Antipasti Aperitivi e FingerFood

Bruschette di melenzane con tapenade e pomodori.

Arriva la bella stagione e, non so voi, inizio a immaginarmi aperitivi da servire all’aria aperta per chi come me ha la fortuna di avere un balcone da cui godersi l’arrivo di quel piacevole tepore che scalda le ossa dopo il lungo freddo dell’inverno.
Per quanto mi riguarda uno dei must  da servire durante questi momenti di piacevole convivialità, che possono sostituire con un po’ di frizzante allegria il rito della cena, sono senza ombra di dubbio le bruschette.
Le bruschette sono gustose, facili da preparare e belle da vedere ma soprattutto si possono condire in mille modi, con ingredienti sempre diversi, e piacciono proprio a tutti.
Una garanzia insomma.
Ho una vera predilezione per le bruschette a base di tutte quelle verdure che la terra, durante la bella stagione, ci offre saporite, abbondanti e colorate.
Le bruschette di melanzane con tapenade e pomodori sono un ottimo suggerimento per servire un aperitivo fatto di ingredienti semplici che si sposano però alla perfezione fra loro in una gustosissima esplosione di sapori.
Vi basterà scegliere un pane casereccio fresco e con la crosta bella croccante (io vi consiglio dell’ottimo pane pugliese), qualche melanzana soda e dalla buccia lucida, un paio di pomodori maturi, un vasetto di deliziosa tapenade pronta per essere spalmata e l’aperitivo sarà servito.

Bruschette di melanzane

Preparate l’happy hour insieme a me?
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Tapas per il ritorno del malgaro.

Quando ho letto TAPAS, tema della sessantesima sfida firmata Mtc proposto da Mai, ho fatto un salto di gioia; amo la Spagna fin dai tempi in cui, scolaretta adolescete, la visitai per la prima volta in gita scolastica.
Entusiasta e curiosa mi metto a leggere le righe della cara Van Pelt: panico!
Iniziano i sudori freddi.
Non solo tre ricette (in ordine di lettura: tapas, pinchos e montaditos) ma anche un filo conduttore a “farle prendere per mano”.
Ah, l’autunno! Sì dai, è autunno.
Ma no, facciamo la zucca! Io adoro la zucca.
Uhm, però anche le castagne! Se papà va per castegne potrei cogliere la palla al balzo.

” …vi prego di mettere in moto la fantasia, perche’ non vorremmo vedere una sfilza di temi sulle zucche, sulle castagne e sull’autunno.”

“…vi prego di mettere in moto la fantasia, perche’ non vorremmo vedere una sfilza di temi sulle zucche, sulle castagne e sull’autunno.”

“…vi prego di mettere in moto la fantasia, perche’ non vorremmo vedere una sfilza di temi sulle zucche, sulle castagne e sull’autunno.”

Stile grillo parlante, le parole di Alessandra hanno iniziato a rimbombare nella mia testa per un po’ di giorni tra un vuoto di idee e l’altro fino a farmi arrivare alla rasseganzione più totale.

Questa sfida non s’ha da fare.
Il verdetto finale.

Capita poi, però, di ritrovarsi a passeggiare tra le bancarelle del Marchè au Fort, nella suggestiva cornice del borgo medievale di Bard che ogni anno ospita le miglori accellenze della produzione enogastronomica della Valle d’Aosta, e iniziare ad avere la sensazione del possibile accendendersi di una lampadina tra ceste di patate, cavoli, cipolle e castagne, sfilze di forme di formaggi tipici, pani e pagnotte di ogni sorta.

Le montagne e i suoi malgari, figure d’altri tempi che solitarie, e nell’immaginario collettivo forse un po’ burbere, lasciano il fondo valle a inizio estate per farvi ritorno soltanto la prima decade di settembre.

Collage montagna

« …La realtà degli alpeggi è costituita da luoghi, persone, tradizioni, formaggi (e altri latticini) che – per quanto assimilati da elementi comuni – presentano molte diversità tra loro, non solo nel confronto tra regione e regione, ma spesso nell’ambito di una stessa valle. Ogni alpeggio presenta elementi di interesse ambientale, culturale, caseario. Leggere questa ricchezza di espressioni consente di apprezzare come l’uomo alpino, alle prese con il problema di ricavare preziose derrate alimentari in un ambiente difficile, abbia saputo escogitare complessi sistemi di colonizzazione pastorale adattati alle condizioni ambientali… ».
(“FORMAGGI D’ALTURA” – Beppe Caldera
Saggio introduttivo di Michele Corti,
docente di Sistemi zootecnici e pastorali all’Università di Milano)

Mucca alpeggio

I mesi in malga sono scanditi dai tempi e dalle esigenze del bestiame che i malgari hanno scelto di accudire con passione, le giornate in alpeggio sono fatte di levatacce, lavoro duro e costante che ci sia il sole a splendere alto in cielo o la piogga battente a cadere a terra.
Ma a questi mesi di fatica intensa e lontananza segue il lieto ritorno fatto di abbracci agli affetti più vicini con, di tanto in tanto, una banda di paese che suona a festa.

