Anche quest’anno ho deciso di partecipare inviando due ricette che trovate nel mio blog: dei ravioli con farina di riso ripieni di gorgonzola ed un risotto con cavolo rosso e petali di bottarga. Finalmente il 22 maggio vengono proclamati i semifinalisti, leggo il post scorrendo i nomi con trepidazione e vedo il mio nome…. Batticuore! Sono in semifinale!
A differenza di molti contest in cui bastano i likes sui post delle ricette, qui bisognerà cucinare per una vera giuria! E che giuria! E che posto!!!!
Infatti la semifinale si è disputata al Campus ideato da Rossano Boscolo a Tuscania: la Boscolo Etoile Academy!
Arriva il giorno della partenza, venerdì 27 maggio mi reco al Campus. Sapevo che avrei ritrovato gli amici delle passate edizioni e gli organizzatori che ormai conosco. Ilaria Bertinelli, autrice del libro “Uno chef per Gaia”, Marco Domati con sua moglie Patrizia, Fulvio Medici (del quale ho avuto il sommo piacere di degustare le pizze) li conoscevo già e sarei stata molto felice di riabbracciarli. Ma avrei conosciuto anche una nuova realtà, persone nuove magari e sicuramente avrei vissuto un’esperienza unica. Tutto è andato ben oltre le mie aspettative.
Giunti sul luogo, il mitico chef Rossano Boscolo ci ha portato a fare una visita alla scuola, ma forse sarebbe più corretto chiamarla creatura. Quando ne parlava gli brillavano gli occhi, la passione si esprimeva in gesti, linguaggio… tutto faceva trasparire l’amore che ha impiegato nel tirare su il campus di alta cucina che aveva voluto. Quasi aprendoci le segrete del suo maniero, ci ha condotto tra aule di pasticceria e luoghi di studio ricavati da un vecchio convento del 1300 che ovviamente è stato protagonista di molte vicissitudini fino ad arrivare nelle sue mani. Una vecchia cattedrale senza tetto, per problemi di ottusaggine burocratica, può essere usata solamente come campo da basket e ciò gli crea molto dispiacere, ma per tutto il resto è veramente uno sprigionarsi di energia e stupore. Mai quanto quello che ho provato quando siamo giunti in biblioteca! Volumi antichi, prime edizioni preziosissime, stampe di epoche in cui la cucina era prerogativa delle tavole reali. Leggendo quelle pagine sembra che tutto sia già stato scritto, niente è nuovo se non le tecnologie. Con la pelle d’oca, ho potuto vedere ben tre volumi del libro di Bartolomeo Scappi, cuoco segreto del papa vissuto dal 1500 circa al 1577. Ho potuto sfiorare le pagine di un’edizione integra (mentre a casa ne conservo qualche foglio stampato da internet). Per chi ama la cucina, vedere una raccolta così preziosa di libri di cui ha studiato e sentito parlare da tempo, è veramente una goduria pazzesca! Poi passando nei corridoi, si leggono menù di pranzi regali di altre epoche e si vedono teche con utensili rinascimentali di ogni genere. Un vero incanto! Anche nella mia stanza vi erano riproduzioni di dolci antichi che erano stati progettati e realizzati per essere serviti a re e regine.
Giunti ormai all’ora di cena, lo chef Boscolo ci ha salutati e ci ha lasciato nelle mani degli chef Antonio Paolino e chef Francesco Triscornia che ci hanno condotto nell’aula dimostrativa dove ci aspettava la cena.
La cena…detto così è molto, molto riduttivo! Un lungo tavolo d’acciaio dove da una parte era apparecchiato per noi e dall’altra c’erano fornelli ed il banco di lavoro. Quindi avevamo gli chef davanti a noi che ci preparavano i piatti. Molto di più di una cucina a vista! Una cucina condivisa! Meraviglioso! Tutti piatti di alta cucina, preparati e spiegati sotto i nostri occhi. Tecniche di cucina che ci hanno fatto restare allibiti. Avrei voluto non finisse mai.
Abbiamo iniziato con un’entré particolarissima, una crocchetta liquida di brasato al Chianti classico. Sorprendente la croccantezza esterna con il liquido caldo all’interno. Deliziosa!
L’antipasto ha continuato a stupirci: uovo soufflé con tuorlo panato e salla alla carbonara e tartufo. Una cialdina divertente sovrastava il piatto sontuoso nella sua apparente semplicità.
Ovviamente, fedeli alla kermesse, non poteva mancare il risotto che era protagonista con la cipolla rossa di Tropea cotta al sale con salsa al gorgonzola, nocciole caramellate ed una spuma di grappa.
Come secondo primo piatto ci sono stati serviti dei fusilloni panarese con ragù di rana pescatrice su crema di melanzane affumicate ed una spolverata di bucce di melanzane fritte come finitura. Un piatto equilibratissimo!
Gli chef Francesco Triscornia e Antonio Paolino sono poi passati a prepararci il secondo piatto spiegandoci una tecnica di cottura a me sconosciuta, (lo ammetto) dai risultati strepitosi: l’olio cottura. Ci hanno servito un polpo che era stato cotto al forno in un tegame, immerso nell’olio a temperatura inferiore ai 140° per almeno 3 ore. Tenerissimo e aveva mantenuto integre tutte le sue proprietà organolettiche. I tentacoli poi sono stati grigliati velocemente davanti a noi e serviti con un fagiolino novello, aglio, olio, peperoncino ed una salsa al passion fruit. Che dire? Immenso!
