Palazzo Pitagora, un nuovo concetto di edilizia green a Roma

Una mostra evento per presentare il primo appartamento del gioiello edilizio dei Parioli. Ospite d’eccezione lo stilista Tiziano Guardini con la sua collezione Organic.

di Beatrice Panzolini

Stavolta non sarà mia madre a parlare. 
Grazie alla condivisione di interessi e alla mia compartecipazione a eventi, siamo diventate ormai intersostituibili. Così mia madre propose di andare alla presentazione di Palazzo Pitagora. 
Essendo un’amante dello sviluppo sostenibile e grande stimatrice dello stilista Tiziano Guardini non potevo non accettare di partecipare all’evento “To The Earth” 
L’idea di avere nella mia città, a Roma un palazzo green, dalla tecnologia avanzata e a basso impatto ambientale, alla pari delle grandi capitali internazionali, mi rendeva orgogliosa solo al pensiero.  

Tiziano Guardini e Beatrice Panzolini

 
Giovedì 15 giugno ho potuto ammirare un appartamento completamente arredato da Dada Molteni & C, dallo stile moderno e raffinato. Siamo stati accolti da un salotto ampio e luminoso, ed è proprio quest’ultima caratteristica che contraddistingue quasi ogni stanza del palazzo: la comunicazione con l’esterno. Ogni appartamento presenta un giardino o un balcone, le vetrate poste sul lato sud permettono di sfruttare al massimo la luce naturale.  

 
L’edificio non stona affatto con il contesto che lo circonda. L’architetto Renato Guidi 
propone un’opera moderna che valorizzi il quartiere, ma che si adegua al luogo. 
Per la costruzione, sono stati utilizzati l’acciaio e il cemento armato, i quali assicurano solidità e protezione da eventi sismici. 
Grazie alle tecnologie BTicino, con il sistema di domotica centralizzato, si ha la possibilità di comunicare con la casa e di controllarla anche a distanza, garantendo una qualità della vita migliore, più sicura e serena. 

 
Le opere d’arte di Tiziano Guardini si sposano perfettamente con gli ambienti del palazzo: la filosofia di Tiziano è basata sull’amore per la natura e sul recupero di un equilibrio con essa. 
I vestiti presentano tessuti innovativi o riscoperti, frutto di ricerche e studi dello stilista: la fibra di soia, la seta ahimsa “non violenta” (ovvero, senza l’uccisione dei bachi da seta) e molti altri. 
Quello che maggiormente mi ha stupito, è l’abito scultura di radici di liquirizia: semplicemente indescrivibile. 

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