Collage alpeggio

Ho pensato allora di far avvicinare due mondi lontani per geografia e abitudini: quello dell’ir de tapas o tapeo, vero e proprio consumo ambulante e festaiolo di locale in locale di stuzziccanti assaggi tipico dell’ora dell’aperitivo o dei fine settima iberici, e quello montano fatto di silenziose e laboriose assenze e di emizionati ritorni.
Ho provato a immaginare una storia, perchè il bello della cucina è anche quello di potersi inventare storie deliziose e magari anche un po’ inverosimili: la storia del malgaro che dopo mesi  ritorna a valle con il suo bestiame dove viene accolto dal calore della confortante cucina di casa e ritrova ai tavoli di una vecchia osteria volti consociuti davanti a un piatto di buon cibo e un bicchiere di ottimo vino.

…e qui entra in gioco il tema della sfida.

Ho pensato che ad accogliere il nostro laborioso malgaro ci fosse una tavola imbandita, oltre che di sorrisi, di piatti e pietanze con le famose tipicità delle tapas spagnole ma con i sapori e gli ingredienti di una cucina a lui molto più familiare.
In fondo la microporzione di un buon piatto, una piccola squisitezza rigorosamente “infilazata” con uno stecchino e una fetta di buon pane arricchita di gustosi ingredienti per “far gola” al palato possono essere facilmente declinate in versione “montanara” se nella borsa della spesa ci finisco gli ingredienti giusti.

Alpeggi, malgari e buon latte hanno per me come comune denominatore il Formaggio, quello che la lettera maiuscola se la merita di gran onore perchè ogni assaggio ti fa capire che per fortuna i sapori autentici non sono andati del tutto perduti.

Tapas, pinchos e montaditos.
Bruss di capra, Castelmagno stagionato e Fontina d’alpeggio.
Patate, castagne, cavolo nero, cipolle, miele e pane di segale a completare i sapori con i giusti abbinamenti.
Il malgaro è finalmente tornato e quell’altra parte della sua montagna è pronta ad accoglierlo offrendogli piatti preparati con ingredienti semplici ma ricchi di sapori intensi fatti della stessa pasta della sua vita scandita da giornate di duro lavoro, autentiche e senza troppi fronzoli.

Tapas per Mtc 60

Il ritorno del malgaro, i formaggi d’altura e la cucina di montagna.
Tre fili conduttori che a loro volta si intrecciano e si incastrano alla perfezione. (altro…)

Il Pan’unto di Domenico Romoli.

“Quando havrete fatte le fette del pane nel modo della rignonata et abbruscate, mettetetele a soffriggere con butiro, rivolgetele una volta, distendete le fette nella padella, et mettetevi per ciascuna una fetta sottile di provatura fresca; mettasi di sopra il coperchio caldo, e come la provatura sarà risolata, spruzzivisi u poco di acqua rosa, et mettavi di sopra il zuccaro et cannella; cavate poi, mandatele in tavola, et sopra tutto operate che si mangino calde.”

Quando avete preparato le fette di pane e le avrete tostate, le passate, in un tegame, nell’olio caldo. Una volta, disposte in padella e fatte rosolare da ambo le parti, coprite ogni fetta con una fetta sottile di provatura fresca. Coprire con un coperchio riscaldato, e, non appena il formaggio sarà fuso, cospargere con qualche goccia di acqua di rose. Poi cospargere di zucchero e cannella. Aspettate qualche istante, poi servire in tavola, e mangiate i crostini ancora caldi.”

