Ricette per Carnevale

Dopo una lunga pausa ho deciso di ri-dedicarmi al blog, che ormai era stato abbandonato. Ma per tornare non potevo scegliere periodo migliore, per questo ho deciso di ricominciare dedicando le mie e le vostre attenzioni alle Ricette per Carnevale.

Come si sa il Carnevale, o Martedì Grasso, è noto soprattutto per essere il periodo in cui vengono maggiormente cucinati e mangiati dolci come frittelle, torte e non solo… La cosa poi più divertente di questa festa è che in ogni regione italiana troviamo sapori, ricette e tradizioni diverse che però hanno sempre un piccolo legame, o meglio ingrediente, che le accomuna.

Le migliori tredici Ricette per Carnevale dolci

Cari lettori, adesso vi propongo questa carrellata delle Migliori tredici Ricette per Carnevale dolci, fatemi sapere la vostra preferita!

Migliori Ricette per Carnevale dolci

 

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Ricette estive

Il caldo è sopraggiunto prima dell’entrata ufficiale dell’estate. Le ricette estive che vi propongo sono decisamente indicate in questo periodo afoso. Frutta, verdura, piatti freschi e dolci semifreddi sono un toccasana per una stagione che richiede tanti sali minerali ed energia per combattere il caldo.

 

Una lista completa di ottime ricette estive dolci

Volete sapere quali sono queste gustose ricette estive dolci? Ecco a voi una lista completa con tanto di link alle singole ricette:

Fragole, Ciliegie, Ricotta, Mascarpone, Latte di Mandorle, Limoncello sono ingredienti tipici dei dolci estivi. Sono freschi e ricchi di proprietà che aiutano il nostro corpo in un periodo dell’anno in cui sali minerali e potassio sono elementi essenziali per stare bene e in forma.

Anche alcuni piatti salati fanno parte delle ricette estive

Fra le ricette estive troviamo anche dei piatti salati. Di fatto il caldo non ci deve far rinunciare a pietanze gustose che deliziano i nostri palati.

Queste due ricette non vi deluderanno. Il Danubio Salato, infatti, può essere mangiato anche durante gite fuori porta o durante pic nic in zone di montagna. Mentre le Pizzacce sono ottime come antipasto durante un pranzo domenicale in famiglia o fra gli amici.

 

I migliori sei dolci di Pasqua

Cari lettori, in questo articolo troverete una sintesi dei miei migliori sei dolci di Pasqua. Queste pietanze che vi presento sono dei perfetti esempi della pasqua tradizionale. Ogni dolce ha una sua storia e un suo valore e le preparazioni sono scritte passo passo. Cliccate sui nomi dei dolci che vi interessano per scoprirne di più:

Migliori sei dolci di pasqua

La storia dell’Uovo di Pasqua

Di seguito vi riporto anche la storia di un altro dolce tipicamente pasquale: l’Uovo di Pasqua. Sull’uovo come simbolo cristiano di vita e di Resurrezione – e, prima ancora, elemento sacro di numerosi culti pagani – molto è stato scritto, ma tutto è sintetizzabile nell’aspetto di questa pietanza: apparentemente privo di vita, come il corpo di Gesù nel sepolcro. Ma in realtà materia viva, anzi un nuova vita proprio ai suoi inizi, proprio come la Resurrezione cristiana. Da qui prese il via dunque l’usanza di regalare le uova durante la Pasqua, diffusa fin dal Medioevo in tutta l’Europa cristiana, probabilmente a partire dalla Germania. All’inizio le uova venivano bollite e avvolte in delle foglie e decorate con dei fiori. Tra i sovrani e nelle corti aristocratiche si affermò poi la moda delle uova rivestite d’oro e pietre preziose, come le famose uova Fabergé donate nel 1883 dallo zar Alessandro III alla zarina Maria.

