Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour in Campania

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour in Campania. Contraddicendo la mia proverbiale impulsività, ho atteso giorni prima di mettermi davanti al foglio bianco del Mac ed iniziare a raccontarvi l’esperienza che ho vissuto in Campania, nella speranza di riordinare le idee. Ora sono qui, davanti a moltissime fotografie scattate in quei giorni ed immediatamente il ricordo che per primo riaffiora è il rumore assordante delle strade di Napoli, seguito poi dal profumo intensissimo di burro delle sfogliatelle ed infine dal sapore divino del babà più buono che abbia mai assaggiato… ecco, ora posso raccontarvi tutto con calma 🙂

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

Il blog Aryblue ha partecipato al concorso FoodBlogAward 2016 di Malvarosa Edizioni ed è risultato tra i vincitori per la categoria Best Writing – miglior food writer. Molti i partecipanti, più di 400, moltissimi tra i foodblogger che più ammiro, alcuni anche della piattaforma Giallozafferano, colleghi con cui lavoro quotidianamente, sono quindi stata onorata e stupita di essere stata scelta da una prestigiosa giuria di tecnici del settore e la soddisfazione più grande è stata essere premiata per la categoria Scrittura… non sono eccelsa come autrice certamente, ma l’amore per la nostra lingua e per la lettura sono in questo modo state premiate e riconosciute.

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

Per la premiazione siamo stati invitati a partecipare ad uno strutturato ed intenso blogtour a Napoli e dintorni per conoscere le bellezze del territorio, le peculiarità culturali e le specialità culinarie realizzate con i prodotti più tipici… un’esperienza sensoriale a 360 gradi!

Le masterclass con alcuni preparatissimi e rinomati chef sono state interessanti ed intense e ci hanno portato a conoscere alcune eccellenze:

  • il Sartù di Riso, che abbiamo anche noi realizzato in una divertente lezione dello chef Alfonso Cresci e protagonista di una storia originale: nel 700, durante il dominio dei Borbone delle Due Sicilie, ramo della dinastia d’Oltrealpe, nelle cucine di corte e di molte famiglie aristocratiche napoletane, lavoravano cuochi francesi, nominati Monsù (dal francese Monsieur). Consapevoli del fatto che i napoletani avessero poca dimestichezza con il riso perché coltivato solo al nord, decisero di renderlo più gustoso, arricchendolo di sugo di pomodoro “pommarola”, melanzane fritte, piselli e polpettine, in cui la cui copertura di riso, celava il goloso ripieno. E’ proprio da questa ricetta e dal termine francese “sur-tout” cioè “sta sopra a tutto” che deriva il nome napoletano di questo piatto chiamato sartù. Con il tempo poi dalla tavola dei ricchi via via passò anche a quella dei poveri, soprattutto nei giorni di gran festa.
  • i raffinati e saporiti piatti con la pasta di grano duro di Gragnano I.G.P e con i pomodori San Marzano dell’agro sarnese-nocerino D.O.P, presentati con maestria dagli chef Peppe Guida e Maurizio De Riggi. L’abilità di cuocere la pasta mantenendo il più possibile le sue caratteristiche e scegliendo il metodo di cottura a seconda del risultato che si vuole ottenere, la cura nella scelta delle materie prime ed il loro utilizzo quasi in purezza, con cotture brevissime, la religiosa cura nella presentazione dei piatti finiti hanno caratterizzato queste esperienze. I sapori finali sono armonia ed equilibrio, ricerca di perfezione e pura gioia.
  • il dolce Babà che nulla ha a che vedere con il surrogato alcolico che troviamo nelle nostre nordiche pasticcerie, ma si presenta morbido e pesante, ricco ed impalpabile, leggero ed ipercalorico, bagnato dolcemente con un punch squisito…una contraddizione vera, unica e goduriosa! La sua realizzazione richiede maestria, grande cura nella scelta degli strumenti, delle materie prime e profonda conoscenza degli impasti dei grandi lievitati, come panettone e pandoro ai quali è affine. Il maestro pasticcere Salvatore Gabbiano ci ha portato in un mondo perfetto e dolcissimo per il mio cuore che ama la meravigliosa via crucis della produzione del panettone, questa lezione è stata pura estasi 🙂
  • la vera e sola Pizza Napoletana così come Ciro Oliva ce l’ha raccontata. Il forno a legna con i suoi 400 gradi è la ciliegina su una torta che richiede maestria ed accuratezza, ma soprattutto tanta, tanta passione per il territorio e le sue più consolidate tradizioni. Le scelta quasi maniacale di ogni singolo ingrediente, la stessa che abbiamo trovato anche da Gino Sorbillo, altro grandissimo pizzaiolo di fama indiscussa, porta a dare quasi nome e cognome ad ogni ortaggio, spezia, olio e farina… un amore per la loro terra che traspare da ogni frase pronunciata e da ogni pizza sfornata.

La città di Napoli ci ha premiato per il FoodBlogAward 2016 nelle stanze di Palazzo San Giacomo sede del Comune e si è presentata a noi per mano dell’assessore Panini che di Napoli non è, ma che deve amare moltissimo per la forza e l’entusiasmo con i quali ha raccontato il bello della sua città.

