Gnocchi acqua e farina o cavatelli. Una pasta fresca semplice da preparare, realizzata solo con l’uso di semola rimacinata di grano duro o farina 00 e acqua, una ricetta della tradizione, che è diventato il piatto della domenica in molte famiglie del Sud. Il nome deriva proprio dalla tipica forma incavata, che è data dalla pressione delle dita durante la realizzazione. Io preparo gli gnocchi acqua e farina, o come li chiamava la mia nonna lucana “sdrangulapreut” (cioè strozzapreti), dall’età di 9 anni, utilizzando acqua e farina ad occhio, cioè senza pesarle. Nel cilento, dove io abito, i cavatelli (detti cavatielli) vengono conditi generalmente con ragù e ricotta salata, con sugo di castrato, ma anche con i frutti di mare, ragù di cinghiale, con salsiccia e funghi, con broccoli nonchè al forno gratinati con mozzarella di bufala o fior di latte. Ma andiamo ora alla preparazione, qui di seguito scrivo le dosi approssimative degli ingredienti, potrebbe occerrervi più farina per la lavorazione.
Gnocchi acqua e farina
Ingredienti:
300 gr di farina 00
300 gr di semola rimacinata
acqua bollente qb
sale
Per preparare gli gnocchi acqua e farina come prima cosa mettere a bollire in un pentolino l’acqua con il sale.
Sulla spianatoia disporre le farine, mescolate tra loro, a fontana e con un mestolo aggiungere gradatamente l’acqua ed iniziare ad impastare aiutandosi con una forchetta.
Quando l’impasto comincia a compattare, mettete da parte la forchetta e iniziate a lavorare l’impasto con le mani, fino ad ottenere un impasto liscio e compatto, ne troppo molle ne troppo duro.
Formato il panetto e lasciatelo riposare per una mezz’ora, coperto con un canovaccio pulito.
Trascorso questo tempo, iniziate a tirare dall’impasto dei pezzi di pasta a forma di cilindretto bello lungo. Con un coltello tagliate la pasta in pezzi più o meno della stessa misura.
Cavare i tocchetti di pasta con le dita (due o tre dita). Per facilitare questa operazione spolverizzate più volte i tocchetti di pasta prima di cavarli.
Continuate fino ad ultimare la pasta. Disporli su un piano infarinato ad asciugare fino all’utilizzo.
Potete lasciare i cavatelli lisci oppure per i cavatelli ricci passateli sui rebbi di una forchetta o sull’apposito attrezzo. Noi da piccoli li passavamo sulla “cannista” o cestino, un esempio lo trovate qui sotto.
Cuocerli in abbondante acqua bollente salata basteranno pochissimi minuti. Appena saliranno a galla sono pronti. Scolarli con una schiumarola o come si fa di solito con la pasta e metteterli in una zuppiera.
Conditeli con il sugo prescelto, mescolare e servire subito ben caldi.
simile alla pasta n’coitta della tradizione abbruzese