrazioni: famiglie ed amici si riuniscono per mangiare insieme i piatti tradizionali della regione Navarra come lo stufato di toro, carne di maiale al pomodoro (magras con tomate), un famoso salume aromatizzato con paprika chiamato txistorra, peperoni (pimientos del piquillo) ripieni o asparagi, trote con prosciutto, formaggi locali (famosi sono quelli di pecora delle zone di Roncal e Idiazábal). Tutti i piatti vengono accompagnati da birre, vini della zona o dal pacharán, una grappa di prugne.

È altresì tradizionale degustare le tapas locali offerte dai bar e ristoranti del centro di Pamplona: qui si trova un’ampia offerta di panini (bocadillos) e  pintxos o pinchos (per saperne di più vedi qui) e menù di degustazione accessibili a tutte le tasche e disponibili fino a tarda notte visto che, dovuto alla grande affluenza di gente, i locali ampliano considerevolmente i loro orari di apertura.

Altrettanto tradizionale è, la mattina dopo gli encierros, andare a bere una cioccolata calda accompagnata dai tradizionali churros.

Insomma, le feste di San Fermin rappresentano un fenomeno collettivo spettacolare e pacifico che ogni anno in questo periodo interrompe la routine quotidiana dei pamplonesi in maniera così travolgente da meritare la fama che hanno acquisito nel mondo e, perchè no, anche una visita.

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