Per finire, abbiamo potuto godere pienamente di un momento aulico: la preparazione del dolce Aria di primavera magistralmente preparato dalla Chef Sara Torresi, docente di pasticceria e dai suoi ragazzi e montato sotto ai nostri occhi. Una crema al limone su una frolla croccante con una dacquoise al pistacchio e sorbetto alla fragola. Commovente. E che dire della cioccolateria? Slurposissima!
Dopo una cena così, mi sentivo proprio inadeguata per la gara del giorno dopo. Sarei scappata. Il livello è stato veramente troppo alto. Poi riflettendo mi sono detta che nessuno si poteva aspettare da me cose di alta cucina, tutti sapevano che sono una mamma che cucina per la propria famiglia ed i propri amici annotando su un blog ricette ed esperienze varie. Rassicurata da queste riflessioni notturne, mi sono addormentata quasi serenamente.
Finalmente si fa giorno e dopo una colazione light (anche se ci era stato preparato ogni ben di Dio), sono scesa nell’aula progettando tra me e me di mettermi all’ultimo banco. Invece niente! Ero in fila e lo chef Boscolo ci stava assegnando le postazioni e a me subito al primo posto! Pole position! Uffa!
Davanti a noi era stato preparato un tavolo con verdure, ortaggi, crostacei, pesci, salsicce, formaggi tra cui avremmo dovuto scegliere gli ingredienti per il nostro risotto.
Un po’ per volta, con una certa timidezza, ognuno di noi si è avvicinato al banco a prendere il necessario per preparare il risotto della sfida. Ho iniziato ad elaborare mentalmente un risotto non troppo diverso da quelli già collaudati a casa. In effetti, un po’ tutte noi casalinghe non facciamo mai lo stesso piatto e questo ci differenzia molto dai professionisti. Prepariamo i nostri piatti in base a quello che abbiamo in casa quindi non è mai la stessa pietanza ma varia sempre un po’. Una volta c’è un porro, poi uno scalogno o un cipollotto… non è mai troppo uguale alla precedente. Quindi ho ragionato su qualcosa di simile a cose già fatte ma non proprio uguale. Un risotto con asparagi e scampi marinati all’arancia e menta con granella di pistacchio. Non mi sembrava banale ma neanche troppo azzardato (non volevo osare troppo proprio durante una gara). Così ho iniziato a spadellare, con tanta agitazione perché sapevo che sarei stata la prima.
Stop! Tempo finito! Preparati i miei piatti (uno per la giuria ed uno per la foto), mi sono avventurata su per le scale con il cuore che batteva all’impazzata. Eccoli lì. I giudici.
Chef Frascesco Triscornia e Chef Antonio Paolino che mi avevano stupito con la sontuosa cena della sera precedente, docenti di alta cucina, Chef Rossano Boscolo, il più temuto, il gotha dello scibile culinario ed il direttore di Risate e Risotti Luca Puzzuoli, l’artefice di tutto.
A testa bassa ho consegnato i piatti e li ho posati sul tavolo. Hanno preso le forchette e con mio sommo sollievo sono cominciati ad arrivare apprezzamenti e qualche critica seppur lieve. “Veramente un buon risotto” mi ha ripetuto più volte Chef Francesco Triscornia, ma in me risuonava la frase dello Chef Rossano Boscolo: “Dovevi mantecarlo meglio”. Cosa sarebbe successo? Ormai non mi restava che aspettare il responso finale. Sono uscita fuori con Fulvio (concorrente numero 2) e ci siamo andati a fare quattro passi in paese per rilassarci un attimo. Non potevamo fare più niente, solo aspettare.
Il tempo scorre e finalmente veniamo chiamati nella sala degli orologi. Non mi sembra vero e la mia felicità è alle stelle: il mio nome viene letto fra i 5 finalisti che il 2 luglio dovranno andare a Lucignano per affrontare la famigerata mistery box con cui dovremo preparare un risotto a sopresa!
Ma parliamoci chiaro, per noi non professionisti, blogger amatoriali, aver vissuto un’esperienza di questo calibro è veramente già una grande vittoria. Respirare quest’aria di grandi cucine e di grandi chef, confrontarci con altre persone venute da tutta Italia è sempre un’opportunità di crescita e di incontro.
Il clima è stato un po’ competitivo ma senza prenderci troppo sul serio. Siamo subito diventati amici e ci siamo scambiati i contatti con tutti. Per me è stata anche l’occasione di conoscere Gaia, la dolcissima bimba (nonché fotografa) di Ilaria Bertinelli della quale avevo tanto sentito parlare. Che spettacolo vedere mamma e figlia guardarsi con amore mentre erano alle prese con la preparazione del risotto! E poi vederle gioire per la qualificazione! E’ stato meraviglioso!
Un’ultima precisazione, non tutte le foto sono state scattate da me, le più belle sono del fotografo Fabio Alessandrini che ringrazio.
Grazie a Risate e Risotti e alla Boscolo Etoile Academy!
- Ilaria Bertinelli
- Sabrina Ramella
- Marco Domati
- Consuelo Tognetti
- Cristina Dianin
- Bianca Berti & Marta Berti
- Claudia D’Emilia
- Roberto Pettinelli
- Andrea Zinno
- Cristina Bianchetti
- Angela Simonelli
- Fulvio Medici
- Cristiana Curri
Che bello il tuo racconto.. sprigiona emozione per l’esperienza vissuta e amore per ciò che fai..!
E la ricetta la avevo già addocchiata mentre usciva dalla cucina!
Grazie!Siete fantastiche! Avente un sorriso gioioso! Sono contenta che ci rivedremo il 2 luglio