Fonte: http://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/uovo-di-pasqua-storia/

L’Uovo come lo conosciamo oggi

Negli anni ’20 del XX secolo la Casa Sartorio di Torino brevettò un sistema per modellare con il cioccolato le forme vuote: “Gli stampi a cerniera chiusi e posti nella macchina, subiscono un movimento di rotazione e rivoluzione mediante il quale la pasta in essi contenuta si distende uniformemente su tutta la superficie interna. Dopo il raffreddamento le forme si tolgono intere, variandone lo spessore a seconda della quantità di pasta che si introduce negli stampi”, recitava già una pubblicazione del 1926. L’introduzione della sorpresa avviene già nel 1925, dapprima animaletti in zucchero o confetti, poi regali sempre più costosi e preziosi. Già nel 1927 le uova di Pasqua di cioccolato a Torino erano di gran moda, e da allora il loro successo non si è più fermato, fino al boom del Secondo Dopoguerra.

Fonte: http://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/uovo-di-pasqua-storia/

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Cibo del Carnevale Napoletano

Il Carnevale a Napoli significa essenzialmente CIBO soprattutto se dolce, quindi ecco per voi una carrellata di ricette di Carnevale tipicamente napoletane (cliccate sul nome del dolce e sarete reindirizzati alla ricetta) Migliaccio, Sanguinaccio, Chiacchiere, Graffe.

Cibo carnevale napoletano

Il Carnevale napoletano inizia il 17 Gennaio, nel giorno di Sant’Antonio Abate, detto anche Sant’Antuono e le prime informazioni sul Carnevale napoletano ci sono pervenute grazie all’opera“Ritratto o modello delle grandezze, delle letizie e meraviglie della nobilissima città di Napoli”, scritta dal nobile marchese Giovan Battista del Tufo. Egli ci informa che nel secolo XVI, la festa del travestimento era una festa riservata ai principi, ai nobili cavalieri, alle dame, alle duchesse, alle marchese e all’alta aristocrazia napoletana, la quale ben mascherata aderiva ai tornei, ai gran balli, alla caccia al toro, alle cavalcate e ai lussuosi ricevimenti organizzati dalla Corte Aragonese.
Verso il XVII secolo le mascherate esercitarono un notevole fascino anche sul popolo e il Carnevale plebeo veniva organizzato dai pescatori, macellai, pescivendoli, contadini, ecc. Nell’antichità c’era l’abitudine da parte della plebe di scendere in piazza e nei vicoli per festeggiare pubblicamente la mascherata. Il tutto era colorito dalla presenza di costumi tradizionali, da strani travestimenti, da giochi particolari, dalle orge, dai canti carnascialeschi, i quali erano osceni e ricchi di doppi sensi, e dalla rappresentazione spesso volgare delle commedie popolari. Dunque il Carnevale napoletano, come si può ben capire, aveva diverse sfaccettature; esisteva il Carnevale dei nobili, dei sovrani, il carnevale ecclesiastico (voluto e organizzato dalle autorità religiose, le quali preparavano delle processioni dove venivano inscenati atti relativi alla Morte e alla Resurrezione di Cristo), e il Carnevale privato (la festa si svolgeva nelle case private dei patrizi e il più delle volte terminava con tremende risse).
Nel regno dei Borboni, il Carnevale conobbe un momento di gran gloria; esso continuava ad essere festeggiato con sfilate, mascherate e con dei bellissimi carri allegorici molto sfarzosi, preparati in occasione della festa di Piedigrotta. Anzi molti carri, venivano arricchiti anche con squisite vettovaglie, provviste, vivande e per questo motivo, i carri subivano spesso violenti saccheggi. Durante i secoli XVII e XVIII era in voga il gioco <<dell’albero della Cuccagna>>. Nei paesini limitrofi questo gioco fu detto anche comunemente “palo di sapone”, dal momento che l’altissimo palo veniva interamente insaponato e reso scivoloso. Per cui diventava molto difficile, da parte dei concorrenti, arrampicarsi al palo, anzi l’abilità dei giocatori consisteva proprio nel riuscire a salire in cima all’albero e afferrare tutte le varie delizie che erano state messe in mostra: vini, pietanze, salumi, dolciumi, vivande, maiali, capretti, uova, formaggi, ecc; da qui si deduce pure che il termine cuccagna sta per “paese delle meraviglie, dei piacere e delle delizie”. Questo gioco rispecchia anche la specifica concezione gastronomica napoletana dell’“abbuffarsi” cioè a Napoli c’era l’usanza da parte del popolo di saziarsi abbondantemente prima di iniziare il lungo digiuno quaresimale.
Fonte:http://www.portanapoli.com/Ita/Teatro/storia.html

