Aglio

Cavolfiore alla puttanesca.

“Alla puttanesca” siamo abituati a veder conditi gli spaghetti; primo piatto dal nome decisamente colorito e dai sapori veraci.
Ma questo delizioso sugo, semplicissimo da preparare, vi assicuro che è davvero perfetto per insaporire un bel cavolfiore, ortaggio controverso e troppo poco, non per quanto mi riguarda, amato (trovate tutte le mie ricette a base di cavolfiore QUI).
Due sono le versioni esistenti della puttanesca: quella napoletana, anche semplicemente detta “aulive e cchiapparielle”, a base di olive nere di Gaeta, capperi, origano, aglio e sugo di pomodoro e la variante laziale che prevede l’aggiunta di aggiughe sotto sale.
Per il mio cavolfiore ho optato per la seconda versione così da ottenere il massimo del sapore possibile.
Vi garantisco che cimette di cavolfiore cotte in questo saporitissimo sugo diventano deliziose e un po’ di pane bruscato con cui far scarpetta chiuderà il cerchio in maniera perfetta.
Se poi avrete la fortuna di vederne avanzare un po’ usatelo il giorno seguente per condire un buon piatto di pasta.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:
600 gr. di cavolfiore pulito
250 gr. di passata di pomodoro
50 gr. di olive nere di Gaeta
1 cucchiaio di capperi dissalati
4 filette di acciughe sotto sale
1 spicchio di aglio
olio extra vergine di oliva q.b.
origano q.b.
sale q.b.

Cavolfiore alla puttanesca

(altro…)

Verdure al forno con crema di funghi porcini.

Manca davvero poco alla scoccare dell’ora X, quella fatta di pranzi e cene per augurarsi cose buone davanti a piatti appetitosi e bicchieri sfrigolanti di bollicine.
Arrosti di ogni sorta e tipo, polli o faraone al forno, brasati, spezzatini andranno per la maggiore e come ogni anno saremo indaffarate a cercare la ricetta migliore o quella che non abbiamo ancora provato oppure quella un po’ fuori dal comune con cui sicuramente faremo un figurone.
Insomma la caccia a un secondo, quello con la S maiuscola, che sia ben degno del periodo è sempre aperta senza alcuna voglia di arrendersi al banale arrosto che tanto invece troviamo delizioso per i pranzi della domenica.
Inversamente proporzionale al tutto è spesso, forse troppo spesso, la voglia di concentrarsi un po’ di più sul contorno che a volte sembra starsene lì sulla tavola per il semplice fatto che è buona norma che ci sia.
Patate al forno croccanti, spinaci al burro, carote glassate, purè cremoso, lenticchie saporite; tutti ottimi piatti per carità, io stessa ne vado matta, ma perchè non provare a tirare fuori il meglio dagli ottimi prodotti che la terra ci offre in questo periodo dell’anno e che hanno lo splendido dono di sapersi sposare alla perfezione con le sontuose preparazioni a base di carne, regine incontrastate del Natale?

Ho preso zucca, radicchio lungo, patate a buccia rossa, cipolle bianche e le ho arrostite al forno con un po’ di olio extra vergine di oliva, sale e pepe nero. Una volta sfornate le ho semplicemente servite con una crema di funghi porcini e briciole di pane croccanti per crerare il giisto gioco di consistenze che in un buon piatto non può mancare.

INGREDIENTI PER 6 PERSONE:
6 fette di zucca
3 cespi di radicchio lungo
6 patate medie
3 ciplle bianche 
3 funghi porcini
2 spiccio di aglio
100 gr. di mollica di pane 
olio extra vergine di oliva q.b.
sale q.b.
pepe nero q.b.
salvia fresca q.b.

Verdure al forno con crema di funghi porcini

(altro…)

Hummus di ceci del mezzè libanese.

Dicono che la cucina libanese sia una gastronomie de l’oeil, una cucina che prima del palato appaga la vista; colorato, profumato, misterioso e affascinante il mezzè libanese è la perfetta sintesi del “anche l’occhio vuole la sua parte”.
Il mezzè è, fin dai tempi dei sultani, un rito collettivo imprescindibile tanto da essere diventato col tempo una sorta di monumento nazionale della cucina del medio Oriente: una tavola imbandita a cui sedersi per godere di decine di delizie e leccornie.
Il passato ci porta fino ai banchetti di corte del periodo ottomano durante i quali piccoli piatti dall’aspetto invitante venivano offerti in infinità quantità al fortunato ospite di turno per poi vestirsi di panni più umili durante le feste agricole e religiose in cui, col passare del tempo, prese a diffondersi.
Una vastissima selezione di antipasti tipici, da servire freddi o appena tiepidi, che vanno a precedere il pasto vero e proprio.
L’hummus di ceci è proprio una delle portate tipiche di questo magico momento in cui il cibo si fa cultura e la cultura diventa cibo.
Non faccio fatica ad ammettere che io ne vado ghiotta, me ne sono letteralmente innamorata tanto che lo troverete tra le primissime ricette pubblicate sul blog.
Devo allo stesso tempo anche ammettere che a quell’hummus bisognerebbe attaccare un bel cartellino con su scritto “alla mia maniera”; senza dubbio buono ma senza quel sapore autentico e unico che solo la tahina, ingrediente che ho capito essere fondamentale, può donargli.
La ricetta dell’hummus di ceci di oggi vuole perciò essere la celebrazione di un rito che mi affascina nel pieno rispetto di una tradizione che ha radici salde e profonde.