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

Napoli ci ha accolti nelle sue popolose e chiassose strade. Ci ha mostrato le sue molte contraddizioni in equilibrio tra voglia di modernità e di crescere come metropoli e bisogno straziante di rimanere vicini-vicini come in un paesello, ancorati al quartiere, ad ancestrali abitudini ed a riti scaramantici. Ci ha raccontato la sua religiosità intrecciata con la superstizione, la magia che dietro ad ogni simbolo si cela, ci ha presentato i fasti dell’architettura, la maestria, la pazienza e la fantasia degli artigiani dei presepi come Marco Ferrignola semplice estrosa goliardia dei suoi abitanti, la forza nell’affermare, proteggere ed esportare la propria tradizione ed i propri simboli così come ha saputo fare l’artista Lello Esposito

Non è bastata mezza giornata per conoscerla, ma il ricordo del rumore assordante, della moltitudine di uomini, del profumo di burro e del blu intenso del cielo, resterà per molto tempo, in attesa di poter tornare a visitarla e dedicarle il tempo che merita.

Una menzione particolare in questo racconto mi preme riservarla ai paesi di Sant’Agata dei Goti  e di Ercolano.

Il primo arroccato su uno spuntone di tufo nella regione del Sannio in provincia di Benevento. Una piccola perla, parte del circuito de I borghi più belli d’Italia, caratteristica e ben tenuta, ricchissima di particolari scorci e figure, un paese che ha mantenuto la sua individualità grazie al burrone naturale che la isola dal territorio e che l’ha resa difficile da conquistare ed il cui sottosuolo è percorso da mille cantine sotterranee.

L’ Azienda Agricola Mustilli, che ci ha ospitato per una giorno, intreccia la cultura del vino con la storia familiare fin da quando si insediò a Sant’Agata nel 1500 e le loro cantine scavate nel tufo sotto il palazzo di famiglia, sono un ambiente magico in cui polvere e muffe hanno un compito mirabile nell’invecchiare bottiglie di vino pregiato.

Ercolano, come Sant’Agata, piccolo e con lo stesso colore caldo, ma fermo ed immutabile. Una storia affascinante se non fosse reale e quindi drammatica, un posto curioso, se non fosse così denso di significati. La piccola Ercolano, piccola perché più di metà della antica città è ancora sepolta sotto la città moderna, colpita dal terremoto del 62 e poi completamente sepolta sotto una coltre di fango alta fino a venticinque metri dall’eruzione del Vesuvio del 79 e che, col passare degli anni, si solidificò, formando un piano di roccia che protesse i resti della città e dei suoi abitanti che cercarono di fuggire verso il mare. Bellissima Ercolano e là sullo sfondo… il Vesuvio.

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

Dalle eruzioni del Vesuvio, distruttive e devastanti, ecco che la natura ha saputo trarre la sua meraviglia, trasferendo nei prodotti che alle sue falde sono coltivati, i minerali preziosi che conferiscono sapore, profumi e caratteristiche uniche: il vino Lacryma Christi D.O.C, i Pomodorini del Piennolo del Vesuvio D.O.P sono solo alcune di queste eccellenze che ho avuto la fortuna ed il piace di conoscere.

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

Coronamento del viaggio, l’onore di partecipare allo showcooking realizzato con i prodotti del Vesuvio dallo chef stellato Lino Scarallo, che come ogni vero maestro con poche mosse ed ingredienti selezionatissimi ha saputo realizzare grandi piatti.

Un viaggio breve, intenso, ricco ed emozionante che certamente ha ampliato, e non poco, i miei orizzonti e che ho condiviso con belle persone tutte accomunate dalla passione per il buon cibo e la buona cucina. Ripenso a quei giorni e sento di ringraziare davvero Malvarosa per il FoodBlogAward 2016 e per avermi dato l’opportunità di vivere un’esperienza così profondamente bella, abbraccio virtualmente i miei compagni di viaggio, chiudo gli occhi e mi lascio trasportare dal profumo di sfogliatelle che ripensandoci ancora sento 🙂

Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour

6 Risposte a “Aryblue al FoodBlogAward 2016 blogtour in Campania”

  1. Una volta di più la lettura di questo bellissimo diario di viaggio conferma in me la consapevolezza che il saper scrivere è la tua … seconda miglior dote! Racconto piacevolissimo da scorrere, a buon diritto vissuto appieno, che si legge volentieri pur non amando né la cucina né la Campania ma scritto da chi sa trasmettere benissimo con le parole le proprie emozioni, un giusto amalgama dei suoi ingredienti .. cibo, cultura, tradizione, fotografia, tutti nelle adeguate proporzioni, senza che nessuno ne soffochi un altro, usando come collante la passione in quel che fai. D’altronde non poteva essere altrimenti parlando di una foodblogger.
    Una volta ricordo che qualcuno dissentì sulla mia valutazione in merito alla tua bravura nello scrivere … cosa ormai sempre più rara. Oggi mi fa piacere vedere che altri la pensano come me e ne danno un giusto risalto con questo “best writing”. Complimenti!

  2. Che articolo fantastico !!!!! Corredato da un book fotografico che fa venire voglia di andare subito in tutti i posti spettacolari descritti !!! Complimenti veramente !!!! p.s. l’ultima foto (viva il babà ) me la posso appendere al frigo ???

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