Questa è una golosità tipica veronese, delicata, soffice, “cresciuta”, che ha trovato un posto d’onore sulle tavole italiane di Natale. La sua storia è ricca di aneddoti e leggende. L’attuale versione del pandoro risale all’ottocento come evoluzione del “nadalin”, il duecentesco dolce della città di Verona. Il suo nome e alcune delle sue peculiarità risalirebbero invece ai tempi della Repubblica Veneziana (prospera nel Rinascimento fino all’esibizionismo grazie al commercio marittimo con l’oriente), dove sembra fra l’offerta di cibi ricoperti con sottili foglie d’oro zecchino, ci fosse anche un dolce a forma conica chiamato “pan de oro”. Un’altra storia assegna la maternità del pandoro alla famosa brioche francese, che per secoli ha rappresentato il dessert della corte dei Dogi.
Fonte:http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/dolci/pandoro-della-Serenissima.html
Ingredienti (stampo da 22 cm):
-150 g di semola
-180 g di zucchero
-100 g di farina di mandorle
-4 uova
-200 g di burro
-100 g di bucce candite o gocce di cioccolato
-Vanillina
-Buccia grattugiata di un limone
-Zucchero a velo q.b.
-1 bustina di lievito per dolci
Preparazione:
Sbattere il burro fuso con lo zucchero. Unire un uovo alla volta, la buccia di limone e la vanillina. Amalgamare bene e aggiungere al composto la semola, la farina di mandorle, le gocce di cioccolato e il lievito setacciato. Imburrare e infarinare lo stampo e infornare a 180 gradi per circa 30 minuti. Completare con zucchero a velo.