Pesce simile alla sogliola la suace è di minor pregio, ma ciò non significa che sia meno buona. Molti i nomi dialettali attribuiti a questo pesce, suacia di fango, suace (Campania); fraizze, sfoglia turca, suace, zanchetta (Puglie); linguata liscia, focace, pantaliscia, tirituppiti (Sicilia); lingua de cani (Sardegna), questi solo alcuni nomi con cui è chiamato questo pesce nell’Italia meridionale. Un pesce che è spesso inserito nelle diete dei bambini durante lo svezzamento per il suo gusto delicato e la quasi totale assenza di spine, i miei ne andavano matti e a dire il vero ancora oggi quando mi capita l’occasione, devo dire che non faccio in tempo a metterla in tavola e impiattarla come si deve, infatti, la vedo scomparire dalla teglia in un attimo. Quella che vi propongo è una ricetta molto semplice con pochi ingredienti fatti per esaltare il sapore di mare che la delicatezza di questo pesce ci regala.
3 suacie da 400 gr circa
2-3 spicchi d’aglio
1 mazzetto di erbe aromatiche
1 limone bio
Olio evo
Sale e pepe q.b.
Preparazione:
Puliamo il pesce eviscerandolo e squamandolo con attenzione, adagiamolo in una pirofila unta in precedenza con 4 cucchiai di olio evo, tritiamo l’aglio grossolanamente e facciamo lo stesso con le foglie di aglio ursino, il timo limone e la menta. Grattugiamo la scorza del limone su tutto il pesce, recuperiamo anche il succo e diluiamolo con mezzo bicchiere d’acqua, aggiungiamolo al fondo della teglia. Copriamo il tutto con della stagnola e inforniamo in forno preriscaldato a 170° per 15 minuti. A metà cottura aggiustiamo di sale e pepe. Controlliamo la cottura aprendo la parte centrale, vicino alla lisca, se si stacca subito allora è pronto e possiamo toglierlo. Puliamo ogni singolo pesce togliendo con un cucchiaio la pelle e poi staccando i filetti che dovrebbero venire via facilmente e per intero, togliamo le lisce delle pinne dorsali e ventrali e serviamo irrorando il tutto con il sughetto che si è formato. 