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Quiche con Verza e Provola

Cari lettori, questa Quiche con Verza e Provola ha un sapore divino. Prima di passare alla ricetta ecco per voi la storia della Verza.
La verza è una varietà di cavolo, simile al cavolo cappuccio. È un ortaggio invernale.
nell’antichità la brassica (il nome latino del cavolo) godette di una fama straordinaria non solo come alimento adatto a tutte le stagioni, crudo o cotto, ma anche come rimedio a una molteplicità di affezioni (compresa impotenza e ubriachezza).
Questo robusto ortaggio, nelle sue diverse varietà, ha costituito per secoli un caposaldo alimentare, immancabile materia prima di zuppe e minestre, da solo o accompagnato da altri ingredienti come la carne di maiale nella casseula lombarda. Può anche essere scorta alimentare conservata per fermentazione controllata, i crauti, anch’essi a volte compagni di salsicce e altri tagli di maiale, come nella choucrute alsaziana. Proprio in Alsazia il cavolo ha conservato a livello popolare una ricca serie di detti, credenze, pratiche sulle quali ci vogliamo soffermare. Nell’immaginario dei contadini di quelle terre, l’ortaggio ha una valenza simbolica particolare. Le foglie centrali del cavolo cappuccio (come del resto la rosa) vengono assimilate al sesso femminile, mentre il fusto, il caulis latino (da cui “cavolo” in italiano) rappresenta il membro virile; è questo, in fondo, lo stesso meccanismo che spiega gli eufemistici modi di dire popolari italiani (non capisci un cavolo, non c’entra un cavolo, lo scherzo del cavolo, testa di cavolo ecc.).
Ma più interessante è la similitudine istituita tra il ciclo vitale del cavolo, in Alsazia tradizionalmente seminato a marzo e raccolto nove mesi dopo, a novembre e la gestazione umana. Oltre alle trasparenti allusioni accennate, si aggiunga che alle contadine che estraggono con le due mani con gesto roteante la “testa” da terra e tagliano la radice (il “cordone ombelicale”) viene popolarmente dato il nome di “levatrici”.
La Verza, infine, contiene: vitamina E, un potente antiossidante; zolfo, utilissimo per l’apparato respiratorio; e un principio attivo molto raro che serve a proteggere le mucose dello stomaco e dell’intestino.
Fonti:http://www.taccuinistorici.it/ita/news/antica/orto-frutti/storia-del-cavolo.html
http://www.alimentipedia.it/verza.html
http://www.lucasardellaejanira.it/dettaglio-post-rubrica.php?id=275&page=
quiche con verza e provola

Ingredienti:
-1 verza
-2 uova
-Noce Moscata q.b.
-Sale q.b.
-Pepe q.b.
-1 Provola grande
-1 rotolo di pasta brisè
-1 fetta doppia di prosciutto cotto da 150 g

Preparazione:
Sbollentare le foglie di verza in acqua salata. Nel frattempo tagliare a cubetti la provola.
In una ciotola sbattere le uova con sale, noce moscata e pepe. Unire la provola, la verza e il prosciutto cotto tagliato a dadini. Srotolare la pasta brisè e porla in una teglia e, in seguito, bucherellarla. Versare il composto di uova, verza e provola e cuocere in forno a 180 gradi per 30 minuti circa.

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