Unica Umbria e le Osterie del Gusto

Gubbio e i suoi tetti
Gubbio e i suoi tetti

 

Ho provato tante volte ad iniziare questo post ma non mi sembravano mai le parole giuste. Il  bello però di essere una food blogger è di avere la libertà piena. Non avendo una redazione che blocca e corregge, sono andata avanti con il fiume dei miei pensieri.

Guardavo le foto e pensavo: “Che magnifica esperienza! Che belle persone! E che bei posti!”. Questa è l’Umbria. Protetta dagli Appennini, non così facilmente accessibile, questa regione è riuscita a conservare il carattere giusto. Abbastanza impervia per essere fuori dalle rotte del grande turismo e salvaguardata dalle orde barbariche dei mordi-e-fuggi si è conservata nel tempo con le sue piazzette, i suoi borghi e le chiese che nascondono perle inaspettate. Le persone poi… quelle meritano un capitolo a parte! Dal gestore della bottega antica alla guida turistica! Pronti a mettere il cuore in ciò che ti mostrano: una vera reliquia del passato che sia un alimento antico o un affresco. Fieri della loro storia, ti immergono in un mondo pieno di profumi ed intensi sentimenti. Riescono a farti sentire i sapori e i significati di epoche passate con uno sguardo o un tono di voce narranti storie di radici di cui essere fieri.

La nostra base è stata Gubbio. Abbiamo alloggiato presso il Relais Ducale prospiciente Piazza Grande. In maniera banale, posso dire che questa cittadina ormai è conosciutissima grazie alla serie di Don Matteo con Terence Hill e tutti hanno una certa familiarità con la sua fisionomia ma passeggiare lì è tutt’altro. I sui primi insediamenti si perdono nella notte dei tempi e tracce dei suoi trascorsi storici impregnano la città dove il tempo sembra essersi fermato. Il Palazzo Ducale, il Palazzo dei Consoli e la Piazza Grande da soli già meriterebbero la visita. La nostra compagnia era  composta da Maria Grazia, deliziosa giornalista romana, Donatello anche lui di Roma che non risparmiava nessuno da serrate domande, Valerio, taciturno veronese sempre in giro per il mondo  a recensire ristoranti stellati, Antonio giornalista traveller che mi ha fatto fare tante risate e Mara la nostra preziosa e minuta accompagnatrice ma una vera forza della natura sempre sorridente e serena, preoccupata solamente di scampare alla pioggia. La nostra guida a Gubbio ed Assisi è stata Alessandra Vincenti, molto preparata e dai racconti vibranti.

In questo tour ci è stato presentato il circuito delle Osterie del Gusto, un progetto volto alla valorizzazione delle produzioni locali della Media Valle del Tevere e dell’Alta Umbria, una ristorazione a filiera corta. L’obiettivo è la creazione di un itinerario gastronomico che metta in rete gli esercizi della ristorazione che propongono menù a base di ricette tradizionali, utilizzando i prodotti agroalimentari tipici dell’area. La prima tappa è stata la Taverna del Lupo di Orvieto che prende il nome dal celebre episodio dei Fioretti di San Francesco di Assisi. Locale molto piacevole dova abbiamo mangiato in piena sintonia con la filosofia delle Osterie del Gusto, sicuramente vale la pena fermarsi.

Il giorno dopo siamo stati a Città di Castello, guidati questa volta da Alberto Carizia, ex pallavolista simpaticissimo e appassionato d’arte oltre a quanto è dovuto dalla sua professione. Ci ha raccontato degli aneddoti sui turisti veramente spassosissimi! Se visitate questa cittadina non potete saltare la Macelleria Giulietti, vero luogo di perdizione dei sensi! Entrando si sente un profumo di buono e lo sguardo verrà catturato da un bancone pieno di delizie, carni pregiate e salumi preparati con amore, spettacolare il lombetto sott’olio di cui ho fatto doverosa scorta.

A pranzo siamo stati in un’altra Osteria del Gusto, la Trattoria Lea. Anche qui pranzo fantastico con tanto tartufo e altri prodotti umbri cucinati nel pieno rispetto della tradizione. Oltre al corpo abbiamo anche nutrito abbondantemente l’anima visitando i principali monumenti, la Tipografia Grifani Donati e il Laboratorio Tela Umbra dove il tempo sembra essersi fermato e gli artigiani e le tessitrici continuano a lavorare con gli stessi strumenti del passato. Abbiamo visitato una scuola Montessori per i figli delle operaie completa di banchi, lavagna e cattedra dell’inizio del secolo scorso. Stupefacente!