INGREDIENTI PER 2 PERSONE:
120 gr. circa di ceci secchi
2 spicchi di aglio
2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
2 cucchiai di acqua di cottura dei ceci
3 cucchiai abbondanti di salsa tahina
 1 piccolo limone (il succo)
sale q.b.
paprika o peperoncino (opzionale)

Hummus di ceci

(altro…)

Pizza al farro con crema di burrata al basilico, pomodorini arrosto ripieni di ricotta e melanzane perline.

Erano ormai un bel po’ di mesi che seguivo appassionata e con l’acquolina in bocca le deliziose sfide dell’MTChallenge; voglia di mettersi in gioco e divertirsi ma anche grande desiderio di scoprire e scendere nei dettagli, tecnici e non, di quella che di volta in volta è la ricetta per la sfida del mese.

Così in un mese, quello di giugno, in cui ho riavuto tempo e slancio per ricominciare a dedicarmi con passione alle pagine del mio blog mi sono detta “…ma sì, proviamoci!” ed eccomi oggi a pubblicare emozionata la mia prima ricetta per l’MTC.
La sfida, la n.58 per i veterani, è a base di acqua, farina, lievito e fantasia: sua regina LA PIZZA!
Fin da quando ho saputo che avrei fatto parte delle cucine dell’MTC ho aspettato con trepidante curiosità di sapere quale sarebbe stata la ricetta con cui avrei dovuto confrontarmi e quando la mattina del sei giugno ho scoperto che avrei dovuto mettere le mani in pasta ho inevitabilmente gioito.
Adoro la pizza, non fossi in lotta perenne con un ago della bilancia che non segna mai il peso che vorrei, la mangerei senza mai stancarmene anche più volte alle settimana ma essendo un lusso che mi concedo di tanto in tanto amo preparala in casa.
Ho imparato da qualche tempo a non avere fretta che l’impasto raggiunga il giusto grado di lievitazione in poco tempo, aggiungendo impasto dopo impasto sempre meno lievito e apprezzandone sempre di più il risultato finale dopo ogni assaggio.
Ma altrettanto onestamente ammetto di non avere mai provato le lievitazioni lunghissime che spesso ho letto tra le righe delle tante pagine di cucina che ogni giorno leggo curiosa.
…sciocca io!
Con l’MTC è per fortuna arrivato questo momento e grazie a La Trappola Golosa di Antonieta Golino e al suo splendido articolo dedicato alla PIZZA mi sono addentrata senza alcuna fatica nello splendido mondo delle maturazioni e lievitazioni pazienti, che lente e calme arrivano arrivano all’infornata finale garantendo risultati strepitosi in fatto di gusto e digeribilità.

Ho scelto per il mio impasto la maturazione in frigo con lievitazione in teglia perchè volevo una pizza non troppo sottile e dalla consistenza morbida.
…l’obiettivo è stato raggiunto con successo!

Per la farcitura, in cui era possibile secondo le regole dal gioco dar sfogo a gusto e fantasia, ho deciso di celebrare i tanti prodotti che la nostra ricca penisola ha da offrirci: pomodorini, burrata, ricotta di bufala, melanzane perline e tanto basilico fresco.

INGREDIENTI PER UNA PIZZA AL FARRO DA 24 CM:
175 gr. di farina di farro (12% di proteine)
50 gr. di farina manitoba
145 ml di acqua minerale naturale a temperatura ambiente
6 gr. di sale
0,5 gr. di lievito di birra fresco
1/2 cucchiaino da tè di miele
100 gr. di burrata di bufala
80 gr. di ricotta di bufala
10 pomodorini
10 foglie di basilico grandi
5 melanzane perline
olio extra vergine di oliva q.b.
sale q.b.
1 spicchio di aglio

Pizza al farro dettaglio fetta

(altro…)

Tofu al pomodoro e basilico.

Non fosse che il calendario parla chiaro in questo preciso istante faccio davvero ben fatica a credere che l’estate sia alle porte.
Ennesimo cielo che da blu si fa grigio.
Tuoni lontani che minuto dopo minuto si fanno più vicini e rumorosi.
La pioggia che inesorabile picchietta a goccioloni pesanti quello che incontra.
Ma faccio capolino sul balcone ancora, per poco, asciutto e raccolgo dalla mia piantina generosa abbondanti foglie di basilico profumate, apro il frigorifero e tiro fuori il mio sacchetto di carta colmo di pomodori picadilly maturi ancora attaccati al loro ramo e mi consolo.
…l’estate è quasi arrivata non solo perchè lo ricorda il calendario.
Pomodori e basilico sono i miei ingredienti: mi mancano terribilmente durante la stagione fredda e non possono farne a meno quando la loro stagione li fa crescere deliziosi e profumati.
Per una pasta rapidissima, su una bruschetta o una frisella quando la voglia di accendere i fornelli scarseggia, in insalata con una buona mozzarella di bufala, sulla pizza a cui non so resistere e oggi in una ricetta veg ad accompagnare del semplice tofu al naturale in un piatto altrettanto semplice da preparare.

Sua maestà il pomodoro, ingrediente sovrano delle mie ricette d’estate, oggi viene celebrato dall’Aifb che gli dedica un’intera settimana del Calendario del cibo italiano e un articolo da leggere tutto d’un fiato a cura di Betulla Costantini.

INGREDIENTI PER 1 PERSONA:
1 panetto da 125 gr. di tofu al naturale
12 pomodori picadilly ben maturi
1 spicchio di aglio
12 foglie di basilico grandi
olio extra vergine di oliva q.b.
sale q.b.
pepe nero q.b.

Tofu con pomodoro e basilico

(altro…)