Zeppole

Ingredienti:
1kg di farina
un cubetto di lievito di birra
un po’ di acqua tiepida per sciogliere il lievito più altra acqua tiepida quanto basta
sale


Preparazione: In un grande recipiente mettete la farina setacciata, poi il lievito di birra sciolto il sale mescolate gli ingredienti e impastateli, a questo punto si sbatta l’impasto per un lungo periodo e comunque finchè l’impasto risulti privo di grumi e abbastanza gonfio e un po’ liquido.
Coprite il recipiente e adagiatelo in un posto abbastanza caldo per almeno tre ore,. Dopo la lievitazione  prendete un po’ dell’impasto con un cucchiaio e versatelo in olio di oliva molto caldo per farlo friggere, una volta divenuto ben colorito, estraetelo dall’olio e ponetelo su carta assorbente per farlo asciugare. Abbiate cura di inumidire il cucchiaio in acqua fredda ogni volta che si prende l’impasto per la frittura.

Questo impasto serve per le frittelle normali e vuote; volendole riempire aggiungete all’impasto dei pezzi di baccalà bollito e triturato.

 

 

Facendo una breve ricerca sul web, ho scoperto che le origini di queste gustose frittelle, "zeppole" che si vogliano chiamare, vengono fatte risalire all’epoca medievale, intorno all’anno 1200, a Taranto,dove si narra una storiella di una massaia, che preparando la pasta per fare il pane venne distratta dal passaggio di frate S. Francesco che era in visita nella città ionica. La donna, coinvolta dall’entusiasmo generale nel seguire il frate per le vie del paese, si dimenticò dell’impasto in preparazione e quando se ne ricordò, purtroppo era troppo tardi: la pasta, lievitata oltre misura, non poteva assolutamente essere usata per il pane, anzi, per essere precisi, doveva essere solamente buttata. La nostra donna, dispiaciuta per ciò che aveva fatto e, non avendo il coraggio di gettare quel ben di Dio, pensò di fare un esperimento: provò a friggere la pasta spezzettata a forma di ciambelle irregolari. Il risultato fu sorprendente perchè vennero fuori delle ciambelle gustose, che tutti apprezzarono. " Nacquero, così, da un errore di una donna.