Pitta ‘mpigliata della nonna Maria

PicsArt_1418677875692Quando ero piccola la Vigilia di Natale si festeggiava con i nonni paterni di origine calabrese, che abitavano sotto di me, e che avevano l’abitudine di preparare, insieme a dolci dai nomi impronunciabili per me che non conosco il dialetto, questa torta.

La pitta ‘mpigliata si preparava nei giorni precedenti alla festa, visto la lunga  e laboriosa preparazione. Oggi, con la frutta secca già sgusciata i tempi sono decisamente inferiori.

La nonna mi diceva che la chiamavano anche pitta delle fiere perché si usava nei giorni di festa, nelle fiere per l’appunto, vista la lunga conservabilità, nei matrimoni e nelle feste come il Natale.  Senza questa profumatissima torta per me non è Natale!

Qualche giorno prima la nonna Maria preparava un cestino pieno di noci e  mandorle, e il nonno Umberto con lo schiaccianoci, spaccava i gusci di questa frutta secca, poi la metteva nel mortaio e con un pestello di legno la riduceva in pezzetti piccolini, ma non in polvere.

Negli ultimi anni di vita del nonno, la vista aveva cominciato a calare e bisognava stare attenti perchè ogni tanto un pezzetto di guscio gli sfuggiva…Il mio nonnino, nonnino anche fisicamente visto che non era come si suol dire una pertica, che , d’inverno, mi metteva la mano nella sua, e poi nella tasca della giacca, mentre mi portava a scuola per scaldarmela….Quando una era calda, gli giravo intorno e mi scaldava l’altra….

Gli ingredienti per la Pitta ‘mpigliata della nonna Maria sono:

per l’impasto:

  • 2 uova
  • 150 grammi di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 100 ml di olio
  • 500 grammi di farina 00
  • 1 cubetto di lievito di birra sciolto in un goccio d’acqua
  • latte quanto basta

 

per la farcitura:

  • 250 grammi di noci tritate
  • 250 grammi di mandorle tritate
  • 50 ml di olio
  • 150 grammi di uvetta
  • 1 cucchiaino colmo di spezie ridotte in polvere (cannella e 5 o 6 chiodi di garofano)
  • 50 grammi di zucchero
  • 100 gr di miele
  • la buccia grattugiata di 1 limone e di 1 arancia.
  • liquore tipo mandarinetto per ammorbidire la farcitura se necessario.

Per prima cosa  mettere in ammollo l’uvetta in acqua in modo da lavarla e ammorbidirla.

Poi, su una tavola per impastare fare una fontana con la farina, mettervi dentro le uova, l’olio, il cubetto di lievito sciolto in un goccio d’acqua e latte quanto basta per ottenere un panetto morbido.

Avvolgere in pellicola e lasciare riposare.

Nel frattempo preparare il ripieno (si può anche preparare il giorno prima così si insaporisce uteriormente).

Mescolare in una ciotola le noci tritate, le mandorle tritate, (alcuni mettono anche dei fichi secchi tritati), le spezie ridotte in polvere finissima, lo zucchero,  il miele, le uvette, la buccia grattugiata di un limone e di una arancia,  e ammorbidire il tutto con un liquore a piacimento fino ad ottenere un composto morbido.

Con l’impasto fare una sfoglia rotonda e metterla il una teglia ben oliata.

Mettere all’interno un pò del ripieno e con il dorso di un cucchiaio livellarlo un pò.

PicsArt_1418678007189Ridurre l’impasto in  striscie, eventualmente anche con una sfogliatrice, e con l’aiuto di una rotella rendererla dritta il più possibile.

A questo punto riempirla con il ripieno e arrotolarla come per formare una girella o rosa che dir si voglia.

Porla nella teglia contenente la sfoglia. Quando sono pronte tutte, aprirle un pò e riempire i vuoti con il ripieno rimasto. Se si ha tempo fare le rose piccoline, così il dolce sarà più bello! Quest’anno ne avevo poco….

 

PicsArt_1418677945398

Cospargere con un giro d’olio, zucchero e miele caldo.

Lasciare lievitare in luogo tiepido almeno un’oretta.

Cuocere in forno caldo a 180 fino a cottura.

Una volta estratta dal forno cospargere ancora con zucchero semolato.

Lasciare raffreddare. Consumare dopo qualche giorno cosicchè il sapore sarà più armonico ed intenso.

La nonna che è ancora viva ma ha superato i 92 anni, mi ha raccontato che la faceva così.

Io per le dosi sono andata a tentativi e questa è la ricetta che più assomiglia alla sua.

Buon Natale!

Se vuoi seguire le mie ricette metti Mi Piace sulla mia pagina fb dopo aver cliccato  qui!

6 Risposte a “Pitta ‘mpigliata della nonna Maria”

  1. Grazie Cristina. Ogni anno a Natale, c’era la lotta fra le tre pitte fatte dalle diverse componenti della famiglia … Si fa così, no, ci vuole il vino bianco, no ci vuole questo, ci vuole più olio, ce ne vuole meno, si devono fare le roselline, non si devono fare…. E si arrabbiavano ogni anno, mentre noi bambini ci divertivamo un sacco a vederle col broncio.. Insomma, troverai tanti modi di fare la pitta, questa è la versione di mia nonna Maria. Per la cronaca la sua era molto più precisa e bella….

  2. Buona la ‘pitta mpligliata, l’ho assaggiata in Calabria, ma non l’ho mai fatta.
    Davvero interessante la ricetta,Brava! E poi come sono belli i ricordi delle nonne….

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *