Quiche Lorraine #BookFood

Oggi vi racconto una Quiche Lorraine.
Una Quiche Lorraine che è la mia prima ricetta per #BookFood al quale partecipo insieme ad altre sei blogger.

I dettagli riguardanti il bellissimo progetto Book&FilmFood, di cui #BookFood è una delle quattro sezioni, li potete trovare QUI nella pagina di presentazione del progetto, dove troverete anche i link di tutti i blog partecipanti, e tutte le ricette proposte.
Potrete sbizzarrirvi, vedrete che abbiamo in serbo per voi un sacco di ricette interessanti!

E io, per partecipare a questo nostro gioco culinario, potevo non partire da un libro? 😀

I libri sono la mia passione, non vengono prima o dopo la cucina, ne sono paralleli.
Non esiste giorno senza libri per me, per diletto sempre ma anche per mia necessità.
Così come non esiste giorno senza fornelli, per diletto, svago, piacere, divertimento, curiosità, gusto, gola. E necessità, anche.

quiche lorraine

Questa mia Quiche Lorraine proviene da un libro che ho letto due volte: “L’inconfondibile tristezza della torta al limone” di Aimée Bender (edito da Minimum fax). Un romanzo eh, non un libro di cucina. 🙂

Non vi racconterò tutta la trama, se qualcuno è interessato a questo libro è giusto che scopra da solo le vicende narrate. Qualche cenno però ve lo devo, per darvi una visione d’insieme, per lasciarvi alcune mie impressioni personali, e perché il sapere un po’ la storia di Rose servirà a collocare in un preciso àmbito la ricetta di cui poi vi parlerò.

libro

“L’inconfondibile tristezza della torta al limone” è un libro surreale. Ma lieve, gradevole, a tratti divertente. E’ una fiaba moderna, che scorre con leggerezza sebbene avvolta da un velo di tristezza e malinconia.
Racconta con toni leggeri, e a volte con ironia, una storia complessa: la storia di una famiglia, una storia complicata da vicende insolite, di cui Rose, il fratello, ma anche il padre e la madre, ognuno a modo suo, sono protagonisti. E complicata dalle loro inconsuete caratteristiche personali, dai loro problemi sentimentali, psicologici, comportamentali.
Vicende e protagonisti insoliti, per una storia del tutto improbabile, eppure coinvolgente.

Nel giorno del nono compleanno Rose scopre di saper percepire attraverso i cibi i sentimenti delle persone che li hanno cucinati. E’ un dramma, che Rose bambina fatica a capire e ad accettare.
Durante i difficili anni dell’adolescenza Rose si trova a vivere in prima persona i problemi emotivi e sentimentali della madre, ma anche la frustrazione, o la noia, o la fretta, di tutti coloro che cucinano ciò che lei poi mangerà, come i cuochi di ristoranti e fast food o della mensa scolastica.
Sono anni durante i quali i problemi in famiglia si complicano, e durante i quali Rose impara a convivere con la sua condizione senza però riuscire ad accettarla. Colpa del senso di vuoto sentito nella torta al limone, delle grida d’amore percepite in un sandwich, dell’adulterio rivelato da un roastbeef con patate. Sentimenti e rivelazioni che la turbano, che minano la sua autostima e che le impediscono di decidere della propria vita.
Sono anni durante i quali Rose cerca conforto nei cibi confezionati, perché “parlano” di luoghi e non di sentimenti, e perché “non pretendono niente”.

Non avrei saputo come arrivare in fondo alla mia giornata senza quel distributore a scuola

Sono certa che tornerò a parlarvi di questo libro in futuro, perché la ricetta menzionata nel titolo mi intriga parecchio. 😉 Ma oggi ho deciso di fare le cose al contrario, e di iniziare dalla fine.

La Quiche Lorraine di cui vi racconto oggi appare, infatti, nel finale del libro.

quiche lorraineE’ la ricetta grazie alla quale Rose trova la sua strada, grazie alla quale trova il coraggio di esporsi e di parlare apertamente delle sue capacità, di quel suo strano difetto, che poi è un dono, che tanto ha condizionato la sua vita.
Riuscirà a vederne il lato positivo, avrà il coraggio di trasformare il suo problema nella sua forza, e a fare del suo dono un’opportunità.

Ecco, io ci credo.
Ci credo che un lato positivo esista sempre, e credo che se noi lo vogliamo i nostri problemi possano trasformarsi in risorse.

Ed ecco perché mi è piaciuto questo finale, aperto ad un nuovo inizio, ad una nuova vita.

I miei libri preferiti sono sempre quelli che “e vissero tutti felici e contenti”, perché leggere per me è un piacere e se la fine non è positiva, che piacere può mai essere?!

Siete dei lettori come me? Di quelli che mai e poi mai andrebbero a leggere l’ultima pagina del libro? Bravi.
State sereni, nonostante quel che sembra… non vi ho appena svelato come finisce il libro. L’avete temuto, eh?
Il libro non è tutto qui. Di finali in questo libro io ne ho visti due.
Nella degustazione della quiche lorraine, sì. Quello è uno. Lì c’è una fine, e anche un inizio. Ed è il mio finale del libro, perché è questo il finale che piace a me. 😉
E poi c’è l’altro. Perché il libro non racconta solo di Rose e della sua speciale sensibilità, racconta anche di Joseph, suo fratello.
Una storia fantastica ed inquietante la sua, che si intreccia a quella di Rose, com’è ovvio che sia, ma che io ho vissuto, leggendola, come fosse una vicenda parallela.
Sono sincera, della vicenda di Joseph io ho compreso il significato profondo solo dopo la seconda lettura del libro. Ed è un significato che esula dall’àmbito culinario in cui ho voluto inserire questo libro, perciò… perciò non ve ne parlerò.
Però vi lascio questa citazione, per me molto profonda, che ora mi dice tutto ciò che prima non avevo capito.

…e mentre parlavamo la sua voce si abbassò fino a diventare un sussurro. Era il tipo di conversazione che si poteva svolgere solo sussurrando.
Tu sei l’unica che lo sa, disse.

Questo libro è uno di quei libri che quando li finisci ti fermi a riflettere. E’ uno di quei libri che ti lasciano la libertà di interpretare, se vuoi.
E questa è una delle cose che amo di più, del leggere.

🙂

E ora… ok dai, lasciamo da parte i sentimentalismi letterari, è arrivata l’ora di divertirci un po’ ai fornelli.

Quiche Lorraine #BookFood

Le ricette presenti ne “L’inconfondibile tristezza della torta al limone” sono sempre inserite nella narrazione, gli ingredienti fanno parte di discorsi e descrizioni, non vengono mai dati come ingredienti di ricette vere e proprie. E’ perciò probabile che questa Quiche Lorraine non sia la Quiche Lorraine originale francese, perlomeno nelle dosi, in quanto le quantità, tutte, le ho ipotizzate io.
Ipotizzate, sì, perché io di vere ed originali quiches lorraines francesi non è che me ne intenda granché!
L’unica precisazione data nel libro riguarda la panna e il latte che, a detta di Rose, sono presenti nella quiche nella stessa quantità (ma quale quantità?!) e io ci ho messo tutta la mia buona volontà per rispettare questo dettaglio. Anche se, devo dirlo, d’istinto il latte non l’avrei usato.
Ma l’ho usato, ho voluto essere ligia alla “ricetta”! (*)

Scovare la ricetta tra le righe, assemblare gli ingredienti, andando un po’ a naso e un po’ ad esperienza, per me è stato un vero divertimento. E una gran soddisfazione. E alla fine ce la siamo mangiata proprio di gusto questa golosa Quiche Lorraine. 😀

Un cameriere si infilò in cucina e tornò con due piattini, contenenti delle fette di quiche gialla, dalla crosta dorata.

quiche lorraine

Ingredienti per la brisée
250 g di farina 0
80 g di burro
80 g di acqua fredda

Ingredienti per il ripieno
2 uova grandi
100 g di panna liquida
100 g di latte intero (*)
150 g di prosciutto cotto
noce moscata
pepe (**)
prezzemolo (***)

Procedimento
Preparare la brisée lavorando velocemente la farina, il burro ammorbidito ma freddo e l’acqua fino ad ottenere un impasto morbido e liscio. Riporla in frigo per 15-20 minuti.

brisée

Mentre la pasta risposa in frigo, tritare il prosciutto al coltello e sbattere le due uova (e aggiungere il latte, se decidete di usarlo (*) ).

Profumare con un’abbondante grattugiata di noce moscata.

Pepare. (**)

Aggiungere alle uova sbattute il prosciutto tritato.

Montare la panna. Non occorre che sia montata del tutto, è sufficiente che abbia spessore e sia corposa.