Città di Castello è la patria di Alberto Burri (1915-1995) celebre artista e pittore e le sue opere sono esposte presso gli Ex Seccatoi del tabacco, un complesso industriale sorto fra la fine degli anni ’50 e la metà degli anni ’60 del Novecento per l’essiccazione del tabacco tropicale.

Il nostro tour ha proseguito per Montone, e l’associazione mentale con i capitani di ventura è immediata. Andrea Fortebracci, meglio conosciuto come Braccio, diede vita ad uno dei più audaci tentativi di creare nei primi decenni del  XV secolo uno stato forte ed indipendente dal potere dello Stato Pontificio. Delizioso piccolo borgo medievale che abbiamo avuto l’onore di visitare insieme al sindaco Mirco Rinaldi. Per la cena ci siamo fermati da Tipico – Osteria dei Sensi, del quale non posso che parlare bene. Il proprietario il signor Paolo ha sposato pienamente la filosofia delle Osterie del Gusto e anche l’arredamento è umbro fino al caffè. Seleziona le materie prime con perizia e vengono cucinate rispettando i prodotti con un pizzico di creatività. Da non perdere anche per gli olii pregiatissimi! Gli gnocchi al sugo d’oca sono spettacolari! 

Il terzo giorno è stato un po’ impegnativo e Matteo era piuttosto preoccupato dal tour de force culinario che ci aspettava, ma poi ce la siamo cavata alla grande!!! Mattina ad Assisi con le classiche visite alle basiliche, la chiesa di Santa Chiara e la parte romana. A pranzo dal Ristorante Hostaria la Tradizione e poi il rientro a Gubbio dedicato alla manifestazione Quinto Quarto, prima kermesse dedicata ai tagli poveri del vitellone appenninico centrale. Per quinto quarto si intendono tutte le parti dell’animale che restano dopo aver tolto i 2/4 anteriori e i 2/4 posteriori, quindi le interiora, la coda, le guance e in senso più ampio i tagli poveri. Proprio per far conoscere meglio queste carni, sono stati organizzati laboratori del gusto, dimostrazioni di cucina anche per i più piccini, e sono state offerte piccole pillole di sapore e sapere. Abbiamo assistito ad uno show cooking degli chef Luca Sessa e Fabrizio Rivaroli che ci hanno preparato dei “Bocconcini di fegato alla salvia e semi di finocchio con marmellata di cipolle rosse” una vera delizia! Nelle taverne in giro per la città abbiamo infine degustato bollito, polpettone, trippa e panino con la milza. Ed eccoci giunti all’ora di cena!!!

Con piglio eroico ci siamo recati presso “Alla Balestra”. Devo ammettere di avere qualche pregiudizio sui ristoranti pizzeria ma sono stata clamorosamente smentita! Tutto veramente ottimo, dal vino, l’olio il cibo e la cortesia del personale. Nonostante non avessimo certo fame, abbiamo mangiato tutto e anche con una certa avidità!

Dulcis in fundo, la visita della domenica all’ Azienda Agrituristica Villa Dama. Un posto a dir poco incantevole. Il paesaggio sembra uscito dal pennello di Leonardo, colline a perdita d’occhio. Circa 170 ettari di azienda dove si produce di tutto, Vengono allevati secondo il disciplinare biologico, bovini di razza chianina, suini di razza cinta senese e large white, ovini di razza appenninica e tutti gli animali di bassa corte tra cui, oche, anatre, polli, conigli, piccioni, faraone, etc.carni, formaggi. Le carni fresche o i salumi preparati nella norcineria aziendali sono vendute o proposte nel menù dell’agriturismo. Poi grano e quindi pane e pasta, poi olive con tanto di frantoio, vigna e dunque vino, verdure fresche e conservate! Forno a legna con una pizza al testo memorabile. Che dire! Mi sono innamorata di questo posto e delle persone che vi abitano!

Dopo questo ultimo sontuoso pasto, la Compagnia del Vitellone Appenninico si è sciolta! Ognuno di noi ha imparato qualcosa, abbiamo dei ricordi meravigliosi e speriamo di essere in grado di trasmettere la gioia che si prova seguendo questa proposta per un itinerario alla scoperta  delle tradizioni legate allo stile di vita umbro, l’educazione a mangiar sano e visitando posti ricchi di storia e bellezze artistiche.

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