…verba volant, scripta manent.
Si dice così vero? E fu un tal Domenico Romoli, soprannominato guarda caso il Panunto (pane e olio), con la sua “Singolar Dottrina”, enciclopedia del sapere enogastronomico (edita in quel di Venezia nel 1560) a metter nero su bianco le prime idee sul come e con cosa preparare un buon crostino che potesse essere apprezzato di buon grado assaggio dopo assaggio.
Difficile non annotarsi le sue parole davanti a una fetta di pane abbrustolito arricchita con un’irresistibile Provatura filante.
Provatura: ne avete mai sentito parlare?
Il nome nasce dalla sua genesi dal moneto che si tratta della “prova”, vale a dire la parte che viene ricavata dalla massa di formaggio per testare la qualità della filatura della pasta.
Formaggio fresco originariamente a base di latte di bufala (oggi, anche se difficile da reperire è perlopiù preparato con latte vaccino) la Provatura molto non dista dalla classica e ben più conosciuta mozzarella se non per il luogo di origine dal momento che viene prodotta nelle vicinanze di Roma.

Un salto nella cucina del 1500 per “festeggiare”, con una ricetta lontana nel tempo ma a mio avviso deliziosamente contemporanea, la Giornata Nazionale dei CROSTINI di cui sono fiera ambasciatrice per l’Aifb. Nel mio racconto potrete leggere del saporito viaggio di un “crostino errante” tra le bellezze e le bontà del territorio italiano che di regione in regione scopre scenari incantevoli e prodotti tradizionali che rendono unica la nostra penisola.

FETTE DI PANE

Ma veniamo alla ricetta del Pan’unto.

Ingredienti per 4 persone:
8 fette di pane
8 fette di Provatura (o mozzarella)
olio extra vergine di oliva q.b.
zucchero q.b.
cannella q.b.
acqua di rose q.b.

Pan'unto

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Tartufi di quinoa con toma fresca e basilico per #sedici.

Sei foodblogger si riuniscono con un libro di cucina (“La grammatica dei sapori” di Niki Segnit) che parla di famiglie di sapori e nasce “#sedici – l’alchimia dei sapori“; un contest/progetto interessante e innovativo che ogni mese prenderà in considerazione una delle famiglie di sapori suggerite dalla Segnit e i suoi innumerevoli possibili “matrimoni”.
Il secondo appuntamento di #sedici propone alle alchimiste dei sapori la Famiglia dei caseari (#sedici_caseari) con una lunga lista di possibili e suggestivi abbinamenti.
Io ho deciso di scegliere il Formaggio fresco dal momento che i miei gusti sono orientati al sapore delicato del buon latte poco stagionato e alle consistenze morbide e cremose.
Per quel che riguarda l’abbinamento la mia scelta è immediatamente ricaduta sul basilico perchè ho da subito pensato che potesse andare ad aggiungere un ulteriore sentore di freschezza con il suo inconfondibile gusto e il suo piacevolissimo profumo.
…e così dall’abbinamento Formaggio fresco & Basilico sono nati dei piccoli tartufi di color bianco candido, leggermente screziati di verde che grazie alla loro freschezza e al loro profumo ad ogni assaggio fanno pensare ai raggi di sole, al tepore e al cielo blu della bella stagione di cui forse un po’ tutti iniziamo ad avere bisogno.
Nello specifico ho scelto una toma fresca artigianale di un piccolo caseificio piemontese scoperto da poco e brillanti minute foglie di basilico; al tutto ho aggiunto un po’ di quinoa per poter conferire alla cremosità dei tartufi una lieve consistenza “croccante”.

INGREDIENTI PER 12 TARTUFI:
100 gr. di toma fresca
2 cucchiaini di basilico fresco tritato
70 gr. di quinoa
20 gr. di Grana Padano
olio extra vergine di oliva q.b.
sale q.b.
pepe nero q.b.
*per accompagnare:
misticanza q.b.
granella di pistacchi q.b.
maionese di pomodorini q.b.

Tartufi di formaggio

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Pomodori con crumble.

In un’estate che non ha quasi voluoi saperne di arrivare, consoliamoci con i colori accesi e vivaci di frutta e verdura per portare un po’ di sole sulle nostre tavole.
Oggi pomodori.
…rossi, “polposi”, dolci e arricchiti dal gusto di un crumble davvero insolito.
Piccoli tocchi per un antipasto che può stupire.

INGREDIENTI PER 6 PERSONE:
12 pomodori perini non troppo grandi
2 rametti di basilico
1 rametto di rosmarino
1 cucchiaio di semi di zucca
1 cucchiaio di semi di girasole
1 cucchiaio di semi di sesamo bianco e nero
1/2 cucchiaino di uvetta
1 cucchiaio di briciole di pane o di grissini
1 cipollotto
olio extra vergine di oliva q.b.
sale q.b.

Pomodori con crumble

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