Unire la panna al composto di uova e prosciutto e mescolarla delicatamente.

Stendere la pasta brisée (sottile) con il matterello e sistemarla su una teglia tonda ricoperta di carta forno. Io ho usato una tortiera. (****)
Ritagliare la pasta in eccesso. Usando una teglia da 24 un po’ di pasta in eccesso ci sarà. 😉
Potete utilizzare i ritagli per realizzare alcune piccole decorazioni. Mia figlia si è offerta di aiutarmi e ha realizzato due piccole rose, quattro foglie e una coccinella. Ormai la conoscete mia figlia, le decorazioni sono la sua passione. 😀

decori rose e foglie

Versare il composto di uova, panna e prosciutto nella brisée e ripiegare i bordi.

Cuocere in forno statico per 30-35 minuti a 180-200 gradi.
A metà cottura io ho spento la resistenza superiore del forno per evitare che il ripieno si scurisse troppo in superficie. Conoscere il proprio forno è sempre una cosa importante. 😉
Circa 10 minuti prima di sfornare, cioè quando il ripieno sarà rappreso a sufficienza, perlomeno in superficie, aggiungere le decorazioni. Dieci minuti sono stati sufficienti per la cottura delle nostre decorazioni, trattandosi di pasta molto sottile.

Servire la Quiche Lorraine calda o tiepida.

E godetevela. 😀

Io assaggiai un boccone della quiche, preparata con straordinario calore ed equilibrio, e lo inghiottii.

Mangiai un altro boccone, lasciai che le informazioni affiorassero, lentamente.

quiche lorraine

Precisazioni, varianti e considerazioni

(*) Il latte: non potevo non usarlo visto che era citato espressamente da Rose, ma penso che potrebbe essere omesso, vista la presenza della panna (oppure sostituito con altra panna), in quanto il composto per il ripieno è risultato, secondo me, troppo liquido.

(**) Il pepe: in realtà il pepe non viene menzionato nel libro, io però ho deciso di usarlo perché in abbinamento alla noce moscata insaporisce molto bene, considerata l’assenza (ovvia, per me) del sale.

(***) Il prezzemolo: avrebbe dovuto esserci, viene espressamente menzionato da Rose, ma – mea culpa – l’ho dimenticato. Mi sono ricordata del prezzemolo solo quando la quiche era già in forno! 🙄 Ditemi: non succede solo a me, vero???!!!

(****) La teglia: la mia teglia aveva forse i bordi un po’ troppo alti, mi hanno impedito di manipolare il bordo della brisée come avrei voluto. La combinazione di teglia alta e ripieno liquido mi ha portata a ripiegare il bordo in modo irregolare, perciò se volete manipolare in modo più agevole il bordo della brisée dovete provate ad usare una teglia dal bordo basso.

Senza sale

Vi devo anche qualche commento senza sale, non posso esimermi. (Per chi fosse capitato qui per caso e non mi conoscesse ancora, consiglio la lettura di questo articolo 😉 ).
Innanzi tutto vi segnalo che ho volutamente ignorato il sale (seppur citato) e anche lo zucchero. Quest’ultimo l’ho omesso perché non mi sembrava indicato in una preparazione salata, cioè “salata senza sale”.
In secondo luogo vi rassicuro: la mia quiche lorraine, pur essendo senza sale aggiunto, è risultata saporita al punto giusto e con sapori ben bilanciati. Di certo grazie al prosciutto, ma grazie anche alla noce moscata che, associata al pepe, dà gusto e sapore, e poi il suo inconfondibile aroma in questa quiche ci vuole, lo dice Madame Dupont! 🙂

Che mi dice della noce moscata?, chiese la donna con la sciarpa rossa.
Madame annuì, e la donna arrossì. Quella trae in inganno, disse Madame, asciugandosi un angolo della bocca con una bretella del grembiule. La gente non se l’aspetta mai.

fetta

Vi lascio con un’ultima citazione che mi piace da morire, perché è così che mi sento a volte mentre “combino le cose” nella mia cucina.

…alla cuoca piace da morire impastare, dissi. Adora l’armonia dell’accostare i giusti ingredienti. Adora combinare le cose.

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6 Risposte a “Quiche Lorraine #BookFood”

  1. Mmmm che fame di quique e di libri ^_^
    Iniziativa deliziosa e spero sia il primo di una lunga serie di post Book e Food 😉

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